giovedì 21 marzo 2013

RICORDATE IL BAMBINO DI CITTADELLA TRASCINATO DI PESO DA POLIZIOTTI E PADRE ? LA CASSAZIONE DA' IL CONTRORDINE, E ADESSO E' TORNATO DALLA MADRE....


Qualcuno ricorda il bambino di Cittadella ? Forse sì....occupò telegiornali e quotidiani per giorni, specie grazie allo scellerato modo adottato dalla polizia per eseguire la sentenza della Corte d'Appello che aveva stabilito che il ragazzino , che viveva con la madre, venisse invece allontanato da lei per essere assegnato ad una casa protetta in attesa che lo stesso fosse pronto ad andare a vivere col padre, dichiarato affidatario.
Tutti ne parlammo, e ovviamente anche il Camerlengo. Riporto qui i post che scrissi
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/10/il-bambino-rapito-dalla-polizia-solo-la.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/10/leonardo-10-anni-pochi-per-difendersi.html
http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2012/10/cittadella-sostituire-al-buon-salomone.html

ma ricordo bene il mio pensiero che qui riassumo :
1) le modalità dell'intervento dei poliziotti furono biasimevoli, per usare un eufemismo. In realtà idonee a suscitare la reazione NON di un parente, un familiare, ma di un semplice cittadino, al costo di rovinarsi l'esistenza in processi per oltraggio e intralcio all'operato delle forze dell'ordine (ordine ???). L'oggi compianto Manganelli, capo della polizia, si sbrigò a diffondere un comunicato di riprovazione per quanto era occorso. Siccome l'unanimità non c'è mai, ci furono pure persone che sostennero che la polizia aveva fatto il suo dovere, di fronte alla resistenza del bambino incoraggiato dai familiari presenti alla scuola. Per fortuna una esigua minoranza, il che fa sperare che almeno sulle cose evidenti, la gente è ancora capace di un comune buon senso. Poi ovviamente ci sarà sempre chi applaudirà alle manganellate della Diaz. Io, che tra Giuliani e il carabiniere Placanica, ho sempre difeso il secondo, e che   non stigmatizzo certo i metodi duri contro black block  e parentame del genere negli scontri generati dai secondi, non approverò mai la prepotenza (vigliaccheria) del forte sull'inerme. Posso comprendere, sapendo che è sbagliato, lo schiaffone di rabbia, ma non la rappresaglia. E poi, qui parlavamo di un bambino, trascinato come un vitello al macello....Bruttissime immagini.
2) a differenza di altri invece non mi espressi sul merito della vicenda. Certo, qualche idea, da avvocato, me l'ero fatta, ancorché  trattenuta dalla consapevolezza che non è certo sui giornali che uno apprende la realtà delle cose (semmai può averne uno spunto dal quale , se incuriosito, cercare di approfondire ). E quindi se la condotta del padre, che nella circostanza colpevolmente adiuvò gli agenti per trascinare via il figlio dalla scuola, non mi piacque, certo non ho registrato con favore tutte le strategie adottate dalla madre per ostacolare il provvedimento dei giudici.
3) l'episodio eclatante gettava uno squarcio di luce su qualcosa che tocca sempre più persone : l'inefficienza e l'inaffidabilità della giustizia anche nel delicatissimo campo minorile. La responsabilità in questo campo sono democraticamente generali . Ovviamente i maggiori responsabili sono quelli con il potere, e quindi i giudici, spesso non dotati di una competenza specifica indispensabile della materia, e che si concedono tempi influenzati dalla mala gestione dei processi "ordinari". Non voglio dire che la lentezza sia la stessa, perché non lo è (almeno a Roma), ma purtroppo è sempre TROPPA, rispetto alla delicatissima materia. Decidere in un anno , anziché 3-4 (parliamo di un primo grado di giudizio naturalmente, poi ci sono appello e Cassazione...) è un progresso indubitabile. Ma parliamo di un campo assimilabile al diritto penale, e quindi lasciare che situazioni di disagio, dove genitori, come sospetto sia la madre del bimbo di Cittadella, operino quello che un tempo si chiamava plagio (ed era un reato) e oggi si può definire manipolazione di un figlio contro l'altro genitore (ed è un reato ugualmente), abbiano il tempo per produrre il loro veleno, è una COLPA del sistema. Complici dei magistrati in questa colpa, avvocati e consulenti tecnici. Tutti a riempirsi la bocca con l' "interesse superiore dei minori", a fare convegni, corsi....e poi ? Nessun argine alla conflittualità dei clienti (anzi....), nessun tentativo serio di agire, in collaborazione col collega che dovrebbe essere animato dalla stessa etica  (mi viene quasi da ridere a scrivere questa parola ) professionale , per trovare soluzioni, anche provvisorie, in attesa del giudizio dei giudici, per diminuire lo stress dei "figli contesi".
