giovedì 1 agosto 2013

"UN SALTO NEL VOTO". IL LIBRO CHE SPIEGA I NUMERI CHE HANNO CAMBIATO IL QUADRO POLITICO ITALIANO


Ilvo Diamanti ha curato l'uscita di un nuovo libro, opera di più autori : UN SALTO NEL VOTO . Ritratto politico dell'Italia di oggi realizzato partendo dall'esame del voto  dello scorso febbraio .
Molti numeri sono noti a chi segue costantemente le vicende politiche del nostro Paese però trovarli riuniti in un volumetto di 200 pagine fornisce un compendio interessante , con molte conferme e qualche dato inatteso.
Partiamo dalle cose note .
Gli aventi diritto al voto erano 47 milioni, hanno votato poco più di 35 milioni, vale a dire il 75%, 3 italiani su 4. Massimo livello di astensione ad una tornata politica, di 5 punti superiore a quella registrata alle precedenti elezioni del 2008.  
Il PD ha preso 8.644.523 voti sul territorio nazionale , pari al 25,4% dei voti espressi . Tre milioni e mezzo in meno rispetto al 2008, e 8 punti percentuali sotto. Però Bersani non la vuole chiamare sconfitta...
Il PDL ha preso 7.333.000 voti, pari al 21,6% . Qui non si parla nemmeno di emorragia ma di dissanguamento , con 6,3 milioni di voti in meno e oltre 16 punti percentuali persi. Un risultato durissimo se non fosse che , nelle percezioni, e quindi nelle valutazioni, contano anche le aspettative.
Per il PD quei dati fortemente negativi diventano più gravi perché si accompagnano alla mancata vittoria che alla vigilia da tutti era data per scontata, Per il PDL era in gioco la sopravvivenza. Il primo non ha conseguito il suo obiettivo, il secondo sì. Questo certo non consente di parlare di vittoria di Berlusconi, ma di scampato pericolo (mortale, politicamente) sì. Per Bersani quel risultato ha significato perdere le segreteria del partito anzitempo ma soprattuto Palazzo Chigi, dove era sicuro di finire.
Il M5S è il vincitore delle elezioni. 8.690.000 voti, primo partito italiano (escludendo il voto estero) alla prima partecipazione ad una consultazione nazionale. Nemmeno Forza Italia ebbe un esordio siffatto nel 1994 . 
Scelta Civica , di Monti si è fermata all'8,3% con 2.824.000 voti (la coalizione, con l'UDC, ha superato a stento il 10) . Un risultato ben al di sotto delle aspettative dell'ex Premier , ancorché i sondaggi avessero registrato per tempo che l'appeal montiano era fortemente scemato.
La Lega ha dimezzato i voti del 2008 ( e del 2010), tornando a quel 4% delle origini e con forti emorragie nei suoi territori d'elezione, specie nel Veneto. Oggi i verdi hanno i governatori di Piemonte Lombardia e Veneto ma questa posizione è figlia del compromesso con Berlusconi e non di una autentica forza elettorale.
Confermata la sparizione della sinistra radicale e comunista , che si era realizzata già nel 2008. L'unirsi tutti sotto un unico cartello e scegliendo come leader Ingoia non ha portato fortuna. Partito dei comunisti, Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori di DI Pietro, gli arancioni di De Magistris e appunto i descamisados dell'ex PM , tutti insieme, hanno totalizzato 765.000 voti, il 2,3%. So soddisfazioni...
Come detto, tutte cose note. Però bisogna partire da questi numeri per guardarci dentro .
Lo studio dei flussi elettorali per esempio rivela come mai come questa volta vi sia stata una "infedeltà" elettorale rispetto al voto del 2008. Ben 41 elettori su 100 NON ha votato come alle elezioni precedenti.
Il voto di appartenenza, sul quale comunque il PD e la Lega possono maggiormente contare , scema, mentre cresce quello di "scelta". Se diminuisce però la fedeltà al partito, meno quella all'area di riferimento. Si fa un bel parlare di "destra e sinistra che non esistono più", però poi l'88% degli elettori del PD si autocollocano nel centrosinistra (di questi, "solo" il 32 sinistra-snistra, strano...) , quelli del PDL nel centrodestra per l'85% (solo Destra il 27,5). La Lega, che un tempo D'Alema definì "costola della sinistra" (cosa non si direbbe per una maggioranza di governo...) , oggi vede quasi il 50% dei suoi elettori collocarsi decisamente a Destra ( un altro 30 si definisce di "centrodestra" ).
