lunedì 20 maggio 2013

IL BAMBINO DI CITTADELLA "DIVISO" SALOMONICAMENTE . CONFERMATA LA PAS. MA NON FINIRà QUI.


La storia infinita del bambino di Cittadella di Padova ha una nuova puntata e vedrete che non sarà l'ultima.
Riassunto, brevissimo, delle puntate precedenti :
1) figlio conteso da padre e madre, affidato inizialmente alla prima (al tempo non esisteva ancora l'affido condiviso). Crescendo il bambino finisce per mostrare ostilità al padre e a dire di non voler andare con lui nei tempi pure spettanti all'altro genitore.  Di fatto, quest'ultimo finisce col non vederlo quasi mai (e credo solo in presenza di un assistente sociale)
2) La Corte di Appello di Venezia stabilisce che l'avversione del figlio per il padre è stata determinata dalla condotta della madre e affida il bambino in via esclusiva al primo. Stante l'ostilità del minore e la necessità di ristabilire il rapporto con il genitore demonizzato, il figlio viene temporaneamente collocato presso una casa famiglia
3) La Corte di Cassazione cassa la sentenza d'appello, contestando una insufficiente motivazione sia nel limitare gravemente la presenzadella madre nella vita del figlio, sia nell'attribuire con certezza ed esclusività alla genitrice   la causa del rifiuto del padre da parte del bambino. SI  rinvia per un nuovo giudizio
4) La Corte di Appello di Brescia stabilisce ora che il bambino debba vivere presso entrambi i genitori, alternandosi in modo  sostanzilamente paritario. La potestà genitoriale pare sia attribuita al padre, ma stante l'altissima conflittualità, le decisioni più importanti dovranno essere prese col vaglio degli assistenti sociali che sentiranno anche la madre.
Quest'ultima fa capire che non accetterà nemmeno questa decisione, ma che desidera che sul figlio cali il silenzio. Cara signora, dipende anche, non solo, da lei....
In attesa di conoscere meglio qualche dettaglio della sentenza, posso intanto registrare come continui l'esagerata querelle sulla PAS, la sindrome da alienazione genitoriale, che alcuni psichiatri sostengono manifestarsi a causa dell'opera di manipolazione dei figli condotta attraverso denigrazioni e falsità costanti nei confronti dell'altro (personalmente conosco da vicinissimo un caso del genere. Nella fattispecie, a rovinare i figli  è il padre. Che da quando esistono i "mammi" nelle famiglie, in caso di separazione  gli uomini si sono messi a rincorrere le donne sulla china discendente, sia  legale che morale ).
La questione divide anche la Cassazione, che pure dovrebbe essere il Giudice della Legge, che dirime le controversie dettando i principi di diritto. E invece succede, come in questo caso, che sezione che vai ( ma a volte anche la stessa sezione !! basta che cambi il relatore....) sentenza che trovi.
Tre le frasi che mi irritano di più dopo 27 anni di avvocatura, segnalo : " è una questione di principio" e "la certezza del diritto".
Non necessariamente nell'ordine.    
Questo intanto la notizia da poco postata dal Corriere on Line

LA STORIA INFINITA

Cittadella, sentenza cambia ancora
Ora Brescia «divide» bimbo a metà

La decisione della corte d'appello. La residenza sarà dal papà: «Ora silenzio». La madre: «Starà lo stesso numero di ore con me e con il padre»

CITTADELLA - Un nuovo cambio di rotta sulla vicenda del bimbo condiviso di Cittadella. A stabilirlo la Corte d'Appello di Brescia che di fatto ha «diviso» il bambino tra mamma e papà. I giudici d'appello, la cui sentenza è operativa da oggi, hanno anche stabilito che il piccolo Leonardo avrà residenza definitiva dal padre. Una sentenza che sembra (e si spera) mettere la parola fine ad una delle vicende più assurde ed in parte incomprensibili che hanno visto come protagonista un minore.
La potestà resterà del padre anche se, data la forte conflittualità dei due genitori, è stato deciso che l'affidamento del minore sia delegato ai servizi sociali che faranno da «supervisori» nelle scelte importanti che coinvolgeranno il ragazzino. La storia era venuta alla luce nell'ottobre scorso quando venne registrato e trasmesso sul noto programma di Rai 3 «Chi l'ha visto?» un video in cui il ragazzino veniva prelevato a forza dalla scuola per applicare l'ordinanza di allontanamento dall'ambiente materno. Ma è stato solo l'inizio di una serie di accuse reciproche e tiri mancini tra genitori. L'ultimo in ordine di tempo, due mesi fa, quello della madre che per impedire che il padre potesse «portarsi via» il figlio ha sorvegliato giorno e notte la casa famiglia dove era ospitato Leonardo, salvo poi effettuare un vero e proprio blitz con tanto di urla e spintoni non appena la Cassazione aveva accolto il ricorso della donna.
«Mi auguro che ora si smorzino gli echi di questa vicenda - ha commentato laconicamente il padre - e che si possa pensare serenamente alla crescita del bambino». La Corte d'Appello ha tra l'altro riconosciuto in pieno la presenza della Pas, la sindrome da alienazione genitoriale, che sarebbe al centro delle dispute tra i due genitori.
«La decisione della corte d'appello di Brescia non cambia la sostanza: l'unica variazione è che da venerdì scorso i tempi di affido sono di fatto uguali tra me e il mio ex marito, prima stava un po' di più con me. Penso non sia corretto dire torna al padre perché non ho posto la questione di togliergli la patria podestà»: questa la lettura del pronunciamento dei giudici lombardi data dalla madre del ragazzino di Cittadella al centro da mesi di una disputa giudiziaria per l'affidamento. «Oggi il bimbo - ha aggiunto la donna, interpellata dall'Ansa - è andato a prenderlo a scuola il padre, mentre stamani l'ho accompagnato io dopo aver trascorso con lui il fine settimana. Dovrò fargli capire che adesso passerà più giorni con il padre. È grande e capirà. I giudici hanno detto che avrà due case». Secondo la donna, la battaglia legale non è comunque ancora terminata - «i giudici di Brescia non hanno sentito mio figlio per capire quale è la sua volontà» e nell'affido del ragazzino c'è un ruolo primario dei servizi sociali -, ma la madre assicura che non si ripeteranno scene come quella accaduta nell'ottobre scorso quando il ragazzino fu prelevato a forza all'esterno della scuola per l'affido in esclusiva al padre. «Per il suo bene - ha concluso - meno notizie si danno e meglio è. Sta finendo la scuola elementare e sta andando molto bene».
Riccardo Bastianello

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