Una delle cose di cui esplicitamente mi vanto, è quello di leggere trasversalmente, e non solo giornali, riviste e libri di autori che posso pensare riflettano il mio pensiero. Certo, a Travaglio non ci arrivo, lo ammetto. Però sono tantissimi gli autori di sinistra che leggo e che spesso apprezzo . Non sempre. Anzi alcuni raramente.
Tra questi c'è Michele Serra. Però la sua rubrica su Repubblica, L'Amaca, è corta e quindi si scorre velocemente.
Grazie a Quinto Stato ( a cui sono iscritto) che è un blog diretto e gestito da Giovanni Taurasi, dichiarato militante del Partito Democratico, ho accesso ad una selezione quotidiana della stampa in quel senso per lo più orientata. Non conosco tanta gente che fa così, anche tra i gli amici più "aperti"...
Tornando a Serra, oggi sul Blog ho trovato l'articolo da lui scritto sul quotidiano di Scalfari in cui l'autore si lamenta della dabbenaggine del popolino che non distingue tra politici, facendo di tutta l'erba un fascio, dicendo che tanto sono "tutti uguali"....Magari ce l'ha con i grillini....chissà...
Ma leggiamolo direttamente
Non ci vogliono
strumenti di precisione, basta una stadera da mercato ortofrutticolo per
scoprire che il peso del malaffare politico pende decisamente verso destra. Il
potere forzaleghista lombardo e in specie quello formigoniano, per fare solo un
esempio macroscopico, annaspano nelle carte giudiziarie. Eppure dire che la
disonestà non è spalmata in modo uniforme sull’intero arco politico è diventata
un’impresa impossibile. La vulgata populista ripete che “i politici sono tutti
ugua-li”, pialla ogni differenza, ingoia nel suo gorgo di risentimento ogni
cifra, ogni analisi, ogni dato della realtà. È, questa genericità ringhiosa, il
successo più evidente del nuovo populismo. Poggia su fondamenta antiche: la
diffidenza per il potere qualunque sia, l’antistatalismo, l’attribuire a chi fa
politica solamente scopi ignobili e ingordigia. È una genericità che, per sua
natura, nuoce ai migliori e giova ai peggiori, perché confonde lo sguardo e
occulta la realtà. Ha perfettamente ragione Saviano quando dice che la frase
“sono tutti uguali” è un’arma micidiale contro gli onesti, e l’alibi più
efficace per i disonesti.
“L’AMACA” di MICHELE SERRA da La Repubblica del 14 febbraio
2013
Al che ho postato sul Blog la seguente risposta :
"Terreno molto scivoloso quello in cui si è avventurato
Serra….tra indagati e rinviati a giudizio il PD conta credo oltre cento
iscritti…Era una casistica uscita quando nell’occhio del ciclone c’erano Penati
e quelli di Sesto San Giovanni, e c’era chi si prese la briga di andare a
spulciare quanti sospettati c’erano nella sinistra. Non credo che la Lega
arrivi a quei numeri, anche perché ovviamente la quantità degli amministratori
è diversa…Più spesso, in quei casi, quelli che riguardano il PD, la
“giustificazione” che si legge è che l’assunzione di somme è finalizzata – come
ai tempi di tangentopoli – a motivi politici, di finanziamento del partito,
cose così, e NON ad arricchimento personale. A parte che non è sempre vero (si
è visto recentemente a Roma come il giochetto di gonfiare i rimborsi spese, e
includendo di tutto in quelle liste, non fosse prerogativa del solo Fiorito. Adesso poi c'è la denuncia dei radicali contro Zingaretti ) ,
ma poi resta una condotta illecita, oltretutto in un contesto dove, grazie ai
rimborsi elettorali (che tali non sono perché assai più generosi delle spese
sostenute dai partiti) , le casse sono spesso piene di soldi e non si comprende
la necessità di rimpinguarle…Poi c’è un altro problema : l’affidabilità dei
giudici. Istituzione che negli anni 60 era considerata dai cittadini , insieme
al Capo dello Stato e ai Carabinieri, tra le uniche veramente affidabili, e che
ha conosciuto una crisi dirompente di credibilità iniziata con Magistratura
Democratica ( e quindi la teorizzazione della politicità della giustizia e di
chi l’amministra ) , proseguita col pentitismo (caso Tortora in primis), poi
Tangentopoli e via via fino ai giorni nostri, con i ricorsi sempre più
frequenti alla Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri
dello Stato….Prima la questione delle intercettazione del Presidente della Repubblica,
oggi l’Ilva. Il termine “giustizia a orologeria”, ormai stucchevole luogo
comune, è vero che è stato coniato dalla destra, ma è di uso ormai trasversale,
a seconda di chi tocca. Quindi c’è anche un problema GIUDICI grande come una
casa. Insomma, caro Serra, stavolta hanno ragione i cittadini : se Sparta
piange, Atene non ha proprio nulla da ridere…."
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