Leggi il titolo e non ci credi. Violentata in gita e poi la scuola la espelle perché non ha rispettato gli orari...
In Francia !! Poi leggi l'articolo e le cose si chiariscono meglio. Intanto la scuola è privata e cattolica, quindi ci si può aspettare ( e pensare che le famiglie la scelgano per questo) maggiore severità nel pretendere il rispetto dei regolamenti. Il provvedimento , formalmente, è slegato al clamore (e quindi discredito) della conseguenza della trasgressione : la violenza sessuale. Anche le due compagne che erano con lei, e che per loro fortuna non hanno subito stessa sorte, sono state espulse.
No, la ragione sembra dover essere fatta risalire all'uso di alcolici (proibito ovviamente) e al pericolo cui, trasgredendo il coprifuoco notturno, le ragazze si sono sottoposte, finendo poi in effetti nei guai.
Tra l'altro la polizia berlinese - i fatti sono accaduti durante una escursione nella capitale tedesca - ancora sta indagando e parla ancora di "presunta" violenza.
Brutta storia.
La famiglia e l'avvocato della ragazzina hanno impugnato la sanzione ritenuta troppo dura, che va a penalizzare in modo vieppiù pesante una giovane che già ha subito un'esperienza grave e traumatizzante.
Insomma, punirla ci stava, ma non in modo così draconiano.
Mi verrebbe di pensarla allo stesso modo.
Ecco la notizia sul Corriere.it
Corriere della Sera > Esteri
Francia, studentessa viene violentata in gita.E poi espulsa da scuola: è polemica
Manon, 15 anni, vittima di uno stupro in un hotel di Berlino
Punita con due amiche per non aver rispettato gli orari
Studenti in gita
Violentata durante una gita scolastica a Berlino a fine maggio, un
mese e mezzo dopo è stata espulsa dalla scuola perché al momento
dell’aggressione stava violando il coprifuoco imposto dall’istituto
prima del viaggio.
UN POLVERONE - Sta sollevando un comprensibile polverone la vicenda della 15enne Manon (ma il nome scelto da “Le Figaro” è di fantasia, vista la minore età della ragazzina), cacciata dalla Notre-Dame de la Provence, scuola privata cattolica di Thionville,
cittadina della Lorena. La ragazza, insieme con altre due compagne è
stata espulsa per non aver rispettato il regolamento interno, firmato da
studenti e genitori prima della partenza per la Germania, che vietava
ai ragazzi di uscire dalle loro camere dopo le 22 («in realtà la
comitiva scolastica era alloggiata in un ostello berlinese e non aveva
un’ala riservata ad uso esclusivo», fa notare l’avvocato Frédéric
Richard-Maupillier, che rappresenta la famiglia della ragazzina) e di
consumare alcolici. DIVIETO NON RISPETTATO - Un divieto che però la sera del 28 maggio Manon e le sue amiche non rispettano («sono studentesse di 15 anni e a quell’età si sa che non sempre si rispettano le regole», commenta ancora il legale), decidendo di uscire a chiacchierare in corridoio. Ed è lì che incontrano un 18enne polacco, conosciuto poche ore prima sempre all’interno dell’ostello, che le convince a seguirlo nella sua stanza, dove però ci sono altri tre amici che, dopo aver spinto le ragazzine a bere vodka «per lasciarsi un po’ andare», aggrediscono sessualmente Manon.
ESPULSA - Due giorni dopo l’adolescente racconta quanto successo ad un insegnante, che denuncia poi l’accaduto alla polizia di Berlino. Ma mentre forze dell’ordine tedesche avviano le indagini (tuttora in corso) per chiarire le circostanze della presunta violenza, al ritorno in Francia la scuola convoca un consiglio disciplinare d’urgenza, decidendo all’unanimità di espellere le tre studentesse «per non aver rispettato il coprifuoco ed essere andate nella stanza di quattro uomini adulti ed aver assunto alcolici», come ha poi spiegato la preside Francoise Lallier nel motivare la punizione, mentre l’avvocato della scuola, Hervé Renoux, ha rincarato la dose sull’Est Repubblicain , sostenendo che la responsabilità dell’accaduto «è anche delle studentesse, perché un eccessivo consumo di alcolici ha causato un comportamento inappropriato».
FAMIGLIA SCONCERTATA - Una decisione che ha però sconcertato la famiglia di Manon che, se da un lato comprende la necessità di una punizione per la violazione del regolamento scolastico, dall’altra giudica però l’espulsione sproporzionata al mancato rispetto del coprifuoco, soprattutto viste le conseguenze per la ragazzina, e ha perciò presentato un ricorso amministrativo, per chiedere la revoca del provvedimento. «Ci troviamo di fronte alla vittima di uno stupro che dal giorno dell’aggressione non si è ancora ripresa – spiega ancora l’avvocato Richard-Maupillier su “Le Figaro” – ed è tuttora talmente turbata da dover essere seguita da uno psicologo. Ecco perché non possiamo permetterle di pensare che quanto successo sia stata colpa sua. In realtà, la scuola avrebbe dovuto attuare una supervisione più rigorosa durante il viaggio, soprattutto la sera, invece non solo nessuno si è assunto le proprie responsabilità, ma i capi dell’istituto hanno addirittura evitato di rispondere alle mie domande o a quelle dei genitori e hanno preferito sbarazzarsi del problema cacciando la studentessa, prima che la vicenda diventasse troppo spinosa».
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