Pubblicate le motivazioni con le quali la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito, stabilendo quindi la ripetizione del processo, avanti a nuovo collegio.
In buona sostanza , salvo prendersi la pena di leggersi le 74 pagine dei Giudici di P.za Cavour ( tutto sommato, non un'impresa, mi cimenterò ) , sono state ritenute illogiche le motivazioni con le quali la Corte d'Assise di Perugia ha ritenuto non probanti gli indizi raccolti dall'accusa contro la coppia.
Stabilito che l'unico condannato finora, con sentenza definitiva, è Guede, e per CONCORSO in omicidio, ecco che per logica bisogna che ce ne siano altri di assassini.. E Amanda e Sollecito al momento restano ( e resteranno ) gli unici indiziati. Certo, i giudici della Legge precisano che la valutazione degli indizi resta prerogativa esclusiva della corte di merito, ma a patto che il ragionamento seguito sia motivato in modo logico. E non basta smontare un indizio per volta, preso in sé, ma si dovrà spiegare come l'insieme di questi indizi non siano considerati sufficienti per giungere ad un convincimento diverso.
In teoria, ci sta. Un singolo elemento, vivisezionato, può trovare giustificazioni varie, però se ce ne sono molti...allora un calcolo probabilistico inizia a far pendere diversamente la bilancia. A meno di chiamare in causa la sfiga....Però in proposito a me viene in mente un interessantissimo convegno della Unione Camere Penali, organizzato dall'amico e collega Cataldo Intrieri, dedicato proprio alla scienza dei numeri e all'influenza che essa poteva avere nel processo, penale in particolare (anche al fine di abbassare la soglia di discrezionalità che ogni ragionamento meramento logico conserva).
E ricordo un esempio che mi rimarrà impresso per sempre. Negli USA fu condannata una coppia accusata della rapina di una banca. I testimoni oculari avevano descritto così gli autori del reato : due adulti, un uomo e una donna, lei bassa e bionda, lui alto e di colore, l'auto con cui si erano allontanati era un'utilitaria gialla.
Bene, i due imputati, che NON erano stati riconosciuti con certezza, avevano però TUTTE queste caratteristiche. E l'insieme, come ci dice la nostra Corte di Cassazione, può (meno male che non dice "deve" ) fare la differenza. In America fecero di più. Assegnarono ad un perito statistico il compito di stabilire percentualmente quante possibilità c'erano che , nella città dove era avvenuta la rapina, potessero concorrere tutti quegli indizi sfavorevoli. In altre parole, quante altre coppie nella città presentassero quelle caratteristiche. Il responso fu una percentuale inverosimile (o addirittura, non trovarono proprio nessuno ! ), e i due furono condannati. Negli USA però, mentre una sentenza di assoluzione NON può essere appellata ( gente civile quella, sarà che si sono evitati millenni di presunzioni di colpa proprie della parte peggiore del cristianesimo), una di condanna sì. E così, nel secondo processo, la difesa produsse un nuovo studio. Avevano semplicemente allargato il campione di ricerca, estendolo a luoghi confinanti con la città ma compatibili con l'orario della rapina. Insomma, se una rapina la faccio a Colli Albani alle 13, può anche essere che non abito a Roma ma da Frascati ce la faccio ad arrivare in tempo...
Così facendo, i ricercatori avevano individuato mi sembra (vado a memoria) otto coppie con le caratteristiche degli imputati : lei bassa e bionda, lui alto e nero, possessori di una auto gialla.
Furono assolti. Perché negli USA, di fronte al rischio che ho preso la coppia sbagliata su otto possibili, preferiscono così.
Io temo che in Italia sarebbero stati condannati lo stesso.
Ed è il motivo per cui mai gli USA , nel caso, concederanno l'estradizione di Amanda Knox in Italia. Non gli piace il nostro sistema, dove la sensazione è che spesso si scelga prima il bersaglio e poi gli si disegni intorno il cerchio del mirino...
Ecco l'articolo di cronaca del Corsera.it
gioco erotico finito male»
Delitto di Perugia, la Cassazione:
«Sottovalutati indizi su Amanda e Raffaele»
In 74 pagine le motivazioni della sentenza che ha annullato le assoluzione in appello per l'omicidio di Meredith, nel 2007
Meredith Kercher (Ansa)
La Corte d'assise d'appello di Perugia ha sottovalutato gli indizi
emersi su Amanda Knox e Raffaele Sollecito nel processo per l'omicidio
di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nel
novembre 2007. Lo scrive la prima sezione penale della Cassazione nelle
motivazioni della sentenza - lunga 74 pagine - con cui spiega perché ha annullato con rinvio le assoluzioni pronunciate in appello per i due imputati.
L'omicidio di Meredith Kercher potrebbe essere stato conseguenza di
una «esclusiva forzatura» della vittima «a un gioco erotico spinto di
gruppo, che andò deflagrando, sfuggendo al controllo». È una delle
ipotesi avanzate dalla prima sezione penale della Cassazione che, il 26
marzo scorso, ha annullato le assoluzioni per i due imputati.