Periti capaci di scrivere oggi che la Sindrome da alienazione genitoriale NON esiste, e il giorno dopo (nuova perizia, altro cliente, altro giro di giostra) l'esatto contrario. Credetemi sulla parola : ESISTONO eccome. Anzi, sono anche i più rinomati.
Generalizzare è sempre peccato, e indubbiamente ci saranno eccezioni eccellenti. Proprio nel caso di Cittadella, so di un emerito professore che, perito della madre, ad un certo punto rinunciò all'incarico in disaccordo con la condotta della stessa. Applausi. Ma la marchetta è la regola. Della mia professione (i legali mai stati famosi per essere degli integerrimi, e poi l'essere "di parte" è congenito al mestiere)  si sapeva, i CTU medici si confidava potessero essere diversi, non per maggiore moralità, ma per una auspicabile scientificità dell'approccio. Da qualche parte pare che ci sia pure, a Roma invece no - e infatti al nord parlano con sarcasmo e biasimo della cd. "scuola romana" , pare famosa proprio per l'ampia discrezionalità di cui si avvalgono i consulenti dei giudici e delle parti.
Un argine, come sempre, potrebbe venire dal magistrato preparato, specializzato, che seguendo la materia, informandosi, apprenderebbe le nuove metodologie  e sceglierebbe il proprio consulente con maggiore cognizione di causa.
Nulla di tutto questo avviene. Facciamo solo un esempio. Il celebrato "ascolto del minore". E' un discorso complesso, a cui vengono dedicati i soliti convegni di ore e anche giorni, figuriamoci se il discorso si possa esaurire in poche righe. Però la logica è sufficiente per riflettere su alcune cose :
- secondo voi un minore è suggestionabile ? condizionabile dal genitore ? Domanda retorica. Il concetto stesso di educazione si basa su questa capacità di induzione e influenza  che ha l'adulto.
- fare dei minori i probabili arbitri della contesa tra genitori, aumenta o meno la spinta a manipolarli ? Aumenta o meno lo stress a cui gli stessi sono sottoposti ? Non a caso un tempo il principio affermato era proprio l'OPPOSTO, e quindi che i bambini NON venissero ascoltati. Adesso, raggiunti i 12 anni, è obbligatorio, ma va di gran modo farlo anche prima....
I risultati sono quelli di Cittadella.
Il padre, va detto in suo onore, si è guardato bene dal mettere in pratica le tattiche ostruzionistiche della madre e della famiglia di lei, e si è subito adeguato alla nuova situazione.
Però la Cassazione NON ha dato ragione all'uoo o all'altro, ha semplicemente dato torto ( capita sempre più spesso...) alla Corte di  Merito, definendo insufficiente la motivazione - effettivamente gravissima - di sottrazione del minore alla madre , che avrebbe potuto vedere il figlio solo a determinate condizioni...
Per carità conosco persone che altro che questo meriterebbero...però devi avere elementi molto forti e ragionevolmente certi per privare un figlio del genitore e viceversa.
Tra l'altro, anche questa lancia voglio spezzare...Accetto che l'interesse di un minore sia superiore a quello di un adulto, ma non che il diritto di quest' ultimo SCOMPAIA. Una madre e un padre non hanno solo doveri, ma anche diritti. I giudici a volte se ne dimenticano, seguendo una retorica stucchevole, ripeto non suffragata da conoscenza e dedizione adeguate alla delicatissima materia.
MI fermo qui, ma il discorso potrebbe continuare per pagine. Magari sulle pagine FB degli avvocati (che proliferano)  si potrebbe aprire un confronto interessante su questo. Ma con SINCERITA', e senza parole d'ordine banali, che troppo ne ho sentite da colleghi che devono pregare di non incrociare mai la mia strada...
Ecco intanto l'articolo di cronaca

IL CASO

Bimbo conteso, accolto il ricorso
La madre lo riporta a casaIl bambino prelevato nell'ottobre del 2012 da scuola (archivio)

Difetto di motivazione, la Suprema corte accoglie il ricorso della donna che si è presentata a casa dell'ex marito. L'uomo le ha «restituito» il figlio

