Qualche giorno fa Pierlugi Battista postò sul proprio profilo FB l'articolo scritto sul Corsera in cui commentava la vicenda di Miccoli. Il già vicedirettore del grande quotidiano italiano criticava , coerentemente con il suo conosciuto e solido pensiero garantista, la gogna mediatica a cui veniva sottoposto il calciatore non tanto a causa del suo essere indagato per estorsione quanto per aver sparlato di Giovanni Falcone in una telefonata intercettata (parlava con un noto per quanto minore esponente della mafia locale) e subito pubblicata. Trattandosi di fasi d'indagine, per le quali vale il segreto istruttorio, la pubblicazione costituisce reato ma è inutile spiegarlo agli italici convinti che è bene conoscere le vergogne di tutti (gli altri...non c'è da precisarlo ! ). La stragrande maggioranza degli amici di Battista condividevano ovviamente il pensiero del giornalista ma alcuni spiegavano come uno come MIccoli, propenso a coltivare amicizie equivoche e capace di definire "fango" un martire come Falcone, ben meritava tutto quello che gli stava accadendo. Vano è stato cercare di spiegare a costoro che il problema non era la singola persona ma il SISTEMA dello sputtanamento mediatico, peraltro realizzato non attraverso la pubblicità di comportamenti palesi, bensì la violazione di norme di legge e di un principio costituzionalmente definito "inviolabile" : il diritto alla riservatezza. Normalmente non rimango stupito se un calciatore non mostri un QI particolarmente eccelso, e se uno come Miccoli, da cui non mi aspetto né scuole alte, né letture autodidattiche significative , vuole compiacere il piccolo boss di turno dicendo cose a lui gradite, non è che sposta di così tanto la già non alta considerazione che avevo prima. Però siccome queste cose non le ha dette in una intervista ma al telefono, non reputo giusto che siano pubblicate.
La questione adesso si è concentrata sulla città di Lecce, per la possibilità che la squadra locale ingaggi il giocatore . La comunità pare si sia spaccata, con la maggioranza dei tifosi entusiasti dell'idea che un calciatore considerato molto bravo venga da loro che sperano di tornare in B (!!!) , mentre gli altri ritengono che non sia proprio il caso. Tra i benpensanti spicca l'onorevole Matteoli, e questo mi sbalordisce per certi versi però allo stesso tempo mi aiuta a ricordare una cosa che un tempo era la regola : il giustizialismo e il moralismo da due soldi era roba della peggiore DESTRA, NON di sinistra. Il concetto di LAW and ORDER, spinto molto in là, in America è roba da Far West, e della destra più conservatrice, non certo dei democratici obamiani. Da noi questa mutazione genetica nasce con Mani Pulite e la magistratura che inizia a fare politica, colpendo i partiti e i politici con eccezione di una parte...
Allora si è scoperto che manette era bello, e che l'onestà legale ma anche morale requisito indefettibile (pensa un po'...). Matteoli riporta le cose all'antico e da ex magistrato dice che in fondo Miccoli se è indagato un motivo serio ci sarà....(e la presunzione di non colpevolezza ? ma chissene !!!) e comunque il suo continuare a scendere in campo sarebbe altamente diseducativo, Abete dunque provveda....
Capite ? Matteoli, un parlamentare del PDL, gente costretta a farsi andare giù qualsiasi cosa per difendere il proprio leader, si mette a fare il moralista con un calciatore....
Poi ci si chiede il perché dell'antipolitica. Molto più intelligente l'intervento di Luigi Prete, esponendete della confcommercio locale, che ha dichiarato : "Miccoli? Un ottimo giocatore, e vorrei fermarmi al solo giudizio tecnico. Sul piano umano, ognuno è libero di fare le proprie scelte». A parlare è Alfredo Prete, presidente della Camera di commercio e della Confcommercio di Lecce. Poi, l’assoluzione. «Il giocatore ha chiesto pubblicamente scusa per le sue parole su Giovanni Falcone e ha detto di voler dimostrare il suo pentimento con gesti concreti. Questo vuol dire che si è reso conto di aver sbagliato. In fin dei conti, chi siamo noi per giudicare se nemmeno conosciamo le prove in possesso della magistratura?».
Già chi siamo noi ?
Ecco l'articolo postato dal Corriere del Mezzogiorno.
Lecce, mezza città contro l'idea Miccoli
Mantovano: «Non dovrebbe più giocare»
Il bomber salentino sott’accusa a Palermo per estorsione
Pesano anche le offese a Falcone: «Quel fango»
Fabrizio Miccoli
LECCE - Il possibile (ma ancora lontano per la distanza
sull’ingaggio) ritorno del figliol prodigo in terra natìa crea
imbarazzo. Lecce si divide nel giudizio tra quanti seguono solo il cuore
giallorosso e quanti non dimenticano quelle ingiurie nei confronti di
Giovanni Falcone e le foto con i boss di Cosa Nostra. Il «caso» Fabrizio
Miccoli, e la richiesta della società Lecce Calcio di ingaggiarlo per
la prossima stagione, è di quelli destinati a far discutere a lungo.