Sicuramente il M5Stelle anche in questo costituisce una rottura dei vecchi schemi.
Addirittura il 31% degli elettori di Grillo rifiutano la collocazione sinistra-destra. Dei restanti due terzi, un terzo (35%) si colloca tra sinistra e centro sinistra, la restante parte tra centro (7%) e centro destra (25%).
Ecco perché , cari parlamentari ortotteri, Grillo non ha fatto il governo del cambiamento. Se anche voi, grazie ad una selezione da bradipo ubriaco, magari siete per lo più simpatizzanti o propriamente militanti della sinistra, NON così il vostro elettorato. Grillo ( e Casaleggio) che la macchina la conoscono lo sanno, voi no.
Interessante anche l'indicazione dei temi che maggiormente hanno influenzato la scelta finale ( moltissimi sono quelli che, non votando più per appartenenza pregiudiziale, hanno deciso nelle ultime settimane.  Uno su tre del M5S l'ultima settimana !). In testa , per i grillini, non è certo una sorpresa, il desiderio di protestare : 68,4% (coerentemente, anche il voto "contro" è molto presente tra gli ortotteri). Nel voto di protesta seguono poi i leghisti , col 33%, e la sinistra più radicale, col 27%.
Venendo ai temi sensibili per gli elettori, quello economico, inteso come interventi per lo sviluppo e la lotta per la disoccupazione è largamente in testa : 23% complessivo , con punte del 30% del PD, Scelta Civica col 26 e il M5S col 22... non propriamente dei liberali quelli di Monti, ma si era visto.
La riduzione delle tasse e dei costi di finanziamento dello Stato preoccupa più gli elettori del centrodestra , oltre il 40% tra PDL e Lega, mentre il PD sul tema si mostra più sensibile dei montiani !! (l'8 contro il 6 ! ) , bel governo sarebbe uscito fuori se i sogni di Bersani e Marione si fossero realizzati...
Ah, per i benpensanti, quelli che credono che le persone siano così accorte e sensibili sui temi nobili come l'ecologia, l'ambiente, la solidarietà ai più deboli, l'immigrazione....ecco questi sono temi che preoccupano e incidono sulla scelta del voto nella misura complessiva del 0,9, 0,8, 0,1 %..roba così....E non è che passando dalla media dell'elettorato si va  a guardare a sinistra casa PD le cose cambino di molto (già un po' diverso nella sinistra radicale, dove per esempio il tema ambientale tocca il 15% di quegli elettori, nel PD lo 0,5!!). Nemmeno dale parti dei grillini si stracciano le vesti, , con appena un 1,1...
E le questioni ETICHE, quelle con le quali anche sui socialnetwork molti partecipanti si mostrano particolarmente attenti , interessano complessivamente il 3,3% dell'elettorato...Nello specifico, questo numero sale decisamente tra gli elettori della sinistra più radicale ( 13,5%), mentre quelli del PD, più pragmatici, registrano uno scarso 2%, un po' meglio i primini della classe di Scelta Civica (6,6%). Quelli della Lega sono compatti : 0%.
Sappiamo che i grillini non godono più la buona salute di febbraio, e vengono dati sotto di 10 punti da allora. Non c'è da credere che questi elettori, in caso di elezioni anticipate, tornerebbero alle origini..più facilmente si asterranno (come hanno già mostrato alle recenti amministrative).
Le due coalizioni maggiori dunque, che ancora nel 2008 rappresentavano circa l'85% dei voti espressi, non salirebbero molto da quello scarso 58% ottenuto.
Il libro prosegue, ma il grafico finora delineato qualcosa già dice, e non sono per lo più cose confortanti.
Magari ne ripaleremo 




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