L'altro ieri Soros (articolo comparso sulla pagina delle idee del Corsera ) è tornato su un tema che aveva già affrontato e a lui caro (credo che abbia un qualche conflitto di interessi in materia, essendo uno dei più grandi speculatori finanziari del pianeta ) : il sistema dell'Euro e l'indispensabilità degli eurobond per uscire dalla crisi sistemica determinata da una moneta unica per un complesso di stati con economie e debiti diversi. Al Mondo non esiste una cosa così, e i risultati si vedono. Siccome , come sappiamo, l'ostacolo vero all'adozione di titoli europei garantiti dalla BCE (come accade in America con la FED, il GB con la Bank of England, in Giappone, in Cina....) è la Germania (che peraltro ha le sue ragioni, per carità...) , Soros la fa semplice : o i tedeschi cedono, o la Germania esce dall'Euro. Che magari i cittadini teutonici sarebbero pure felici di tornare al loro amato marco, ma, come hanno osservato numerosi osservatori, magari le loro imprese meno, visto i due grandi vantaggi che questo sistema ha comportato (e comporta) per loro : denaro a costo zero e facilitazioni dell'export sia sul mercato europeo che internazionale ( i prodotti italiani, per dire di casa nostra, con imprese costrette a finanziarsi con costi 4 e 5 volte superiori ai propri concorrenti tedeschi, sono meno competitivi sia in Italia che fuori ).
Insomma, la leadership tedesca, che pure per certi versi è legittima per la dimensione del territorio e dell'economia di quella nazione, sarebbe tollerabile se esercitata con spirito veramente europeo, un primus inter pares, che ha a cuore l'interesse e il benessere di tutti. Diverso è se la leadership si trasforma in supremazia a beneficio solo del più forte...
Discorso vecchio, che però rimane attuale visto che, nonostante spread e mercati restino favorevoli, numerosi nuvoloni neri vengono avvistati all'orizzonte, e del resto come potrebbe essere diversamente se, a dispetto della finanza che gode di buonumore, le economie di quasi tutta europa stentano e dopo due anni di salassi di rigore fiscale miglioramenti non si vedono ?
Giuseppe Turani, in un suo puntuale articolo pubblicato su "Quotidiano net" ha anche dato una plausibilissima spiegazione di questa perdurante tregua che nessuno s'illuda eterna. Specie certi dementi della politica di casa nostra, che si trastullano col "risiko" del Colle e di Palazzo Chigi, come se la realtà italiana consentisse giochi di strategia buoni per le serate in pizzeria.
Buona Lettura
Italia spaccata in due come una mela. La Borsa vola (più del 3 per cento) e lo spread scende a quota 300. Da mesi e mesi non si vedeva una finanza così tonica, così in forma. Ma nello stesso tempo il presidente di Confindustria fa sapere che il tempo è scaduto e che la situazione è drammatica: grosso modo falliscono, spariscono, due mila aziende al mese (ognuna delle quali lascia sul lastrico i propri dipendenti).
I politici italiani ascoltano e vedono tutto ciò, ma non fanno una piega, tirano fuori la cravatta più elegante che hanno e si recano al più vicino talk show televisivo, dove cominciano a disegnare i loro arabeschi: prima faremo il presidente della Repubblica, poi, forse, il governo, oppure nuove elezioni.
Il capo della Confindustria, Squinzi, urla che qui sta affondando tutto, ma le sue grida si perdono nel vociare televisivo dei nostri talk show. Tutti si lamentano che la politica va troppo piano, ma nessuno si mette a correre. Parlano, soprattutto.
E non ascoltano nemmeno l’Europa, la quale continua a dirci che stiamo diventando un pericolo per il resto del Vecchio Continente. Il contagio potrebbe partire proprio dall’Italia, questa volta. Niente, nessuno sembra avere orecchie per ascoltare.
Ma come mai, mentre l’economia reale affonda, la finanza va benissimo? Speculatori? No, globalizzazione, semplice globalizzazione. Ecco gli elementi che spingono in su le Borse e in giù lo spread:
1- In questo momento il mondo è pieno di soldi. La Federal Reserve americana e il Giappone stanno inondando il pianeta di dollari e di yen nel tentativo di ridare slancio alle rispettive economie. Ma questi soldi, ovviamente, fanno il giro del mondo e arrivano anche qui da noi. Inoltre, il Giappone ha gettato sul mercato una quantità di yen talmente spaventosa che un po’ tutti i grandi investitori stanno fuggendo da quella piazza e finiscono anche qui da noi (da qualche parte devono pur andare).
2- Nonostante questo, ci sarebbero buoni motivi per prendere a bastonate l’Italia, la sua Borsa e il suo spread. Ma nessuno lo fa perché hanno tutti paura. Temono, cioè, che l’esplodere di una crisi italiana, in questo momento, farebbe saltare per aria l’euro e l’Europa, e provocherebbe una recessione mondiale dalla quale non si salverebbe nessuno. E quindi stanno tutti pronti con fucili puntatati, ma non sparano.
3- Infine, c’è il fatto che a settembre si vota in Germania per confermare o mandare a casa la signora Merkel. E la signora, ovviamente, ha fatto sapere nei circoli che contano che non vorrebbe crisi da qui a settembre. Se l’Italia e gli altri paesi mediterranei hanno bisogno di qualche soldo per non andare a rotoli, lo si troverà. L’importante è che nessuno faccia colpi di testa. Insomma, c’è uno “scudo Merkel” che un po’ ci protegge.
I nostri politici, intanto proseguono nei loro inutili balletti e in cuor loro pensano che questo sarebbe il momento giusto per andare a Bruxelles per farsi autorizzare a fare un altro po’ di debiti. Ma non riescono a fare un governo. E allora devono star qui a mordersi le mani. Impotenti. Non riescono nemmeno a fare nuovi debiti.
Dal "Quotidiano Nazionale" dell'11 aprile 2013
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