In attesa del verdetto, si assiste alla parabola di un avvocato che negli ultimi lustri è giunto ad essere tra i più famosi d'Italia - se non il più noto - essendo difensore dell'imputato celeberrimo. Parliamo naturalmente di Niccolò Ghedini , non più primattore della difesa di Slvio Berlusconi. Adesso la ribalta è stata presa dal Prof. Coppi, la cui notorietà era già ben solida tra gli addetti ai lavori ben prima del processo Andreotti, per poi diffondersi per il volgo. Non che avere l'avvocato più bravo ( o tra i più bravi) sia garanzia di assoluzione, ovviamente. Però i giudici non ascoltano tutti alla stessa maniera, specie quelli della Cassazione, per tradizione e ruolo meno suscettibili all'emotività dei colleghi del merito.
C'è chi dice, non sono assolutamente in grado di valutare una considerazione del genere, che Coppi non sia tra gli avvocati più brillanti quando la "battaglia" forense si svolge sul campo malmostoso delle prove testimoniali, la ricostruzione in fatto, le controindagini. Insomma, non è un Perry Mason (ma in Italia chi lo è ? , non ci sono proprio i presupposti di un autentico processo accusatorio...) . Ma quando si passa alle questioni di puro Diritto, laddove le chiacchiere da bar o da talk show televisivo non arrivano più perché gli interlocutori NON sanno, NON capiscono, ecco, lì Coppi eccelle, più di molti colleghi e anche di tanti giudici , fin troppo "sostanzialisti" (quelli cioè che, fattasi una convinzione, poi strozzano le norme di diritto pur di farle combaciare).
Guardiamo ad esempio al cosiddetto asso nella manica - che chissà se veramente esiste o si rivelerà tale ...
Riporto testualmente dalle pagine di cronaca di Palazzacco :
" L'obiettivo è quello di mettere in dubbio il reato stesso di frode fiscale, facendolo derubricare a "semplice" accusa di false fatturazioni. Altro che "ideatore della frode", come sostiene invece il pg Mura. Ma il jolly di Coppi sarebbe un altro, e glielo avrebbe fornito lo stesso procuratore generale nella sua arringa di martedì. Secondo fonti giudiziarie citate dall'agenzia Reuters, infatti, l'accusa avrebbe chiesto al riduzione dell'interdizione a 3 anni prendendo come punto di riferimento la legge tributaria, mentre la Corte d'Appello di Milano avrebbe applicato la legge ordinaria. "La legge speciale tributaria deve prevalere su quella ordinaria", sottolinea una delle fonti. E su questo punto la difesa di Berlusconi potrebbe puntare, sottolineando il pasticcio consumato in Appello. "Milano ha fatto un errore palese. Resto ammirato dallo sforzo del pg di difendere una sentenza indifendibile", aveva dichiarato con ironia Coppi martedì pomeriggio. E oggi, ha aggiunto, si punterà "all'assoluzione di Berlusconi" con formula piena "per non aver commesso il fatto", oppure - piano B - "si può pensare ad una derubricazione del reato come illecito tributario non penalmente rilevante". E se la Cassazione chiedesse un Appello bis, e a quel punto la Corte di Milano dovrebbe prendere atto dell'intervenuta prescrizione del reato almeno nella prima parte. "Non sarebbe colpa nostra", allarga le braccia Coppi. "
Staremo a vedere, che veramente ormai mancano poche ore...