PADOVA - La decisione della Suprema Corte, che attribuisce un difetto di motivazione nella decisione dei giudici d'appello, rimandando al tribunale di secondo grado il processo, rappresenta per la mamma del bimbo conteso di Cittadella una prima vittoria. E la donna non ha atteso uan frazione di secondo: annullato l'appello sono infatti valide le misure emesse in primo grado, nelle quali era previsto che il piccolo stesse con lei. E così mercoledì sera la donna, assieme ad avvocato e familiari, si è presentata davanti alla casa protetta di Padova in cui si trova il bambino per ordine del giudice e per scelta del papà. La donna ha presidiato l'entrata della struttura per ore chiedendo di potersi portare a casa suo figlio. Affinché non accadesse nulla di pericoloso la signora è stata fatta entrare. Una suora le ha detto che il piccolo non si trovava lì ma stava con il padre a casa sua. La donna allora si è presentata nel quartiere dell'Arcella dove abita l'ex marito, e si è piazzata sotto casa sua. A tarda sera l'uomo, per non turbare il piccolo e per non ricadere nelle stesse scene di tre mesi fa, ha messo giubbetto e berretto al bambino, e, pur con un nodo alla gola, gli ha spiegato che si sarebbero visti presto e, con tutta la calma e la serenità di cui quel bimbo ha bisogno, lo ha consegnato alla mamma senza discussioni, assicurandosi che, per quanto previsto dai giudici di primo grado, sia messo nelle condizioni di vedere il bambino con regolarità, in attesa del nuovo appello.




21 commenti:

  1. FRANCESCA MAZZONI

    e ora la mamma lo farà vedere questo figlio al padre, o lo barrica in casa con il filo spinato un'altra volta?

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    1. Già provveduto: Leonardo non vedrà più il padre fino al prossimo uso della forza da parte della polizia.

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  2. GIUSY D'ORTA

    perchè ci vuole la patente per guidare, l'abilitazione per fare l'avvocato, ma qualsiasi cretino dotato di fertilità può mettere al mondo figli...

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    1. Eh Giusy , problema antico....forse perché si teme che finiremmo per estinguerci ?

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  3. MARTA COLOMBO

    non è cambiato nulla, questi due genitori continuano a lottare a colpi di ricorsi e non si pongono minimamente in discussione. La giustizia fa quello che può ma in un caso come questo è ben poco rispetto al fardello che questo ragazzo si porta appresso: due genitori immaturi e egoisti.

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  4. ELEONORA PUZZELLO

    troppo comodo dare la colpa a entrambi. se la madre avesse ottemperato ai provvedimenti del giudice questo non sarebbe successo. Lei non voleva fare vedere il bambino al padre e questo è il risultato. Ma cosa deve fare un padre per vedere un figlio, aspettare 20 anni e poi sei un estraneo? I giudici dovrebbero incominciare a sanzionare il genitore che non fà vedere il figlio, anche duramente (come perlatro prevede il codice) Questa è l'unica soluzione.

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  5. In linea di massima - nel caso di specie come ho scritto ho delle idee, ma sono prudente perché la vicenda nei dettagli nessuno la conosce - sono d'accordo con Eleonora. Però ecco che la Cassazione sembra dare ragione alla madre...comunque certo torto non le dà, cassando la pronuncia della Corte d'Appello che aveva sanzionato la genitrice e riconosciuto l'alienazione parentale di Leonardo....In realtà, se le separazioni con minori hanno preso questa deriva, le responsabilità sono "sistemiche". Partono certo dai genitori ( e non è vero che le colpe siano al 50% ) , ma gli addetti ai lavori non sono immuni da colpe. Anzi.

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    1. solo 12 giorni prima la Cassazione aveva preso in un caso analogo la decisione opposta riconoscendo l'alienazione parentale (v. documenti dei 64 e dei 25 esperti psicoforensi). Purtroppo c'è una sostanziale differenza: nella controversia di 12 gg. prima l'alienante (quindi abusante secondo la SINPIA) era un uomo. In questo caso è una donna. La differenza sta tutta qua.

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  6. LISA TAMARO

    secondo me non bisogna fare riferimento a madri e/o padri basta con questi genitori che utilizzano i figli per delle ripicche inutili che danneggiano solo i figli... sono d'accordissimo sulle sanzioni esemplari di queste persone che sono genitori solo sulla carta ... e lo dico con cognizione di causa facendo anche io da anni diritto di famiglia...

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  7. Attenzione...dal 2006 le cose sono cambiate...con l'ingresso dell'affidamento congiunto, e soprattutto con la lenta ma avanzante bigenitorialità perfetta, coi figli anche fisicamente presenti in modo paritario presso padre e madre, anche i primi si sono iscritti di diritto al club dei manipolatori. Certo, i numeri indicano ancora una prevalenza assoluta di condotte patologiche da parte delle madri, ma, ripeto, anche i padri stanno "imparando". Il problema che pongo al "gruppo", fatto di legali, è : noi facciamo la nostra parte per SCORAGGIARE questo tipo di genitori ? Quelli oltremodo conflittuali, manipolativi, fino alle false denunce ?

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  8. MARTA COLOMBO

    poi certo è difficilissimo... io seguo in paio di casi di gente che si combatte da anni, non hanno più un quattrino e ciò nonostante continuano a farsi dispetti vari. Quando propongo la mediazione semi-gratuita del Comune di Milano, trovano tutte le scuse per non farla. Anche per me è frustrante perché mi metto nei panni dei figli che patiscono tutto questo.

