Saranno tutti contenti di leggere che c'è un Giudice che finalmente ha deciso di occuparsi del cartello tra petrolieri operativi in Italia che si aggiustano tra di loro e impediscono al prezzo della benzina di scendere adeguatamente quando cala il costo del greggio...
La denuncia è partita, come spesso accade, dal Codacons. Sarei curioso di sapere la statistica dei successi di questo noto fronte di tutela dei consumatori, che finisce sulle pagine dei giornali per le sue spericolate e coraggiose denunce, ma poi non si sa mai come va a finire. Temo non bene, per lo più dei casi, visto che l'esito non ha mai lo stesso clamore dell'attacco.
Tornando al costo dei prodotti petroliferi, la polemica è nota e nasce da una constatazione obiettiva : quando il prezzo del petrolio sale, l'aumento al distributore è in tempo reale e non è nemmeno dato sapere in che misura corretto (visto che devo aumentare, meglio un adeguamento un attimo più rotondo...10 o 11 centesimi, chi se ne accorge ?? ). Viceversa, quando il prezzo scende, non si verificano gli stessi automatismi. I rappresentanti dell'associazione delle imprese del settore hanno spiegato che questa cosa dipende dalle inefficienze del sistema, dall'esistenza in Italia di troppi piccoli distributori, dai costi degli stessi....e quindi, mentre a far salire il prezzo, in risposta della salita del greggio, sono tutti uniti e pronti come un sol soldato, per farli scendere, ogni pezzo della filiera ci mette un po' di tempo in più....
Del resto, anche avere un distributore in ogni strada è un vantaggio per l'utente no ? Che ce lo ha comodo e non deve fare file : appena vede una auto ferma per fare rifornimento, passa al successivo tanto lo trova a poca distanza....
Noi italiani siamo pigri (piccola nota : il camerlengo si è imposto di non scrivere più "gli italiani", bensì "noi italiani"...primo, perché lo è, secondo, perché è consapevole di non essere alieno da tanti difetti nazionali. Se tutti quelli che si lamentano degli "italiani" si comportassero veramente diversamente, questo sarebbe un Paese assai migliore...Invece è solo più ipocrita ), e lo si vede anche nella lentezza con cui ci adeguiamo alle novità che comportano sì un risparmio, ma al prezzo di piccole scomodità...E quindi, tra la pompa "servita" e quella "fai da te", che offre uno sconto, il passaggio alla seconda è assai bradipo.
Detto questo, che esista un cartello tra produttori è una cosa probabilissima, però o l'antitrust è corrotto, o è inefficiente oppure non è facile dare la prova giuridica di questa operazione.
I prezzi alla pompa non sono identici, e dire che le variazioni sono troppo ridotte per una vera concorrenza....come si stabilisce ? Così come far derivare accordi tra compagnie per lo scambio di prodotto magari al fine di risparmiare sul costo del trasporto o altri motivi di ottimizzazione dei costi, come prova sempre del cartello sembra azzardato. Insomma è facile aprire un fascicolo sulla "sensazione", ma poi in aula ci devi andare con le PROVE....ed è più difficile.
Infine, ricordo sempre che se da noi il prezzo della benzina e derivati è abnorme, dipende in gran parte dalle TASSE. Sappiamo che anche in questo campo abbiamo ormai il primato europeo, e l'incidenza della tassazione (IVA e Accise) è superiore al 50% !
Ultimo particolare....l'Italia, lo sappiamo, ha favorito il trasporto delle merci su strada rispetto a quello marino (eppure siamo una penisola ) e soprattutto ferroviario. In questo ultimo caso le resistenze sono di tipo ambientale....strade e autostrade ormai ci sono, mentre modernizzare e potenziare le ferrovie comporta anche nuovi interventi sul territorio (vedi NO TAV), con quello che segue.
Siamo famosi per volere la botte piena e la moglie ubriaca....nucleare no, però la bolletta è troppo cara, poi l'acqua gestita da enti pubblici, con sprechi vergognosi, costi scaricati sullo Stato ("e che ce frega ?" sbagliato...perché adesso lo Stato non può più fare debiti ma aumenta le tasse ....), e poi l'ILVA, la TAV citata....elenco lungo.
