domenica 31 marzo 2013

CARO PRESIDENTE, RIMANGA UN ALTRO PO'...MAGARI QUANDO NON CE LA FA PIù SI DIMETTE. L'HA FATTO UN PAPA !!!


Napolitano non si dimette....Ieri sembrava cosa quasi certa, in ragione della indisponibilità raccolta dal Presidente di escogitare una alternativa tra il governo del "cambiamento" inseguito da Bersani, ma respinto con perdite dagli invitati...i grillini, e le larghe intese volute dal PDL, che invece sono bocciate dal PD.
Re Giorgio ha provato a riproporre una seconda edizione di governo istituzionale, una sorta di Monti senza Monti (che declino povero Super Mario ) ma a parte la solita chiusura del M5S che tanto dice di no a tutto, e quindi io non perderei nemmeno più tempo a chiedere (semmai, li si avverte : signori , abbiamo capito...voi non appoggiate nessun governo...non vi disturbiamo più, se cambiate idea, fate un fischio...) , stavolta è il PDL ad arroccarsi, laddove il PD una disponibilità l'avrebbe data....
Insomma, in questo dedalo di veti incrociati che si susseguono, il Presidente ha resistito alla tentazione di spararlo lui un bel MA VAFFA generale, pare in questo anche persuaso dal solito grande Draghi (sogno lui come futuro Leader del centro destra...e se i liberali e moderati non lo volessero, allora sarebbe giusto che alla fine ci tocchi la Sinistra al potere ! ) , e ha comunicato che rimarrà fino alla fine.
Tutti si dicono contenti, e di massima lo sono anche io...ma che cambia in sostanza ?
In un paese ormai semi arabo nella sua lentezza, adesso i giorni sembrano diventati fondamentali....Lo potrebbero essere se si avesse un'idea chiara del da farsi per affrontare i gravi problemi che ci attanagliano...ma così non è...
Se è vero, come leggo da più parti, che la partita politica vera è l'elezione del nuovo presidente della Repubblica, allora i giorni inutili sono QUESTI....certo, che Monti partorisca decreti urgenti in materia economica, primo tra tutti il pagamento dei crediti alle imprese (e poi ce la vediamo con la Germania e la Merkel per il fiscal compact...) , è un'ottima cosa. Però poteva essere fatta da quel dì !! Quale partito non l'avrebbe votata, del vecchio o del nuovo parlamento (M5S sempre a parte...che non si sa mai da quel lato...) ? In fondo Monti si potrebbe togliere qualche soddisfazione, proporre alcune norme, anche anti casta, e vedere chi , con i grillini schierati in aula, ha il coraggio di non votarle...
Ma al di là di queste digressioni...i due comitati di saggi....a che servono ? Indicare il da farsi ? Lo fecero ai tempi Giavazzi, Bondi, addirittura Amato, in materia di spending review, di costi della politica, è accaduto qualcosa ?
Io sarei contento se Napolitano accettasse la rielezione, ed è la prima volta che mi capita di pensarlo...
Sette anni sono tanti e visto il ruolo sempre più determinante del Colle, che nella seconda metà dell'età repubblicana ha perso il tratti notarile che sembrava riservargli la lettura della Carta Costituzionale data dai Presidenti democristiani (probabilmente perché dello stesso partito che governava, la DC ) , nemmeno mi piace il sistema di elezione previsto. A questo punto meglio un presidenzialismo, americano o francese che sia (preferirei il primo ). Però, nell'attesa di una riforma che non verrà (come altre), attacchiamoci alla qualità degli uomini, e Napolitano da questo punto di vista si è mostrato autenticamente indipendente, scontentando di volta in volta tutti...
Ecco perché oggi la maggior parte di noi italiani, anche quelli critici (io tra questi) lo apprezzano e sarebbero contenti che lui continuasse...
Certo, il Presidente ha 88 anni, ma come hanno detto da più parti...nessuno gli vieta, una volta sciolto questo ginepraio, superata questo ingorgo istituzionale, di dare le dimissioni qualora avvertisse, per l'età, di non farcela più. L'ha fatto un Papa e che caspita !!
Ma QUESTA, quella di accettare la rielezione,  sarebbe una scelta coraggiosa, "responsabile", vera. Quella di ieri, è un prendere tempo, nella speranza che lo Spirito Santo cali nella testa dei nostri politici....
Cosa che non è avvenuta a Pasqua, e non è prevedibile accadrà più avanti...
A meno che non arrivi una lettera da Bruxelles, dettata a Berlino, in cui ci si avverta che alle prossime aste di Bot ce la dobbiamo cavare da soli...Allora la musica cambierebbe. SUBITO.
Perché i problemi sono gravi, più ancora che seri, come ci ricorda il bravo Davide Giacalone, che parte dal biasimo (condiviso) per Bersani ma poi allarga la panoramica al come stiamo messi...E non sono belle cose.
Buona Lettura