La staffetta
Coppi è Bartali, Ghedini il gregario: tramonto dell'avvocato rampante ridotto ad apprendista
Il primo esperto, fiero, sicuro di sé. Il secondo pallido e troppo emozionato. La giornata in Cassazione sancisce già un verdetto: Berlusconi ha cambiato strategia
Bartali e il gregario. Il Principe del Foro e l'avvocato in ascesa bruscamente interrotta e ora ridotto ad apprendista silenzioso. Loro sono Franco Coppi e Niccolò Ghedini, i legali difensori di Silvio Berlusconi al processo Mediaset, giunto in Cassazione. Il primo, 74 anni, nato a Tripoli e romano d'adozione, è stato chiamato in soccorso dal Cavaliere in fretta e furia, per risolvere una situazione giudiziaria da codice rosso. Il secondo, 53enne padovano, da anni è l'avvocato più famoso d'Italia, in quanto sempre al fianco del leader del Pdl in Aula e in Parlamento. Per molti è l'artefice delle leggi ad personam e delle barricate anti-toghe, ma negli ultimi mesi Berlusconi ha deciso di cambiare linea su tutti i fronti. E così ecco Ghedini relegato in secondo piano, insieme a Piero Longo, al fianco del maestro Coppi. Francesco Verderami, sul Corriere della Sera, paragona indirettamente quest'ultimo a Gino Bartali, campionissimo del ciclismo: avrebbe detto al Cav che "è tutto sbagliato, è tutto da rifare", nell'approcco processuale come in quello politico. Coppi Bartali, e Ghedini declassato a gregario.
Coppi fiero, Ghedini pallido - Non a caso, e forse non per caso, anche Carlo Tecce sul Fatto quotidiano si concentra su questa analogia pedalesca. Coppi è "fiero", "coinvolto e distaccato", "esperto e non umorale". Dirige i giochi, ammicca, è spavaldo con i giornalisti e a suo agio nell'Aula del Palazzaccio, davanti ai giudici della Cassazione e al procuratore generale Mura. Ghedini, al contrario, gli appare sulle braci, "inchiodato a una poltrona per niente comoda", "pallido, emaciato", "incassa i colpi, soffre fisicamente". Insomma, un supplizio. Anche perché, sottolinea malignamente Tecce, è costretto a svolgere "il servizio di un apprendista" a fianco di Coppi, che gli elargisce "raccomandazioni, spiegazioni, e la consegna di un silenzio totale". E mentre nella pausa pranzo Coppi se ne va al ristorante e torna in aula con la camicia appena "un po' sgualcita", Ghedini vola a Palazzo Grazioli, per informare Berlusconi. E quando è di nuvo al fianco di Coppi, "a volte allunga il braccio sinistro e sfiora il corpo rigido di Coppi. Quasi a dire - maligna Tecce - con accento veneto però: A Frà, che te serve?". La citazione è dell'andreottiano Franco Evangelisti. Eterno numero 2, nell'ombra.
IL resoconto relativo all'arringa del prof Coppi in cui afferma che " La legge speciale tribuitaria deve prevale su quella ordinaria", dal che ne fa discender che Berlusconi non ha commesso il reato, da semplice cittadino non sono in condizioni di capire se è corretta o no.
RispondiEliminaSe dovesse accadere che Coppi ha ragione, e mi meraviglia che fino ad oggi fior di avvocati non l'abbiano messo in evidenza, mi conferma che in Italia, purtroppo le leggi non sono fatte , dalla politica, im modo chiaro e comprensibile , ma solo per favorire chi ha la possibilità di pagare bravi avvocati. I cittadini normali sono lasciati alla discrezionalità di chi applica la norma. Questo mio convincimento nasce anche da una mia esperienza personale di Preside di una scuola. Dovevo assegnare 8 ore di Storia e Filosofia. Si presentarono tre docenti e siamo stati per quasi un'ora per comprendere l'applicazione di un decreto del M.P.I. Successivamente dopo che i docenti avevano deciso di mettersi d'accordo fra loro, entrò il marito di una docente. Era un magistrato. Chiesi se mi aiutasse a interpretrare la norma. Risposta. Ho vietao a mia moglie di pormi la lettura di normartive ministeriali. NON ESISTONO NORME CHIARE, MA UNA SERIE DI NORME CONTRADDITTORIE :" ECCO COME VENGONO fatte le norme in ITALIA. SE LA SINISTRA vuole effettivamnete DIFENDER I PIU ' DEBOLI DEVE -finalmente - MODIFICARE IL SUO MODO DI FAR POLITICA.
Giuseppe Moncada