In prossimità dell'inizio del campionato, domani, ecco un divertente articolo (addirittura un editoriale in prima pagina !) su La Stampa, che riporta una ricerca della Insead Business School di Fontainebleau, pubblicata sulla rivista Psychological Science.
Bene, secondo questi ricercatori, l'incazzatura da sconfitta porta a mangiare male, non solo la sera della partita, ma anche nei giorni seguenti, uno o due.Il che, se avviene raramente, non porta conseguenze, ma se per motivi di sfiga, parentela, nascita nella città sbagliata, incapacità di correggere la rotta data da un tristo destino, le sconfitte nella stagione sono numerose, il problema si fa serio...
E così mi spiego tante cose...
Buon divertimento
La tua squadra vince? Mangi meglio
Negli ultimi due anni e già all’inizio di questo campionato di calcio di Serie A i tifosi che hanno scelto cibi più salutisti sono quelli della Juventus, seguiti a breve distacco da quelli del Napoli e del Milan e della Fiorentina, mentre i tifosi di altre squadre, magari blasonate ma in crisi calcistica, coi loro risultati non positivi o addirittura proprio negativi (vedesi l’eventuale retrocessione nel campionato minore) si sono nutriti in modo errato e dannoso alla salute.
Questo comportamento, in genere, è legato al pasto che segue ogni singola partita e spesso si allunga ai pasti del giorno dopo.
Con il campionato di calcio ai blocchi di partenza, già da questo weekend bisognerà porre molta attenzione all’alimentazione se la vostra squadra del cuore dovesse malauguratamente perdere. Infatti, secondo un recente studio francese per i tifosi la sconfitta della propria squadra del cuore coincide con un maggior consumo di cibi poco sani, troppo sbilanciata a favore dei grassi, specie di tipo saturo, e quindi anche con un eccesso di zuccheri.
Una sconfitta della propria squadra tende a cercare un compenso di piacere nei cibi. Oltre alla rabbia, la delusione può far aumentare anche l’appetito per cibi grassi e ipercalorici, ciò è dovuto all’aumento prima dell’adrenalina e poi della secrezione dell’ormone insulina, che ha un’azione ingrassante, lipogena (cioè formazione di grassi). Una vittoria, invece, porta i fans ad optare per un’alimentazione più sana, perché diminuisce la produzione dell’insulina nel sangue e quindi si ha meno fame e si scelgono cibi più gradevoli e poco grassi. Una sconfitta equivale a circa il 16% in più di consumo di grassi saturi il giorno successivo, mentre una vittoria aiuta a far scendere l’appetito per prodotti ipercalorici di circa il 9%.
I ricercatori della Insead Business School di Fontainebleau, con un articolo pubblicato sulla rivista Psychological Science, evidenziano infatti che, come per la tensione della guida così come per gli eventuali attacchi di cuore, anche la perdita della squadra del cuore influenza negativamente l’alimentazione nel giorno successivo alle partite, solitamente il lunedì o il giorno dopo di qualunque partita internazionale.
Analizzando il modo di mangiare di tifosi di due città diverse, all’indomani delle partite della National Football League, ovvero, la Lega Professionistica di Football americano, è emerso che i tifosi di una squadra perdente aumentavano il consumo di grassi ed esageravano in zuccheri per quasi 1/5 delle calorie regolari, mentre la percentuale scendeva ad 1/10 nel caso dei tifosi di squadre vincenti.
La tendenza a mangiare peggio in caso di sconfitta del proprio team è stata confermata anche da dati francesi: ai tifosi veniva chiesto in questo caso di scrivere una diario sul giorno successivo alla perdita o vittoria della propria squadra ed è stato rilevato che chi aveva visto perdere la propria squadra del cuore, riferiva di aver mangiato patatine fritte molto salate, cibi ricchi di salse e sale, alimenti ricchi di burro e panna, mostrando di non preferire cibi sani come frutta (uva, pesche, mele, pere, meloni, ecc.), verdura (pomodori, lattuga, zucchine, melanzane, ecc.) che invece erano la scelta dei tifosi del team vincente. Inoltre, più la sconfitta o la vittoria si verificava proprio negli ultimi minuti della partita e con una squadra di pari livello e più la tendenza a mangiare male o in maniera sana risultava marcata.
La regola del «sono felice e mangio…» oppure «sono triste e mangio per compensare» equivale soprattutto nella quantità del cibo introdotto (meno nei felici e di più negli insoddisfatti) ma è sempre contrastante nella scelta della qualità e del gusto. Il mio consiglio di nutrizionista per iniziare bene il campionato è quello di preparare a casa, prima di andare allo stadio o di mettersi davanti alla tv, alimenti sani come frutta fresca di stagione, snacks e prodotti da forno ai cereali o al latte e frutta secca, tipo nocciole o noci o, in alternativa, pane tostato con crema di nocciola spalmata. Questo piccolo menù gratifica chi ha vinto e consola chi ha perso, senza mai attentare alla salute.
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