Beh, non si può dire che a Renzi manchino il coraggio e il senso della sfida ! Prima s'inventa la rottamazione, sfidando tutta la nomenklatura storia del PD. Di fatto, se oggi D'Alema e Veltroni non siedono più in Parlamento, e gente come Marini, Bindi, Turco - ma l'elenco è lungo- sono anch'essi o fuori o marginalizzati, lo si deve a lui, al Gian Burrasca toscano. Oggi che la bandiera non gli serve più , l'ammaina, anche per non avvelenare troppo gli anziani militanti ( "rottama tua sorella" qualcuno lo ha esortato, ricorda lui con la sua apprezzata ironia ) . Ha lottato contro l'apparato, l'anima identitaria di sinistra, perdendo ma con onore - ben il 40% con primarie un po' truccate - e subito dopo la non vittoria di Bersani alle elezioni, è tornato in auge e stavolta sponsorizzato anche da chi ieri era suo fiero nemico (i giovani turchi...).
Se si facessero le elezioni in autunno, il candidato premier del PD stavolta sarebbe con ogni probabilità Matteo.
Non pago, ha scontentato, e non poco, i suoi simpatizzanti nel versante moderato, caldeggiando la candidatura di Prodi al Quirinale (lì, per il momento, ha perso il mio voto. Vediamo il proseguio) , e a riprova che Berlusconi lo abbia in simpatia ma di fondo lo tema, ci sarebbe la vulgata che non sia stato voluto dal Cavaliere a Palazzo Chigi, preferendogli il più tranquillo Letta.
Infine, non esita a prendere di petto Grillo e i suoi infidi pretoriani (i parlamentari), irridendoli per il palesato attaccamento alla diaria, evidentemente pronto a gettare l'abbocco anche a quel settore dell'elettorato.
Insomma, a Renzi gli schieramenti, gli steccati ideologici, proprio non garbano. Per lui non esistono voti blindati. Esistono cose da fare, e modi di farle. Lui le propone, e confidando di risultare credibile e simpatico, se piacciono confida che la gente finisca per votarlo. Gli ultrà non gli interessano : sa che sono tanto rumorosi, ma alla fine della fiera, folta ma assoluta MINORANZA.
Ecco il racconto della sua intensa domenica
Attacchi anche al Pd
Renzi: "Il M5s pensa solo agli scontrini
Che tra il M5s e Matteo Renzi non corra buon sangue è cosa nota. Beppe Grillo, per esempio, lo chiama "copia e disincolla": il ducetto pentastellato ritiene che il sindaco abbia copiato paro paro il programma del Movimento. Così, dal Salone del Libro di Torino, Renzi si toglie qualche sassolino dalla scarpa. La prima bordata: "Grillo non è così bravo con internet, ma è uno straordinario animale televisivo che ha costretto la tv ad inseguirlo". Poi la seconda, pesantissima, bordata: "E' ridicolo che chi ha votato il Movimento 5 Stelle pensando che potesse cambiare le cose si trovi oggi 150 parlamentari impegnati a discutere solo sugli scontrini e sulle diarie. Io dico, prendete quei soldi e governate!". Così nella presentazione del suo libro Oltre la rottamazione, in cui di fatto, il sindaco di Firenze, rinnega il termine che lo ha reso famoso.
"I grillini si spaccheranno" - Pochi minuti dopo, nell'intervista concessa a Lucia Annunziata a In Mezz'Ora, Renzi è tornato a parlare del Movimento 5 Stelle ribadendo un concetto espresso in mattinata: "Credo che il gruppo del M5s si spaccherà. Ha posizioni idologiche quando si tratta di andare dietro alla linea del leader, ma poi si spacca quando si parla di soldi e diaria", ha ribadito. Quindi altre critiche ai pentastellati, che "hanno saputo soltanto dire di no a tutto. All'alleanza col Pd, al governo, ai presidenti di Camera e Senato". Confidando probabilmente in una diaspora del Movimento, Renzi aggiunge che "c'è da lanciare una grande scommessa sul recupero dei voti dei Cinquestelle, ma non si fa con il politichese".
Critiche al Pd - Al Salone del Libro si è poi parlato della manifestazione della Fiom a cui il Pd, tra le polemiche, non ha preso parte. "Non è necessario andarci. Non dobbiamo andare dietro ai sindacati. Un partito politico non vive di manifestazioni politiche fatte da altri. Io, per esempio - ha aggiunto - ho trovato ridicolo fare una manifestazione contro la povertà", ha spiegato riferendosi a un recente corteo organizzato dal Pd. "E' doveroso combattere la povertà - ha chiosato - ma non ci si pulisce la coscienza facendo una manifestazione, si devono creare posti di lavoro". Ma la reprimenda ai democratici non è terminata: "Aver fatto risalire Berlusconi è un errore gravissimo, che ha fatto una sinistra troppo sicura di sè e troppo sorda alle richieste della base. Noi l'abbiamo riportato in politica facendo un clamoroso errore". Il sindaco, inoltre, conferma di non essere in corsa per la segreteria del Partito democratico.
"Governo può durare" - In collegamento con l'Annunziata, sempre sul governo Letta, Renzi ha aggiunto che "è l'espressione della sconfitta del centrosinistra, il primo a riconoscero è proprio Letta, che è una brava persona e capace, ma sa bene che non è il governo che volevamo noi. Le elezioni le abbiamo sostanzialmente pareggiate, per timidezza forse, sbagliando la campagna elettorale, ma abbiamo regalato a Berlusconi la possibilità di tornare in partita. Oggi - ha proseguito - si tratta di ripartire: oggi non c'è alternativa al governo Letta, e son contento se fa bene perché faccio il tifo per il mio Paese". Renzi puntualizza che Letta "si è dato un arco di tempo di 18 mesi per fare le riforme, quanti mesi sono cambia poco. Gli italiani dicono arrivi pure al 2016, se lavora bene. Secondo me - ha aggiunto - questo esecutivo può durare anche un anno in più rispetto al limite dei 18 mesi".
Brunetta e Mondadori - Quindi una battuta sulla polemica per il fatto che il sindaco ha pubblicato il suo libro con Mondadori, la casa editrice di Silvio Berlusconi: "Perché Mondadori? Perché è un'ottima casa editrice". Renzi, a In Mezz'Ora, è poi tornato sugli insulti rivolti da Dario Fo a Renato Brunetta per la sua altezza, un caso che ha fatto molto discutere nelle ultime settimane: "Ci sono tanti motivi per non trovarsi d'accordo con Brunetta e criticarlo, ma andargli contro sugli aspetti fisici è molto volgare. Ho trovato razzista e sbagliatissimo l'insulto rivologli qualche tempo fa da Dario Fo".
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