Ci sta tutta l'ironia di cui è infarcito l'articolo odierno di Pierlugi Battista. Uno J'accuse alla assoluta ipocrisia degli indignados in salsa italiana, che si mobilitano sempre e solo in taluni casi, ignorando tutti gli altri.
Eppure la protesta forte e chiara per la violazione dei diritti dell'uomo non dovrebbe funzionare come per le targhe alterne, e solo quando il sindaco di turno le proclama...
La evidenziature dell'intera pagina spiega bene l'adesione totale a quanto scritto dal valente opinionista del Corsera...
Da Leggere
"I nuovi paladini dei diritti umani"
Finalmente: in un sussulto di dignità umanitaria, poderose
manifestazioni stanno attraversando con composta indignazione le strade
d'Italia a difesa degli inviolabili diritti umani nel mondo. Finalmente,
la triste lezione kazaka è stata di monito: siamo così disgustati del
trattamento riservato a una bambina, cacciata dall'Italia con operazione
gestita dagli uffici del Viminale e deportata in un Paese che calpesta
ogni giorno i diritti fondamentali, che già s'ode il grido alto e forte:
mai più oppressione. Siamo così colpiti dalla fiera invettiva papale
contro «la globalizzazione dell'indifferenza», che non perdiamo nemmeno
un momento per denunciare il disgustoso sterminio di vecchi, donne e
bambini che si sta consumando in Siria per mano del macellaio Assad.
Finalmente: non percepite quale vibrante protesta si è elevata per
salvare la vita di una ragazza cristiana, di nome Asia Bibi, che in
Pakistan è costretta in prigione da quasi 1500 giorni dopo una condanna a
morte in prima istanza perché «blasfema»? E quei blocchi stradali
davanti all'ambasciata nigeriana per dire un determinato «basta» alle
stragi di cattolici, agli attentati alle chiese sventrate dall'odio del
fanatismo religioso? E come non ascoltare l'urlo solidale per tutte le
ragazze come Malala Yousfzai, picchiate o addirittura assassinate dai
talebani solo perché pretendono di studiare, di camminare per le strade,
di uscire dalla prigionia imposta da energumeni barbuti che esercitano
la loro prepotenza, veri bestemmiatori, pretendendo di eseguire un
ordine direttamente proveniente da Dio? Basta, non c'è più ragione di
Real-Politik o meschine considerazioni di bassa cucina economica ed
affaristica per arginare le proteste contro la Cina, che esegue un
numero incalcolabile di condanne a morte senza regolari processi, che
massacra tibetani e uiguri, che tiene in galera gli oppositori, che
costringe le donne all'aborto coatto. Non ci sono più limiti
all'indignazione pubblica che intima ai governanti di disertare il
commercio internazionale con la Russia di Putin, dove i diritti umani
sono sconosciuti, i gay vengono perseguitati, i blogger arrestati con
pretesti grotteschi e condanne emesse da tribunali intimiditi dal potere
politico, e un gruppo di donne dissidenti un po' sconsiderate chiamate
Pussy Riot viene ancora trattenuto in carcere nel silenzio generale come
se si avesse a che fare con una banda di efferati criminali. Mai più:
mai più diritti umani negati o conculcati. L'ambasciata cubana risuona
delle proteste di chi trova osceno il trattamento riservato all'Avana ai
dissidenti costretti allo sciopero della fame. I massacri di regimi
dispotici come quello di Mugabe oramai trovano nella nostra opinione
pubblica un'attenzione vigile e intransigente. Abbiamo appreso la
lezione. Non lasceremo che nessun essere umano sia umiliato. Non saremo
più indifferenti. O no?
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