lunedì 22 luglio 2013

GLI ITALIANI RIDUCONO O RINUNCIANO ALLE VACANZE. MA I PARTITI ALZANO LE TRINCEE PER CONSERVARE IL FINANZIAMENTO...


600 lettori del Corsera hanno letto (finora) l'articolo sul web dedicato alla difesa dei partiti dell'oro del finanziamento pubblico e il 90% si è detto indignato.
Certo leggere il titolo dove si trova scritto "partiti in rivolta" e "il finanziamento deve restare"..bei pensieri non li fa venire.
E anche la risposta che Bianconi  dà al fatto che già un referendum aveva bocciato questa forma di sovvenzionamento dei partiti,  è piuttosto irritante. "Se fosse per la gente noi politici non dovremmo esistere". Beh, se ha ragione ne prendesse atto, perché non è mica una necessità divina né c'è un obbligo costutuzionale alla loro esistenza. Certo, la Carta prevede che esistano forme di associazione che raccolgono e organizzino il consenso, ma la gente resta libera di aderirvi , di votarli, e il sostegno a queste formazioni sociali non è garantito costituzionalmente. Quindi vanno per strada e lo cerchino presso i loro sostenitori.
Eh, ma così la democrazia viene consegnata ai ricchi.. Non credo sia così, ma se poi questo rischio non commuove né preoccupa i cittadini , ebbé la politica ne deve prendere atto .
Detto questo, sicuramente non possono pensare che in tempo di tagli e di sacrifici per tutti, loro restino col tesoro dei rimborsi fittizi, dove prendono più soldi di quelli spesi e documentati.
Gli è stato criticato da molti in questi due anni, anche a spiegazione dei due fenomeni dell'astensionismo e del successo dei Pentastelluti di Grillo : l'intollerabilità di un settore di privilegiati che vota sacrifici per gli altri, mai per sè.
Le reazioni non possono che essere di irritazione totale. "Indignate", come va di moda dire oggi.
C'è da dire che Sposetti e Bianconi ci mettono la faccia, e si attirano espliciti insulti, ma in Parlamento 150 sono gli emendamenti presentati per bloccare la legge voluta da Letta.
Si ripete la storia del Governo Monti...anche in quel caso tagliare le unghie alla casta partitica risultò impossibile.
Certo, poi i voti non aumentano, anzi a milioni si perdono (3 e mezzo il PD, oltre 6 il PDL ) ma loro, i sopravvissuti alla tempesta, non ci sentono.
Che gli importa in fondo se poi  riescono a conservare tutto come loro più conviene ?
Letta promette che stavolta una legge quantomeno di correzione e riduzione si farà.
Vedremo. Le intenzioni dei nostri (poco) onorevoli sono chiare, e decisamente pessime.
 Ecco l'articolo postato sul Corriere.it


Soldi alla politica, partiti in rivolta
«Il finanziamento deve restare»

Da Sposetti (Pd) a Bianconi (Pdl): la democrazia è a rischio. Il disegno di legge voluto dal governo rischia di essere svuotato

 
ROMA - «Io non ho paura per me. Ho paura per la democrazia. Perché questa è una legge sbagliata, ipocrita, piena di sciocchezze. Siamo rimasti solo io e Peppone a pensarla così». Chi parla è Maurizio Bianconi, tesoriere del Pdl. «Peppone», invece, è Ugo Sposetti, altrettanto battagliero deputato pd e storico tesoriere ds. Ma a difendere la barricata del finanziamento pubblico non ci sono solo loro. Perché il disegno di legge, che arriva molti anni dopo un referendum che abrogava i fondi ai partiti, rischia di essere svuotato di contenuti e fatto slittare dall'arrembaggio (con 150 emendamenti) più o meno palese di molti difensori della mano pubblica nei partiti.
Definirli semplicemente difensori della Casta sarebbe fare loro un torto. Perché il fronte di chi si oppone alla fine dei finanziamenti pubblici è variegato e porta con sé interessi privati, difesa di indifendibili sprechi e privilegi, ma anche qualche buona ragione. Bianconi parla di ddl ipocrita, perché «se la gente vuole eliminare il finanziamento lo si elimina sul serio e non si usano palliativi come il 2 per mille. E non si introducono cose che fanno morire dal ridere, come i programmi per l'accesso in tv e la sede gratis ai partiti». Lo scenario che disegna il tesoriere del Pdl non è rassicurante: «Da una parte c'è l'opinione pubblica che, più che togliere i soldi ai partiti, vuole ammazzare tutti i politici. Ci vuole tutti morti, impiccati. Fosse per loro chiuderebbero Camera e Senato e farebbero seimila piazzale Loreto. Mica li plachi togliendoci qualche soldo. Dall'altra, una legge come questa ci fa finire dritti nelle mani di poteri ben interessati: tecnocrati e poteri economici che vogliono indebolire una classe politica annichilita e paralizzata dalla paura». Bianconi contesta «la pretesa di disegnare partiti da Unione sovietica, con commissioni nominate dai giudici». E attacca la Corte dei Conti, che ha segnalato come gli incassi dei partiti siano stati di 2 miliardi per soli 500 milioni di euro spesi: «I magistrati sono gli unici che si sono dati l'aumento di stipendio: non hanno diritto di parlare».
Con toni diversi, anche sull'altro fronte politico, quello di Sel, si condivide l'analisi: «È una legge che ci mette fuori dall'Europa - sostiene il giovane tesoriere Sergio Boccadutri - Noi siamo favorevoli al finanziamento: c'è un cedimento culturale a un modello che, in assenza di leggi che regolino il conflitto d'interessi e le lobby, rischia di essere pericoloso». A Boccadutri della legge non piace tra l'altro il meccanismo del 2 per mille: «È fastidioso: alla fine è lo Stato che ci mette dei soldi, quelli incamerati di meno dalle tasse. Soldi donati non sulla base del consenso ma del censo». Il tesoriere sel contesta la mancanza di un tetto alle donazioni private, critica il fatto che le fondazioni possano ricevere soldi e rilancia la proposta del suo partito: «Un finanziamento da 18 milioni per Camera e Senato una tantum, per ogni singola elezione. Solo il primo anno, con il sistema del piè di lista. Come si fa anche in Australia».
Nelle resistenze dei partiti non è estranea la questione dei dipendenti. Pd e Pdl hanno 190 dipendenti a testa e con la riduzione dei fondi pubblici (già dimezzati dalle legge 96 del 2012) i loro posti rischiano. Per questo, però, è stato proposto un emendamento che prevede l'estensione della Cassa integrazione ai dipendenti di partito. Un aiuto arriva anche dalla progressività con cui entrerà in funzione il nuovo sistema.
Quanto al Movimento 5 Stelle, sostiene che il ddl del governo non è nient'altro che una truffa, un modo per far entrare i soldi dalla finestra invece che dalla porta: «Noi del Movimento abbiamo già rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali - spiega Giuseppe D'Ambrosio -. Ogni voto al M5S non è costato nulla ai cittadini italiani ed è stato pagato con soli 40 centesimi di euro dai sostenitori».
Ufficialmente, la maggioranza è per il varo del ddl Letta (che arriverà in Aula il 26 luglio). Ma Ugo Sposetti, acerrimo nemico di un progetto che «è una violenza alla democrazia», è sicuro: «Farò proseliti per bloccarlo». Anche a questo il premier Letta è pronto. Tanto che ha già avvertito: «Se il ddl si blocca, interverremo per decreto».

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