Leggo con piacere che finalmente si va diffondendo il dubbio che il Camerlengo, sul caso del Professor Giordano di Saluzzo, ha espresso fin dall'inizio. Quanti anni avevano le due allieve ? Si intuiva, ma non si sapeva, che dovevano essere sì minorenni ma almeno 16enni, e questo, per la legge, rende VALIDO il consenso sessuale (art. 609 quater codice penale). Nel leggere i commenti all'articolo del Corriere della Sera, questa cosa viene messa in evidenza da più di qualcuno.
E non può nemmeno essere che l'elemento incriminante sia che Giordano fosse il professore delle ragazze, che questo fattore è già previsto dalla norma e fa salire l'età della legittimità dell'assenso dai 14 ai 16 anni. Quindi NON E' L'ETA' nella fattispecie il fattore del reato (minorenni ma sedicenni) e nemmeno il fatto che l'uomo fosse l'insegnante.
Quello che evidentemente gli inquirenti ritengono è che Giordano abbia coartato la volontà delle ragazze, o plagiandole (auguri in aula, che credo sia qualcosa di molto difficile da provare, se non si procede per pregiudizi) o attraverso ricatti concreti, tipo promozione, voti più alti, cose del genere.
Ah, naturalmente non poteva mancare il lettore malato di berlusconite, virus maligno per il quale qualunque cosa accada nell'universo mondo, è buona per evocare e maledire il cavaliere.
Prevedo molti suicidi quando l'uomo in questione sparirà veramente dalla scena.
Di seguito, l'articolo sul Corriere della Sera e, sotto, alcuni dei commenti dei lettori.
- Corriere della Sera >Cronache
I legali rinunciano a chiedere la libertà. Dalla casa accoglienza: da qui dovrà andarsene
Il prof ammette i rapporti con le alunne
«Però non c'è mai stata violenza»
Saluzzo, il docente per 4 ore dal pm: le ragazze erano consenzienti
Valter Giordano accusato di aver avuto rapporti sessuali con allieve minorenni
SAVIGLIANO (Cuneo) - Quattro ore d'interrogatorio e due
di preghiera. Prima davanti al pubblico ministero, dove ha confessato a
modo suo le relazioni con le due studentesse; e poi davanti a Dio,
nella cappella della Casa di pronta accoglienza di don Benzi dove
l'hanno visto ritirarsi a testa bassa, provato e silenzioso. E lì chissà
cosa gli avrà detto. Certo è che nella caserma del Comando dei
carabinieri di Savigliano ieri mattina il professor Valter Giordano ha
parlato e molto, al punto che alla fine dell'interrogatorio i suoi
difensori, Enrico Gaveglio e Antonello Portera, hanno deciso di
rinunciare al Tribunale del Riesame dove domani avrebbero voluto
chiedere la liberazione del loro assistito: «Era sereno e
collaborativo». Tutte pagine secretate, le sue, i cui contenuti filtrano
col contagocce. Il senso è comunque quello: Giordano avrebbe
riconosciuto i rapporti sessuali con le studentesse, avrebbe precisato
che si trattava di rapporti consenzienti e non violenti. Si sarebbe
difeso così dall'accusa più infamante: violenza sessuale con abuso di
autorità sulle due liceali, sue allieve dell'istituto socio pedagogico
Bertone Soleri di Saluzzo dove insegnava lettere e filosofia. L'imperfetto è d'obbligo perché attualmente il prof è un po' lontano dalla cattedra: si trova agli arresti domiciliari in questa Casa di don Benzi «dove non potrà rimanere a lungo, anche per la vicinanza all'ambiente scolastico», assicura Daniele che la gestisce. E dove in questi giorni ha parlato solo con i familiari, con i legali e con la dottoressa che lo aveva in cura quando tentò il suicidio. «Dice che si è adattato bene alla vita della comunità, che lavora come tutti gli altri ospiti, con diligenza. Che è lieto di potersi confrontare con storie di vita diverse e particolari e situazioni specifiche per lui nuove». Surreale.
L'ex moglie lo sostiene apertamente: «A volte si disconnette dalla realtà». E la realtà è quella di un'inchiesta che lo vede indagato anche per possesso di materiale pedopornografico e di un altro fascicolo dove l'accusa è di istigazione al suicidio per la morte di una sua allieva, Paola, che si è tolta la vita nel 2004. Anche lei con problemi familiari, anche lei sul filo della depressione, anche lei molto vicina al suo insegnante prediletto, che ne raccoglieva le confidenze in alcune lettere ora al vaglio degli inquirenti. Al pm di Saluzzo, Paola Bianconi, il professore ha dunque parlato di questi rapporti stretti con le due studentesse (una è giunta al Comando dopo di lui ed è stata assistita dalla consulente del pm, una psichiatra). «Giordano può giustificarsi come crede ma rimane il reato - precisa un inquirente -. Dev'essere chiaro che il consenso delle ragazze non lo salva. È decisivo invece il fatto che di queste minorenni lui era il professore, cioè un educatore, al quale il codice attribuisce una responsabilità particolare che, in questo caso, è stata violata e viene punita».
Il figlio del professore, Erich, e la moglie assicurano che lui non avrà problemi a pagare il suo conto alla giustizia. «Ne siamo certi, ha un senso di responsabilità di natura protestante». Quanto alla difesa del professore, Erich un po' l'aveva anticipata: «Ha sempre vissuto con grande empatia i rapporti con gli studenti. È una cosa che fa da trent'anni e che lo ha sempre riempito di riconoscenze». Quali riconoscenze? «Il ringraziamento a parole, il regalino a Natale, l'invito al matrimonio...». E le due ragazze? «Mio padre avrà cercato la confidenza, loro si saranno invaghite di lui e lui non si è reso conto di quanto stava facendo e cioè che non aveva a che fare con quarantenni ma con adolescenti». Infine la coscienza e la crisi mistica. Una riscoperta, considerando che il prof aveva messo seriamente in discussione la chiesa dopo aver trascorso ben dieci anni della sua vita in seminario.
Sul calar della sera, dalla Casa di accoglienza Daniele conferma tutto: «È molto silenzioso. Niente tv, niente giornali. Sono due ore che entra ed esce dalla cappella. Prega, esce, prega, sospira».
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