venerdì 5 luglio 2013

D'ALEMA SU RENZI : PER FARE IL TIRO AL PICCIONE CI VUOLE IL PICCIONE


Parlate male quanto volete di D'Alema, ma se e quando sparirà dalla scena politica, il suo sarcasmo mi mancherà. Vedete, anche Fassina dice che Renzi fa la vittima, esattamente come l'ex segretario e primo premier italiano ex PCI (Bersani pensava di essere lui, non si capisce perché ),  però il primo si ferma lì, il secondo ti   fa una battuta al vetriolo che una risata te la strappa (a meno che non sei un renziano fanatico, ovvio).
Nella rissa pre congresso, dove a correre non so più quanti siano (Civati, Cuperlo, Barca, ma anche Puppato, e perché no Epifani, Zingaretti, naturalmente Renzi) , Franceschini alla fine al Nazzareno l'ha detto chiaro e tondo : signori stavolta ci spacchiamo. Che francamente sembrerebbe come il ragazzino che osa dire "il re è nudo", una cosa che tutti vedono ma nessuno ha il coraggio di pronunciare.
Leggo, ma non so se è vero, che i bersaniani a questa uscita siano rimasti nterdetti, e mi domando il perché : veramente da quelle parti pensano che la corda si possa tirare all'infinito senza spezzarsi mai ? A nessuno è mai venuto in mente che se è Renzi a rompere, non è come quando se ne andò Rutelli, che pure era stato l'ultimo leader della Margherita, cofondatore del PD e leader riconosciuto all'interno del centrosinistra. Rutelli era un generale senza esercito, ma Renzi NO. E anche qualora non si portasse dietro gli altri ex dc - che ormai questo tra i denti si sussurrano gli uni contro gli altri , "tu sei un ex democristiano" "e tu sei un poco ex comunista" - , potrebbe mettersi a capo di una formazione liberal riformista che da sola potrebbe valere un 20%, rendendo per sempre un miraggio PalazzoChigi per le prossime tre generazioni della "Sinistra- SInistra".Posso sbagliare ma il Sindaco di Firenze, se non si logora troppo da qui alle prossime elezioni che difficilmente saranno rimandabili oltre il 2014, può fare il pieno del voto "migliore" italiano : molti di  coloro che hanno votato alle scorse elezioni Lista Civica e FARE, più la parte liberale del centro destra (che se non altro può provare a credere alle promesse di meritocrazie e anti burocrazia di Renzi, oltre che alla semplificazione fiscale ) , più tutti i Liberal e i Laburisti del centro sinistra. A questo, se si contrappone alla Sinistra radicale, potrebbe aggiungere  moltissimi astenuti e moderati che avranno, stante l'età e l'azzoppamento giudiziario di Berlusconi, in lui un nuovo "argine" .
Tornando al timore memento di Franceschini,   mi pare evidente che la fusione a freddo non sia riuscita (e questo D'Alema lo aveva predetto...e non credo che si tratti di "profezia che avvera se stessa", forse semplicemente di lungimiranza politica) e che le forze oggi tutte interne al PD possono forse essere alleate ma NON conviventi.
Vedremo, l'estate in fondo è breve.
Ecco le cronache dal fronte del Nazzareno, pubblicate su Libero.it 



La quotidiana guerra

Franceschini: "Nel Pd rischio scissione"

Franceschini confessa: "E' alta la possibilità che ci spaccheremo". Da una parte i rossi, dall'altra i moderati (magari guidati dal rottamatore)


"Il Pd rischia la scissione"
Renzi contro D'Alema: 
'Non voglio permessi da te'
Non c'è pace per il Pd. In vista del congresso le anime e soprattutto le correnti del partito si scaldano. Renziani contro bersianiani, ma anche Lettiani e dalemiani contro tutti. Insomma una guerra che dura da mesi e che di fatto sta sgretolando il partito, giorno dopo giorno. La lotta per la segreteria tra Fassina e Renzi è sempre più aspra. Il vice ministro dell'Economia ha affermato che "Renzi fa del vittimismo un marketing politico". Una frase che serve a inquadrare il livello dello scontro: il rossissimo Fassina accusa il rottamatore di fare il "piangina" per avere un ritorno politico. A dare una sponda a Fassina è arrivato pure Massimo D'Alema che su Renzi dice: "Credo che giochi un po’ a fare la vittima. Secondo me sbaglia".  Così Renzi, fiutata l'imboscata, e sempre più lontano dal suo stesso partito snobba il raduno dei big democartici disertando l'assemblea di "Fare il Pd". Un' assenza pesante che crea malumori e che lancia un messaggio chiaro: il rottamatore ormai è ai ferri corti col Nazareno. E Renzi fa sapere: "Non devo chiedere il permesso a D'Alema  per potermi candidare". Tensione alle stelle, e ad accorgersi del clima esplosivo è Dario Franceschini.
Rischio scissione -  E in questo contesto anche una colomba come Dario Franceschini, ospite dell'assemblea, sbotta e dice quello che in tanti ormai pensano da tempo: "Il rischio scissione nel Pd c'è ed è anche alto". Una bordata di quelle che spaccano ulteriormente il partito. I besaniani rimangono impietriti, ma il ministro per i rapporti col parlamento ha avuto il coreggio di dire come stanno le cose. Franceschini è comunque ospite poco gradito al Nazareno. Fu lui il primo a parlare di governo di larghe intese, quello che poi ha preso forma con Enrico Letta e il placet del Cavaliere.

Addio Pd - Ora Franceschini ha tolto il velo. La guerra contro Renzi potrebbe condurre il rottamatore verso una nuova strada, in solitaria. Un nuovo partito, per essere più chiari. I contatti tra il sindaco di Firenze e Flavio Briatore, il flirt con Mario Monti e le serate su Ponte Vecchio in compgania di Luca di Montezemolo, sono il segnale di un nuovo percorso intrapreso dal sindaco. Se dovesse perdere le primarie non avrebbe altra scelta che chiamarsi fuori e andare per conto proprio. "In questi mesi siamo passati a riconoscerci non più come ex margherita ed ex ds. Siamo passati a riconoscerci addirittura come comunisti e democristiani. Attenzione: è pericoloso. Non possiamo metterci per quattro o cinque mesi - aggiunge - in un clima di lacerazioni. Deve prevalere uno spirito basato su due punti, il primo dei quali è difendere il mescolamento che è l'antidoto a quel rischio che c'è, se non vogliamo essere ipocriti", afferma Franceschini davanti ai farisei del Pd.

Pace lontana -  Ad ascoltarlo ci sono Pier Luigi Bersani, il segretario Guglielmo Epifani, Massimo D'Alema, Gianni Cuperlo, Anna Finocchiaro, Luigi Zanda, Cesare Damiano, Giovanni Legnini, Nico Sumpo, Davide Zoggia, Marco Meloni e Margherita Miotto. Franceschini poi invita alla pace e chiede un incontro tra Renzi ed Epifani: "Penso che di là dei luoghi formali, come la commissione congressuale, serve anche il coinvolgimento delle persone e spero che ci sia un incontro o tra il sindaco di Firenze e il segretario del Pd". Insomma la strada verso il congresso è una via crucis. Lunga e dolorosa.

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