Insomma, un buon diversivo nelle lunghe giornate estive sotto
l’ombrellone. E se nel centrodestra salentino importanti esponenti
dicono un «no» secco a quel ritorno imbarazzante, dall’altra parte si
vive quasi una crisi di coscienza. Il padre del calciatore è un
dipendente comunale ed è da sempre vicino agli ambienti del
centrosinistra, con un passato nel vecchio partito socialdemocratico.
Una circostanza che potrebbe aver reso prudente anche il sindaco, Paolo
Perrone, nonostante la sua incrollabile fede Pdl. Come capo
dell’amministrazione, il suo giudizio sul calciatore, inevitabilmente
coinvolgerebbe anche il padre. Le prime reazioni alla notizia — e non
poteva essere diversamente — sono rimbalzate per l’intera mattinata sui
social network e sui siti dei tifosi. Su Facebook, il desiderio di
riscatto per la mancata promozione ha avuto la meglio su qualsiasi
giudizio morale. E tutti pronti a festeggiare l’ingaggio. Tutti pronti a
dimenticare o sottovalutare, e a pensare al ritorno a Lecce di Miccoli
come a una sorta di espiazione del giocatore salentino. Più articolate
le posizioni espresse dai tifosi sui siti a loro dedicati. In tanti
scrivono di non sentirsi rappresentati da Miccoli e di non volerlo in
squadra, mentre altri credono che un campione come lui potrebbe
contribuire alla conquista della sospirata promozione in serie B. Per
questi ultimi, però, le speranze potrebbero andare presto deluse. La
disponibilità economica del presidente Savino Tesoro sarebbe ben
inferiore alle offerte che il bomber salentino starebbe ricevendo da
molti club italiani di serie A e anche da alcuni stranieri. La
trattativa, quindi, stenta a decollare. Una volta fuori dal mondo
virtuale, ecco arrivare giudizi più meditati.
Miccoli con Mauro Lauricella
A cominciare dall’ex sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano,
magistrato ed ex aennino di Lecce. Nessuna possibilità di equivocare il
suo messaggio: «Per quanto mi riguarda — dice — Miccoli non dovrebbe
più mettere piede su nessun campo di calcio e mi auguro che il
presidente della Figc, Giancarlo Abete, faccia seguire alle parole i
fatti con un provvedimento di sospensione per Miccoli». Poi, ecco venire
fuori il magistrato. «Miccoli — dice ancora Mantovano — è indagato per
riciclaggio ed estorsione in concorso con un’associazione di stampo
mafioso. E questo è un dato di fatto. La sua frequentazione con ambienti
mafiosi è stata costante e consapevole. Vederlo in campo avrebbe un
grave effetto diseducativo». Gli fa eco, sia pure con molto più distacco
ma con tono sibillino, la senatrice Adriana Poli Bortone, sindaca di
Lecce per nove anni, anche lei proveniente da An. «Non voglio entrare in
certe questioni — dice — ma credo che debbano essere le autorità
cittadine a suggerire come sarebbe meglio comportarsi».
Un calcio di rinvio lanciato direttamente nel campo del sindaco
in carica e di quanti, oggi, rappresentano la città di Lecce. Per
Antonio Rotundo, ex parlamentare del Pds e oggi consigliere comunale del
Pd, la passione giallorossa ha la meglio su tutto. O quasi. «Veder
giocare Miccoli a Lecce — dice — è sempre stato il sogno di tutti noi
tifosi. Ora, questa recente vicenda giudiziaria che lo coinvolge ci fa
capire che separare i due aspetti non sia poi così facile. Credo spetti
alla società valutare e decidere cosa sia meglio fare». «Miccoli? Un
ottimo giocatore, e vorrei fermarmi al solo giudizio tecnico. Sul piano
umano, ognuno è libero di fare le proprie scelte». A parlare è Alfredo
Prete, presidente della Camera di commercio e della Confcommercio di
Lecce. Poi, l’assoluzione. «Il giocatore ha chiesto pubblicamente scusa
per le sue parole su Giovanni Falcone e ha detto di voler dimostrare il
suo pentimento con gesti concreti. Questo vuol dire che si è reso conto
di aver sbagliato. In fin dei conti, chi siamo noi per giudicare se
nemmeno conosciamo le prove in possesso della magistratura?». Insomma,
la città di Lecce, almeno una sua parte, sembra pronta ad assolvere e
autoassolversi. Anche dal bruttissimo epilogo che ha avuto il campionato
appena concluso, con gli incidenti in campo e fuori al termine
dell’ultima partita con il Carpi, quella che ha decretato la permanenza
in LegaPro e la mancata promozione in serie B. Un capitolo bruttissimo
per l’intera città, che adesso sembra voler guardare altrove e occuparsi
di altro. Perfino della possibilità di accogliere a braccia aperte un
conterraneo che sta facendo parlare molto di sé, ma non certo per i suoi
meriti sportivi.
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