giovedì 25 aprile 2013

NEL PD CERCANO DI RIPRISTINARE LA DISCIPLINA : CHI NON VOTA LA FIDUCIA, ESPULSO.

 

Nel PD continuano i mal di pancia, di coloro che già esplicitano il loro dissenso, verso questo governo col PDL :  la Puppato, Civati, Bindi. I giovani turchi non chiedono segreterie o ruoli rilevanti per "avere le mani libere", si legge.
Insomma, la nave alla fine si staccherà da terra, credo, ma la navigazione non durerà.
Però molti del PD che contano pretendono che quantomeno si salpi. e in diversi hanno minacciato che stavolta chi non vota secondo le indicazioni del partito, sarà espulso.
E naturalmente è polemica anche su questo. Ora, io vorrei capire uno come se la immagini la vita di una qualsiasi organizzazione sociale plurima. Ognuno fa come gli pare ? Allora non si associa.
Io non voglio un'assemblea permanente neanche con una compagna, e infatti non mi sposo. E nella mia vita poche volte ho fatto gioco di squadra. Ma nelle poche occasioni in cui ho deciso di far parte di un gruppo, ho accettato anche il concetto di DISCIPLINA.
Che non vuol dire non esprimere la propria idea e anche battersi perché questa prevalga. Ma se perdo, ho sempre pensato che esistessero solo due strade : adeguarmi alla maggioranza o, se proprio la decisione di quest'ultima era inaccettabile, andarmene.
Fare come mi pareva a me, restando, questo non l'ho mai ritenuta un'opzione.
Vedo invece che nei partiti di oggi non funziona così.
Elezione del Presidente del Senato. I grillini si riuniscono per decidere se votare o meno i candidati proposti dal PD, Boldrini e Grasso, per sapendo che i loro voti alla CAmera sono superflui ma al Senato decisivi. Decidono di non aderire, ma poi, in aula, nel voto segreto, un gruppetto disobbedisce alla decisione presa a maggioranza. I disobbedienti, rimasti anonimi, godono peraltro dell'appoggio della Rete, dove principalmente si agitano e si pronunciano quelli della sinistra radicale e anti berlusconiana che sperano in un governo PD e M5S con la mission fondamentale e imperdibile di affossare una volta per tutte  il Leader del Centrodestra, dichiarandolo ineleggibile, votando qualche legge ad hoc (perché quella ad personam sono brutte, ma quelle contra sono fighissime se contro i nemici...). Grillo si arrabbia però capisce che l'aria non è favorevole e abbozza lì per lì.
Ma dopo qualche giorno ricorda a quegli elettori, che hanno votato il Movimento pensando poi ad allearsi col PD, costringendolo sulla "retta via" di una sinistra estrema e movimentista, che hanno sbagliato voto. Il Movimento5Stelle non ha questo ruolo, e per loro il PD è solo il PDmeno Elle. Insomma, TUTTI i partiti sono colpevoli della situazione italiana, e il loro compito è di abbatterli. Tutti.
SI può non essere d'accordo, ma questo però era ed è.
Da noi invece c'è sempre chi si crede più furbo degli altri, e sale su un partito come fosse un taxi per la destinazione preferita.
Ma questo è NULLA rispetto a quanto accadrà nel PD pochi giorni dopo per l'elezione della Presidenza della Repubblica.
Io sono stato FELICE dell'affossamento di Prodi, però capisco quelli infuriati per il golpe nel segreto dell'urna. Dopodiché domando alla Serracchiani e agli altri che gridano contro la mancata obbedienza alla decisione del partito, perché questa cosa vale per Prodi e non per MArini ?
Anche lì ci fu un voto. Certo, l'opposizione fu trasparente, dichiarata, ma alla fine una netta maggioranza si espresse per l'ex leader sindacale. Il giorno dopo Marini fu bocciato, il partito mostrò la sua divisione, ma non ci furono gli alti lai sentiti per i franchi tiratori che avrebbero poi abbattuto il capo dell'Ulivo.
Perché ? Non mi diranno mica che il problema sta nell'anonimato ??? 
Io francamente non so perché esista il voto segreto. A livello così alto come quello di un parlamentare dovremmo avere rappresentanti con la schiena dritta, che a testa alta sostengono la loro posizione.
Ma magari Sergio Romano mi spiegherà che è un'altra delle tutele in vigore dai tempi dell'Ancien Regime, per evitare le vendette del Re....
Resta che il voto segreto esiste, e non sento tanta gente agitarsi perché venga abolito. 
In conclusione, resto dell'idea che il dissenso sia legittimo ma che in una organizzazione sociale deve trovare un limite nella disciplina verso le decisioni prese a maggioranza. 
Nel PD peraltro c'è il rischio che se espellono tutti i dissenzienti, poi scoprono di essere rimasti veramente in pochi...
Ecco l'articolo del Corriere on line sulla linea dura preannunciata. 