Ovviamente c'è gente che leggendo plaude al solito magistrato coraggioso che si prende la briga di intervenire visto che lo Stato (leggi Autorità Antitrust) non lo fa...
Vedremo....
Intanto questa è la notizia sul Corriere on line
Corriere della Sera >- Economia >
PROVVEDIMENTO DEL GIP, BATTARINO, A SEGUITO DI UN ESPOSTO DI CODACONS SUI RINCARI
Benzina, «manovre speculative sul prezzo»
Il tribunale di Varese ipotizza un cartello
L’ordinanza chiede il sequestro dei contratti tra le compagnie e le società che operano per la distribuzione della benzina
(Ansa)
Ci sono fondati sospetti che le compagnie petrolifere abbiano messo in atto manovre speculative sul prezzo della benzina: è quanto riporta un provvedimento del gip di Varese, Giuseppe Battarino, e che segna un punto di svolta nell’indagine avviata un anno fa per scoprire se le multinazionali dei carburanti avessero messo in atto un vero e proprio «cartello». Nell’individuare elementi concreti che spingono per proseguire le indagini il giudice di Varese ha anche individuato nelle procure di Milano e Roma le sedi che dovranno approfondire gli elementi di giudizio. A loro è già stato trasmesso il materiale raccolto a partire dal marzo 2012 dalla Guardia di finanza, a loro spetterà acquisire una serie di documenti ritenuti rilevanti ai fini dell’indagini. Tra essi ci sono i contratti che regolano i rapporti tra compagnie petrolifere e società di distribuzione, i bilanci delle medesime società, i contratti di acquisto della materia prima. Giunge così a una clamorosa svolta l’indagine avviata nel marzo scorso in seguito a un esposto del Codacons sui rincari della benzina, quasi mai in linea con l’andamento del prezzo del petrolio al barile.
IL PROVVEDIMENTO - Il gip Battarino nel suo provvedimento rileva testualmente: «Esistono indizi di commissione dei delitti di cui agli articoli 501 o 640 del Codice penale (turbativa del mercato e truffa, ndr) da parte di legali rappresentanti e componenti dei cda e dirigenti delle compagnie petrolifere… la Guardia di finanza ha svolto approfondite indagini i cui esiti sono utili ad affrontare il fumus dei reati ipotizzati».
L'IMPUTAZIONE - I reati sui quali secondo il magistrato è opportuno svolgere un lavoro di approfondimento riguardano «artifizi e raggiri consistenti nell’aver volontariamente livellato, concordandoli i prezzi dei prodotti petroliferi alla pompa in modo da minimizzare il minor guadagno derivante dall’applicazione dei principi della concorrenza… quindi con un danno economico per un numero indistinto e indeterminabile di fruitori del servizio». In altre parole sarebbe scattato il classico meccanismo del «cartello» dei prezzi a danno dei consumatori e a vantaggio delle compagnie petrolifere.
L'ORDINANZA - A conforto di questa ipotesi la Guardia di finanza ha messo sul tavolo del giudice alcuni elementi concreti: ad esempio uno scambio di informazioni tra le varie compagnie e anche una reciproca cessione di quantitativi di carburanti l’una con l’altra, rapporto che dimostrerebbe una sorta di «santa alleanza» tra soggetti in teoria concorrenti. L’indagine investe le principali sigle in commercio: Shell, Tamoil, Eni, TotalErg, Esso, Kuwait Petroleum, Api. Per una questione di competenza territoriale il giudice ha come detto deciso che a procedere siano le procure territoriali (principalmente Roma e Milano). È la prima volta in Italia che un’indagine giudiziaria cerca di andare a fondo sul meccanismo di formazione dei prezzi della benzina.
CODACONS - Entusiastiche le prime reazioni del Codacons, secondo il quale, il provvedimento del giudice apre le porte a una class action che potrebbe coinvolgere in teoria 34 milioni di automobilisti, tanti quanti sono quelli che negli ultimi cinque anni hanno fatto il pieno dell’auto a una stazione di servizio italiana: l’ipotesi appare tuttavia al momento prematura, soprattutto perché l’indagine è sostanzialmente ancora all’inizio e solo in una fase successiva potranno entrare in gioco con le loro pretese eventuali parti lese.
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