A me suona strano , da liberale e anti comunista quale sono dalla tenera età di 14 anni ( e ne sono passati quasi 40 da allora...) trovarmi a leggere con piacere e condivisione (non totale, ma diffusa ) il bel libro di Piero Sansonetti - giornalista valente che ha passato gran parte della sua professione all'Unità - , intitolato "La sinistra è di destra". Eppure è così. Sansonetti lucidamente e lodevolmente ritraccia i confini ideologici essenziali tra liberalismo e socialismo - criticando sia il liberismo che lo stalinismo - , ponendo l'accento tra le due diverse priorità : per i liberali è la LIBERTA', per i socialisti è l'UGUAGLIANZA. In una democrazia sono previste entrambe (del resto era così nel motto famoso della Rivoluzione Francese...Liberté, Egalité e ci misero pure, presi dall'entusiasmo, la Fraternité ) , MA , i due ideali , seppure non antitetici, hanno punte di contrasto. I liberali , a differenza dei conservatori oltranzisti, accettano il superamento delle diversità di classe, di nascita, e anche un ragionevole principio di redistribuzione , auspicando e favorendo l'uguaglianza dei punti di partenza. Per il socialismo ortodosso, di derivazione marxista, l'uguaglianza deve riguardare i punti di approdo. " Da ciascuno secondo le sue capacità ( e fin qui...), a ciascuno secondo i suo BISOGNI ( e non MERITI, che è invece l'assunto liberale)". Ovviamente, nei secoli, quasi due oramai, le posizioni si sono "contaminate", specie dal dopoguerra, con l'affermazione, soprattutto in Europa, di sistemi di economia "mista", pubblica e privata, di ampliamento del welfare, della redistribuzione della ricchezza...Insomma,strumenti tutti tesi a ridurre la disuguaglianza senza la pretesa di eliminarla del tutto.
Io sono molto amico di Riccardo, un valente collega friulano, un liberal di sinistra, e coerentemente riproponiamo, nel nostro confronto, questa differenza di priorità. Resta secondaria la mia sensazione che abbia poi più facilità io a "vivere" le mie idee che lui le sue.
Tornando al libro di Sansonetti, e la sua tesi che la sinistra sia scomparsa (salvo delle riserve indiane) per un eccesso di spostamento a destra (finendo sostanzialmente per occupare un centro più o meno "illuminato" di buone intenzioni riformiste ) , l'autore vede due elementi principali alla base della deriva : l'accettazione del liberismo economico, come UNICO sistema, e l'approdo al giustizialismo. Nel primo caso, la Sinistra ha rinunciato, dopo la sconfitta dello statalismo di tipo sovietico, a cercare forme alternative di sviluppo economico, accettando il mercato come unico sistema, proponendosi semplicemente di "regolarlo", disciplinarlo in modo da garantire che parte ( la quantità varia) della ricchezza prodotta vada incanalata nella redistribuzione. E' un po' il Blairismo, che infatti per Sansonetti sinistra NON è.
Nel secondo caso, l'approdo al giustizialismo e il matrimonio con la elite intellettuale e magistratuale per una Italia più ETICA, dove per legge - e non per educazione e persuasione - si costruisce l'uomo "migliore", è necessitato dalla constatata incapacità di arrivare al governo per via democratica (elettorale).
Il risultato è stato, negli ultimi 20 anni , un rigonfiamento ipertrofico dell'attivismo delle Procure NON più concentrate a perseguire i reati che più allarmano la società : furti , rapine, violenze e magari, con essi, limitare lo strapotere della criminalità organizzata che invece si sta espandendo oltre gli antichi confini regionali del sud. No, i reati sensibili, per questa elite, non per la gente, sono la corruzione, la frode fiscale e da ultimo addirittura la prostituzione (roba che un tempo, partivi da lì, da neo sostituto, oppure era la che ti retrocedevano, se ti rivelavi piuttosto incapace di cose più serie).
Ci sono tanti giornalisti e uomini di cultura ovviamente iscritti a questa nuova frontiera, e tra questi sicuramente c'è Gramellini che se la prende coi parcheggiatori abusivi !!!
Non ci volevo credere...uno di sinistra, della scuola per la quale rubare - immaginando che lo facessi per fame - non era reato, adesso se la prende coi parcheggiatori....deridendoli anche un po'...gente che guadagna standosene ferma per ore al sole...