Velenoso Bersani


Pierluigi Bersani non ha solo perso tempo, ha avvelenato i pozzi. Era evidente già la sera del 25 febbraio: i due protagonisti della seconda Repubblica, i due antagonisti del bipolarismo fasullo, avevano entrambe perso elettori ed elezioni, ma un governo all’Italia poteva darsi solo in ragione di un loro accordo. Forme e definizioni da trovarsi, ma quello era il succo. Il segretario del Partito democratico, circondato da un gruppetto metà fanatico e metà traumatizzato, ha adottato una condotta apparentemente dissennata, ma sostanzialmente devastante: corteggiando i pentastellari continuava la campagna elettorale. Tentando alcuni di loro e lanciando messaggi verso la Lega provava a fare dello scilipotismo una dottrina costituzionale, nel frattempo guadagnava tempo, in modo da vedere esaurire quello di Giorgio Napolitano. Già, perché questo ha partorito la rabbia e la voglia di rivalsa bersaniane: credere che il nemico fosse l’uomo del Colle, riluttante a far nascere un governo sol perché sarebbe morto ancora in fasce.
Per questo si sono allestite le consultazioni ridicole e gli ascolti inutilissimi. Nessuno si offenda, fra i consultati, se così li definisco, siano essi persone singole o organizzazioni, è certo che il turismo o l’ambiente son cose importanti (ammesso che i ricevuti li rappresentino), ma forse non se ne erano accorti: sono stati presi quali ostaggi, mica ascoltati come suggeritori. Giunti a questo punto, però, i veleni sono iniettati e sarà proprio il Pd a impedire la nascita del governo. Spappolandosi. Bersani ha voluto negare la sconfitta e mantenere unito il partito, riuscendo a trasformarla in disfatta e a spaccarlo.
Infatti, non solo Bersani ha escluso l’unico governo possibile, che egli stesso avrebbe potuto guidare, ma lo ha fatto in modo tale da renderlo impossibile dopo il suo passaggio. Chi potrebbe presiederlo? Non certo un altro esponente del Pd, e meno ancora qualcuno riconducibile al Pdl. Quindi si passa all’ipotesi di un governo creato al Quirinale, per la seconda volta (a proposito: quello Monti deve essere ritirato dal mercato, prima che si decomponga a cielo aperto, ma se qualcuno, nel Pdl, pensa di trarre profitto dallo spalleggiare un ministro inetto come Terzi vuol dire che il partito di maggioranza relativa è trasversale e s’intitola ai matti). A questo punto, però, il Pd non è più in grado neanche di votare un governo del presidente, perché ciò provocherebbe una rottura con il racconto fin qui costruito dal gotorismo e dai suoi stralunati seguaci. Un governo Amato, per dire, significherebbe la scissione nel Pd.
E allora? Allora tutte le storie sui doppi binari, sui cerchi e sulle convenzioni costituzionali sono bubbole, perché richiederebbero uno spazio vitale di uno o due anni, laddove la gittata massima della riflessione politica è di una o due settimane. Dal che deriva che o nel Pd si liberano della dottrina bersaniana o andiamo dritti alle elezioni. Dopo le quali faremo il governo di coalizione che oggi non si vuole fare, con una sinistra che avrà avuto bisogno della confermata sconfitta elettorale.
Questo festival dell’impotenza e della cecità si svolge mentre s’appresta una patrimoniale bancaria non indirizzata a diminuire il debito pubblico, ma ad arricchire gli sciacalli che ululano sulle nostre ricche miserie; una pressione fiscale crescente in un mercato dei consumi declinante; una continua perdita di competitività, cui non si contrappone alcuna riforma, ma l’aggravante del fisco e della previdenza; un sistema produttivo cui non arriva il credito, ma neanche i pagamenti dovuti; i grandi clienti che oramai si comportano come lo Stato, vale a dire che non pagano e ti ridono dietro suggerendoti di far loro causa, così ci rivediamo fra dieci anni; un sistema produttivo tedesco, come anche quello francese, che approfittano del nostro rintronamento per asfissiare la concorrenza dei nostri campioni, che sui mercati globali fanno ancora mangiare la polvere ai competitori. Ma di queste quisquiglie chi si preoccupa? Di tali pinzillacchere chi si cura? L’Italia parla del videostreaming che diffonde il confronto fra l’arroganza remissiva e l’arroganza aggressiva, fra il vuoto rotto e il vuoto col botto. E’ così che non s’è solo perso tempo, ma diffuso veleno.



















































































































































































































































































































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