«CONTRADDITTORIETA' E ILLOGICITA'» - La Suprema Corte
sottolinea, in particolare, «molteplici profili di manchevolezze,
contraddittorietà ed illogicità manifesta» della sentenza d'appello. «Il
giudice del rinvio dovrà porre rimedio - si legge nelle motivazioni
depositate oggi - nella sua più ampia facoltà di valutazione, agli
aspetti di criticità argomentativa, operando un esame globale e unitario
degli indizi, attraverso il quale dovrà essere accertato se la relativa
ambiguità di ciascun elemento probatorio possa risolversi, poiché nella
valutazione complessiva, ciascun indizio si somma e si integra con gli
altri».
Rudy Guede (Afp/Fabi)
«GUEDE NON AGI' DA SOLO» - I giudici sono anche convinti che Rudy
Guede non agì da solo nell'omicidio di Meredith Kercher. Il giovane
ivoriano è stato condannato in via definitiva «per concorso in omicidio»
e sta scontando una pena di 16 anni di reclusione, perché giudicato con
il rito abbreviato.
LA LEGALE DI SOLLECITO: «NESSUN TIMORE» - «Non temiamo alcun
tipo di approfondimento perché questo non potrà che far emergere
l'estraneità di Raffaele Sollecito alle accuse». È il primo commento,
all'Ansa, dell'avvocato Giulia Bongiorno, legale del giovane pugliese.
«Se gioco erotico c'è stato - ha detto l'avvocata - si cerchino gli
altri protagonisti che non sono certamente Raffaele Sollecito e Amanda
Knox». «La prova scientifica - ha sottolineato ancora Bongiorno -
dimostra infatti che non ci sono tracce di Dna di Sollecito e della Knox
sulla scena del delitto». Il legale ha espresso «grande rispetto per la
Cassazione». «È però - ha concluso - un giudice di legittimità e quindi
questa parte deve essere sfuggita».
IUNIUS BRUTUS
RispondiEliminaLa cassazione è ormai una pretura e questa sentenza è una sentenza "di merito" non di legittimità. La scusa degli "errores in procedendo" sta consentendo abusi inauditi. Occorre subito una riforma che faccia cessare questa situazione. Nel caso specifico, poi, i due ragazzi dovrebbero essere diabolici, non avendo lasciato alcuna traccia (chiunque ne lascerebbe decine senza scampo). La sentenza, in rito abbreviato, di quello che di tracce ne ha lasciate moltissime ed indiscutibili, è priva di qualsiasi rilevanza relativamente a chiunque altro. Cancellieri, si svegli!
MARCO SIRAGUSA
RispondiEliminaStefano, non condivido! Ho letto la sentenza. È stata già scritta la sentenza di condanna all'ergastolo. In appello si sono presi troppe licenze
MARCO, NOn condividi cosa ? !) Il Post ? 2) La sentenza di Cassazione ? 3) La sentenza della Corte d'appello ?
EliminaIo al momento non ho criticato nessuna delle due...Ho ribadito qualche convinzione generale, ma non sono entrato nel merito. Certo ho ribadito una cosa di cui resto convinto : preferisco gli USA dove assolto una volta, assolto per sempre (ammetterei l'eccezione, che lì manco c'è credo, di NUOVE PROVE della colpa). Ma, ripeto, questo vale in assoluto.
MARCO
EliminaNon condivido il tuo commento alla sentenza della Cassazione.
Mah....ripeto, la mia è stata una considerazione di carattere generale, non di difesa della sentenza della Corte d'Appello di Perugia. Anzi, ho scritto che il principio di valutare la valenza probatoria degli indizi nel loro iniseme e non singolarmente "ci sta". Però per carità, magari sbaglio io
EliminaMARTA MARINI
RispondiEliminaIl ragionevole dubbio. La condanna, invero, presuppone la certezza della colpevolezza, mentre l'assoluzione non presuppone la certezza, dell'innocenza ma la mera non certezza della colpevolezza."Al riguardo deve premettersi, in via generale, che il principio dell'"al di là di ogni ragionevole dubbio", formalmente introdotto nel nostro ordinamento dalla L. n. 46 del 2006, pur se non più accompagnato dalla regola dell'inappellabilità delle sentenze assolutorie, espunta dalla sentenza n. 36 del 2007 della Corte costituzionale, presuppone comunque che, in mancanza di elementi sopravvenuti, l'eventuale rivisitazione in senso peggiorativo compiuta in appello sullo stesso materiale probatorio già acquisito in primo grado e ivi ritenuto inidoneo a giustificare una pronuncia di colpevolezza, sia sorretta da argomenti dirimenti e tali da evidenziare oggettive carenze o insufficienze della decisione assolutoria, che deve, quindi, rivelarsi, a fronte di quella riformatrice, non più sostenibile, neppure nel senso di lasciare in piedi residui ragionevoli dubbi sull'affermazione di colpevolezza"
Cassazione penale , sez. VI, sentenza 13.01.2012 n° 931
gRANDE mARTA !! ....non è che le cose in teoria non le sanno ..
EliminaMARTA MARINI
RispondiEliminaNon è che sostengo il sistema made in Usa. Come diceva mia nonna, presto e bene non stanno insieme. Certo che anche al nostro ordinamento rimprovero qualcosa: i fascicoli non sono vino da invecchiare.
GIUSEPPE RICAGNI
RispondiEliminaVogliamo i dettagli
MARTA
RispondiEliminaE' possibile tutto ciò che non è escluso da leggi naturali o fisiche. ma per condannare "AL DI LA' DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO" mica basta dire che un fatto sia meramente possibile.