Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
domenica 9 giugno 2013
DEI DELITTI E DELLE PENE. IL PROBLEMA DI RENDERLE "CERTE".
Mi scuso subito per il titolo ambizioso, che, come tutti i titoli, ha lo scopo precipuo di attirare l'attenzione, la curiosità del lettore.
In effetti, scomodare il grande Cesare Beccaria è irriverente.
Però il titolo della sua opera leggendaria mi suonava bene per introdurre un argomento delicato nella società civile in generale, e per noi cosiddetti operatori del Diritto in particolare.
La CERTEZZA DELLA PENA.
Il primo problema della "certezza della pena" è costituito dal TROVARE e PRENDERE chi commette i reati. E questo molto spesso NON accade. In Italia (fonte Luca Ricolfi, docente universitario di Analisi dei Dati, che ha scritto "Illusioni Italiche" ) su 25 notizie di reato UNA arriva ad una condanna detentiva. E non è che i nostri tribunali siano degli "assolvifici", tutt'altro. Semplicemente, i colpevoli NON si trovano. E quando ci sono degli imputati, spesso mancano le prove, o almeno prove sufficienti. E questo è il primo GRANDE problema. Dopodiché c'è questa distonia tra pene COMMINATE e pene SCONTATE. Sappiamo bene che , attraverso il meccanismo di varie norme penitenziarie, il condannato in via definitiva spesso NON sconta la pena stabilita in sentenza : dopo un tot di anni, per buona condotta si può fruire di misure quali il lavoro fuori il carcere, il regime di semilibertà (per cui in carcere ci torni per dormire), quando poi non intervengono proprio provvedimenti generali di Indulto e, più raramente, di Amnistia. Questo è favorito ANCHE (non solo certamente !) da un'astratta e . come si vede, inutile severità delle pene. I nostri codici grondano di pene draconiane, che poi si esita, anche per questo, a comminare e , a seguire, ad applicare. Meglio allora sanzioni meno "esemplari" ma , appunto , CERTE. E , soprattutto, con processi VELOCI.
VASTO PROGRAMMA.
Ricolfi affronta anche il problema della carceri e della sicurezza.
Il suo incipit è favoloso e andrebbe affisso alle porte delle case di tanti moralisti da due soldi al chilo :
" che cosa significherebbe il problema della sicurezza ? non certo mettere in galera tutti coloro che commettono reati, per sbaglio o per professione. Quasi tutti commettiamo prima o poi qualche reato".
E' molto facile finire nei cassetti della legge penale se ci lasciamo prendere da un'idea irragionevole di uomo virtuoso, che non pecca e non sbaglia mai. Guardate la reazione scomposta di certa procura della Repubblica che ha sollevata la questione di legittimità costituzionale nei confronti della legge che depenalizza i reati colposi della professione medica nei casi di colpa lieve !!!!
E questa proposta è fatta da gente, i magistrati, che PER SE', rivendica l'immunità più totale e assoluta non solo penale (che nessuno si azzarda a contemplarla, sia mai !!), ma addirittura civile !!!!.
Vabbé, lasciamo perdere i casi psciopatologici delle procure (ah, molto gradevole il libricino di cui avevo accennato a suo tempo, acquistato con molti dubbi perché scritto da un giudice donna, probabilmente anch'essa PM...).
Faccio qualche esempio alla gente comune, convinta di essere onestissima :
1) se io inquilino chiedo la buonuscita per lasciare prima l'immobile di proprietà altrui, posso commettere il reato di estorsione. L'aiuto per le spese di trasloco non sono previste da nessuna legge, figuriamoci poi se il loro costo è 1 e io chiedo 5.....(ho una ex amica "Integerrima" e visceralmente ancti cav. che lo ha fatto e lo racconta beatamente).
2) raccomandare un figlio , per qualsiasi cosa - scuola, sport, lavoro - ci mette in un campo decisamente NON etico. Se poi a fronte di questo favore promettiamo qualcosa in cambio. eccolo là che siamo finiti nel cassettino...
3) fare la cresta sui rimborsi spese, gonfiare queste ultime ai fini fiscali, non lo fanno mica solo i politici....
4) non parliamo, con l'esplosione della rete e dei social network, della facilità con cui si commettono reati come ingiurie, minacce, diffamazione e anche calunnia
5) anche qualche sacrosanto cazzotto che abbiamo mollato contro un prepotente può essere reato...
Insomma, avete capito : ha ragione Ricolfi.
Poi ci sono i criminali VERI, quelli che delinquono abitualmente per professione. E spesso questi NON li prendiamo.
E citiamo qualche numero sulla situazione delle carceri, sempre riportato da Ricolfi : le persone condannate a una pena detentiva sono in Italia circa 133.000 l'anno (le notizie di reato sono oltre 3 milioni......) e la durata media della pena è di poco superiore a un anno (1,06). Seguendo questo dato, il fabbisogno di posti in carcere è di circa 140.000, sempre annui !... La capienza è di 25.000 circa....con soli 6.000 posti che si liberano annualmente.
Conclusione, il fabbisogno annuo di posti è 25 volte superiore alla disponibilità.
Di fronte a questi numeri, forse si capisce meglio perché oltre a portare avanti i piani di edilizia carceraria, che forse ci sono, ma certamente i soldi NO, e a non considerare bestemmie le proposte radicali di amnistia, bisogna, per attenuare il problema, se non per risolverlo, fare progressi decisivi su quattro punti fondamentali:
1) abolire l'obbligatorietà dell'azione penale, affinché le risorse, sia umane che finanziarie, si concentrino sui reati di obiettivo allarme sociale
2) depenalizzazione . Eliminazione di tante figure di reati minori, sostituendoli con sanzioni amministrative.
3) detenzione in carcere come misura applicabile solo ai reati più gravi, ricorrendo per gli altri alle misure alternative : arresti domiciliari, obbligo di residenza, di firma, percorsi di recupero sociale.
4) regolamentazione severa della custodia cautelare per restringere il più possibile la discrezionalità e quindi gli attuali abusi delle procure e dei giudici della fase preliminare.
Voi direte che così è un tana libera tutti, e sbagliereste. I numeri dicono che OGGI c'è questa situazione, quindi il sistema attuale NON funziona.
Proviamone un altro.
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