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  9. Mi piace questo confronto Dunque...la mediazione obbligatoria è un po' un ossimoro. Tanto è vero che l'obbligatorietà è stata eliminata anche dal civile... Ci vuole la cultura della mediazione...quindi ci vuole lavoro, tempo , pazienza...non s'impone per decreto. Per legge si possono semmai immaginare altri strumenti, delicati che però potrebbero, in questi casi patologici, avere una qualche efficaci . Esiste già il "curatore del minore", e si parla di costituire un avvocato dello stesso nel processo di separazione o divorzio....Altro modo, estremo ma efficace, e togliere l'acqua a questo mare in cui certi genitori sguazzano. Laddove si capisce che il cliente è manipolativo e agisce compromettendo il figlio, rinunciare al mandato. Il CTP di Cittadella con la madre lo ha fatto....Ma quella ne ha facilmente trovato un altro...

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    1. MARTA COLOMBO

      hai ragione Stefano Turchetti ormai ci sono troppe persone in malafede.. dovrebbero trovarsi terra bruciata intorno, invece ci sono stuoli di avvocati e consulenti pronti ad avallare le loro nefandezze. Tempo fa ho affiancato una collega in un caso in cui la madre ha cambiato sei o sette avvocati prima di trovare quello che "faceva per lei", cioè che sosteneva, contro ogni evidenza e contro il bene del figlio, la sua posizione.

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    2. Esatto....ma addirittura su Internet ad un certo punto era comparso un sito dove uno studio di professionisti - avvocati e psicologi - fornivano assistenza per le strategie utili all'affidamento esclusivo dopo la "famigerata" legge del 2006....Dopo poco per fortuna è scomparso...ma il logo pubblicitario era da brividi

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  10. Io sono d'accordo sull'utilità della mediazione...ma lì ci porti genitori arrabbiati magari ma NON in malafede ! Quelli che arrivano alle false denunce, che bombardano i figli su cosa dovranno dire, oggi che c'è quest'altra questione delicatissima dell'ascolto dei minori...in mediazione NON ci vanno e se fanno dei percorsi terapeutici perché il tribunale li caldeggia fortemente (per cui sarebbe pericoloso disertarli), pagano avvocati e consulenti per farsi "preparare" per fare buona figura...Se i professionisti (avvocati e consulenti) si sottraessero a questo gioco, sarebbe facile arginare il fenomeno. Ma questo sì è utopistico !!

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    1. La mediazione potrebbe servire se ci fosse equilibrio tra le parti: come a scacchi la patta si propone quando nessuno dei due giocatori può prevalere sull'altro. Purtroppo nel diritto di famiglia italiano c'è un vincitore prestabilito, quello di sesso femminile. in qualsiasi altro Paese una donna come la "madre" di Leonardo l'avrebbero schiaffata in galera ed il figlio non l'avrebbe visto mai più ed il filo spinato l'avrebbero messo intorno a lei. Purtroppo qui siamo in Italia

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  11. LUCA MAENZA



    http://static.ilsole24ore.com/DocStore/Professionisti/AltraDocumentazione/body/13800001-13900000/13887273.pdf
    http://static.ilsole24ore.com/DocStore/Professionisti/AltraDocumentazione/body/13800001-13900000/138

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    1. Un grazie sincero a Luca....preziosa la sua allegazione. Importante per tutti noi, al di là delle mille perplessità che può suscitare.

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    2. LUCA MAENZA

      prego credo che il dato oggettivo da cui partire non avendo la disponibilità di carteggi precedenti né consulenze o altro sia la lettura della sentenza della Cassazione!!

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    3. Certo. Che però conferma, a mio avviso, come questo campo stia diventando sempre più scivoloso e complicato....anche senza le problematiche che in questo confronto sono emerse ( e quindi responsabilità gravi di genitori che non si fermano davanti a nulla, assecondati da avvocati e consulenti complici). Alcune domande : 1) a questa madre è stata REVOCATA la potestà genitoriale, ritenuta responsabile dell'atteggiamento ostile (ODIO!!) del bambino verso il padre. Questo provvedimento non è stato MAI revocato. Eppure dopo 8 anni siamo ancora lì. Il Bambino vive con la madre e il padre per vederlo deve passare per i servizi sociali. Com'è possibile ? 2) otto anni !!! che macerie sono state fatte nel frattempo nella mente e nell'anima di quel bambino ? 3) I bambini vanno ascoltati...giusto. Ma di fronte ad uno che dice "non voglio vedere mio padre" Perché ? "perché no", possiamo accettare che uno dei genitori scompaia così ? e come ci si è arrivati a questo rifiuto ? Potrei continuare....

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  12. Domande giustissime: la risposta è che questta è l'Italia non la Germania o l'Olanda

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