Meglio in vece i lavoratori "socialmente utili" ? Almeno i primi campano sulla generosità dei privati che gli allungano uno o due euro...i secondi sono a spese nostre senza libera scelta !
Badate bene, anche io rimango sorpreso al fatto che chi esercita un'attività illegale - per quanto di nessuna pericolosità - di fronte al giro di vite dell'autorità arrivi a manifestare sotto il balcone del Sindaco....
Però devo dirlo IO ? , un liberale, che se si arriva a questo il problema NON è giuridico ???
Ecco comunque l'articolo di Gramellini
“Diritto all’illegalità” di Massimo Gramellini da La Stampa del 15 maggio 2013
«Non siamo mafiosi», era il loro urlo di dolore, e in effetti non c’è chi non veda la differenza fra chiedere denaro in cambio di protezione e chiederlo in cambio della garanzia di ritrovarsi la macchina non rigata (o la macchina, tout court).
La persecuzione dei parcheggiatori abusivi – gente perbene che si guadagna onestamente da vivere rimanendo ferma sotto il sole a non fare nulla anche per ore – rientra in un quadro di vessazioni più generale. Davanti ai tentativi, sporadici ma pur sempre arroganti, dello Stato di far rispettare la legge, stupisce che solo i parcheggiatori abbiano trovato il coraggio di ribellarsi apertamente. Cosa aspettano i borseggiatori a sfilare sotto le finestre del municipio per rivendicare la sacrosanta libertà di scippo? E gli usurai, i contrabbandieri, gli spacciatori? Immagino che il loro riserbo nasconda, più che una qualche forma di pudore, il sospetto che uno stillicidio di proteste potrebbe non sortire l’effetto sperato. Sarebbe decisamente più efficace una manifestazione nazionale che riunisse tutte queste professioni sotto il nobile vessillo del diritto all’illegalità. Additando il corteo dei parcheggiatori abusivi che rivendicavano con orgoglio l’appartenenza alla categoria, sembra che un agente provocatore appena sceso da una Panda abbia fatto notare ai vigili che finalmente esisteva la possibilità di coglierli in flagranza di reato. Non mi stupirei se gli avessero dato una multa.
Questo post di Gramellimi mi fa riflettere una volta di più sulla deriva legalitaria della sinistra, denunciata da PIero Sansonetti nel suo libro “La sinistra è di destra”. Ne consiglio la lettura. Un tempo gente che si arrangiava con lavoretti abusivi per rimediare la giornata era guardata con indulgenza dai più, e difesi a spada tratta dalla sinistra che al concetto, di destra, di Law and Order, opponeva lo stato di difficoltà delle persone a causa di una società che non forniva sufficienti opportunità di lavoro. In questo modo veniva giustificato chi rubava, altro che i parcheggiatori abusivi. E mi sembra del tutto spropositato, provocatorio, l’accostamento che Gramellini fa ad altre forme di illegalità i cui autori potrebbero decidere di manifestare di fronte al giro di vite delle autorità. Vedete, si tratta di valutare l’”allarme sociale” delel condotte, ed è per questo che il totem dell’obbligatorietà dell’azione penale è una grossa stupidaggine peraltro molto cara alla sinistra capalbiese, di cui Gramellini ha ben diritto di far parte. Un tempo la distinzione tra delinquenti e poveracci era impossibile per la destra fascistoide e forcaiola. Vedo che è una carenza che si è propogata.