GOVERNO - PER LA LINEA DURA FRANCESCHINI, BOCCIA E SERRACCHIANI

«Chi non vota la fiducia è fuori dal partito»
Nel Pd la minaccia delle espulsioni

Puppato: «Niente minacce». Civati: «Almeno il 25 aprile non parliamo di cacciare qualcuno»

Laura Puppato (Daniele Scudieri/Imagoeconomica)Laura Puppato (Daniele Scudieri/Imagoeconomica)
«Nessuna minaccia ai colleghi ma ci sono delle regole che vanno rispettate ed è chiaro che chi non dovesse votare la fiducia al governo sarebbe fuori dal partito». Francesco Boccia, deputato del Pd, interviene a Sky Tg e risponde, senza nominarla, alla senatrice Laura Puppato che aveva detto che non se la sentiva di votare la fiducia a fronte della presenza di certi ministri del Pdl nell'esecutivo Letta. «Se ci fosse un governo di Letta con Alfano vice premier, alla Giustizia magari Brunetta, la Gelmini all'Istruzione, Schifani all'Interno allora davvero io ho un problema di coscienza... e non lo voto», aveva detto la Puppato. Boccia replica:«Nessuno può anteporre personalismi a interessi collettivi così importanti». Pronta la replica della parlamentare Pd: «Niente minacce: di minacce non si vive e non si lavora». In precedenza era stato anche Dario Franceschini a ipotizzare l'espulsione di quanti dovessero votare contro la fiducia al governo Letta. Tra i fautori della Linea dura anche Debora Serracchiani, neo presidente della regione Fvg: «Io credo - ha detto a margine della cerimonia per il 25 aprile a Udine - che quello che è successo lo scorso fine settimana a Roma soprattutto per quanto riguarda Prodi sia gravissimo dentro il partito. Un partito - ha aggiunto - non si costruisce sulla fedeltà al leader, ma sulla lealtà fra chi ne fa parte. Quella lealtà e completamente saltata, e ovviamente se dovessimo trovarci di fronte alla medesima situazione io vorrei davvero che questi franchi tiratori si palesassero, si presentassero e naturalmente uscissero dal mio partito perché non credo - ha concluso Serracchiani - che ci siano le condizioni per andare avanti insieme».
CIVATI - A gettare acqua sul fuoco anche se critico sul governo che sta per nascere il deputato Pippo Civati che sul suo blog scrive: «Almeno il 25 aprile non parliamo di espulsioni». Lo scrive Pippo Civati del Pd sul suo blog. «Non sta molto bene, diciamo. Chi non è d'accordo, va ascoltato, non espulso. Io -aggiunge - per esempio ascolterei volentieri i 101 che non hanno votato Prodi. Davvero. Sarei felicissimo di conoscerli, oltretutto. E anche di raccogliere, in un instant book, le loro motivazioni. Titolo: il Pd, franco tiratore di se stesso».


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