RispondiEliminaGIOVANNI TAURASI (QUINTO STATO )
EliminaQuestione di punti di vista caro ultimo Camerlengo… a me però il tuo commento fa pensare invece alla deriva antilegalitaria della destra catodica italiana, per cui un reato va valutato solo in base all’allarme sociale che crea (siamo così passati dalla crisi economica ‘percepita’ alla criminalità ‘percepita’). Non si capisce inoltre perché quando un reato viene commesso da un immigrato crea maggiore allarme sociale. Il commento mi lascia molto perplesso. Si vede che sono già pronto per la spiaggia di Capalbio…
E’ un’obiezione che dovresti fare a Sansonetti…dopo averne letto il libro che invece temo non faccia (più) parte delle letture di chi preferisce micromega (oso sperare non anche il Fatto). Vedi caro Giovanni, mio padre era un Giudice, e io faccio l’avvocato da oltre 25 anni. Forse il pianeta giustizia lo conosco un pochino meglio di te, e ti assicuro che la selezione dei reati da perseguire c’è sempre stata, solo che viene lasciata alla valutazione delle Procure. Insomma l’obbligatorietà dell’azione penale non ha mai operato veramente. Se questo è, ed è così, dovresti domandarti come mai il nostro sia l’UNICO PAESE AL MONDO dove la Procura è organo equiparato alla Magistratura giudicante. Leggendoti, so che non ti dispiacciono le cose di Francia (più che della GB, o gli USA, dove giudici e procuratori sono eletti..) . Ebbene lì la pubblica accusa è diretta dall’Esecutivo. Quello che da noi per voi sarebbe fascista. Fai l’accostamento ai reati degli immigrati, ma : 1) io non ho fatto questo paragone…ma se ne vogliamo parlare, ho sempre guardato con sfavore le retate dei vigili contro i venditori ambulanti abusivi, esattamente per lo stesso principio di tolleranza per una piccola illegalità con la quale magari questa gente sopravvive, evitando di rubare 2) tu invece lo fai, e allora non è che c’è un razzismo alla rovescia ? I parcheggiatori abusivi bianchi NO, e i venditori ambulanti di colore SI’ ? Se tu leggessi l’Ultimo Camerlengo, come io leggo Quinto Stato, avresti visto la critica dei commenti di ferocia razzista dopo l’ultimo, gravissimo, fatto di Kobobo e delle sue vittime . Però vedi Giovanni, la differenza è che a Capalbio si leggono solo le cose degli “amici”. E Sansonetti, che parla della deriva giustizialista della tua sinistra, e di toghe rosse, non è ammesso.
EliminaCon immutata stima
GIOVANNI TAURASI (QUINTO STATO)
Eliminabè, sul fatto che non seguo puntualmente l’ultimo Camerlengo, ci tengo a precisare che non lo faccio per ostilità preconcetta, ma semplicemente, per dirla alla Massimo Troisi, perché “voi siete in tanti a scrivere, ma io sono uno a leggere”, e mi è già complicato tenere dietro al mio blog. Non avermene (trovo tra l’altro condivisibili alcune tue critiche al mio mondo di riferimento). Detto questo ribadisco che la tua critica a Gram si può semplicemente vedere da un punto di vista speculare a destra!
La questione relativa all’allarme sociale non era rivolta naturalmente a te, ma al fatto che mi pare che si enfatizzino di più in certi casi alcuni gravi episodi sui media. Faccio un esempio concreto: l’uomo (a dir poco psicolabile) che ha preso a picconate innocenti cittadini sui media è diventato “l’immigrato” (con l’aggravante di clandestino) che ha preso a picconate inermi cittadini. Invece io penso che il modo corretto di raccontare questo fatto sia che “un uomo con gravi problemi psichici ha ucciso delle persone innocenti”. Che sia un immigrato è un aspetto secondario. Mica le ha uccise perché è un immigrato o un clandestino, ma perché è un assassino!
Saluti
GT
XANDER
RispondiEliminaHo sempre apprezzato Sansonetti per la sua onestà nonché autocritica tipicamente marxista che non è mai stata applicata da sedicenti politicanti di "sinistra". Lui è netto, guarda le contrapposizioni europee, e su alcune cose ragionando da socialista democratico non sono d'accordo: erroneamente si associa il liberismo (selvaggio, aggiungerei) al liberalismo (sicuramente più etico) e viceversa, sono due cose per me differenti. I socialisti in Italia, o meglio quei quattro gatti legittimati che ci sono, hanno abbandonato il marxismo con Craxi, che può aver segnato la crescita del partito quanto la sua rovina, ma l'uguaglianza (lasciato ai comunisti) è un principio che è diventato equità (non in senso montiano), mantenendo i bisogni e promuovendo meriti (mandare avanti chi è nato indietro diceva Nenni). Trattandosi di una anomala sinistra, normale che vadano oltre (l'oltrismo la sua malattia), la fine dell'esperienza sovietica li ha resi orfani del nemico con cui prendersela e tanti saluti a Stalin incominciando a fare affari con la macchina politica. Sansonetti non spara mai a zero, ha sempre inteso la sinistra italiana nelle sue divisioni tra riformisti e massimalisti come Riccardo Lombardi. La questione sulla giustizia la condivido, si perde tempo sulle caramelle e non sulle torte che fanno male, d'altronde è un comunista che definirei "illuminato" e non mi sono stupito che sia stato cacciato fuori da "Liberazione" e dal "Manifesto".