sabato 23 novembre 2013

I CONIUGI COVEZZI : PEDOFILI PER FORZA (ANCHE SE ASSOLTI)


Non si arrendono, che magari va a sapere, avranno anche ragione i PM accanitisi come cani  selvatici sulla famiglia Covezzi (ora solo sulla madre, che in questi 12 anni di tormenti il marito, un omone sportivo, ex rugbista, è morto di crepacuore) .
Accusati nel 1998 di essere dei satanisti e di praticare ( e lasciar praticare) abusi sessuali sui propri 4 figli, i due furono condannati la prima volta nel 2002 dal Tribunale di Modena a ben 12 anni  per la seconda accusa, che la prima era caduta (addirittura archiviata). Ovviamente gli tolsero i figli (quello da subito, con un'accusa del genere) che oggi sono degli adulti che odiano i genitori (al punto, pare, di costituirsi parti civile contro di loro). Poi, nel 2010 (dopo 8 anni...) la Corte d'Appello di Bologna li aveva assolti. Incubo finito ? Ovviamente no, che la Procura di Bologna (si disse allora che era stato un sostituto a farlo, che il capo dell'ufficio era propenso a desistere) fece ricorso in Cassazione che dispose, nel 2011, il rifacimento del processo.
Fatto, assolti nuovamente, per non aver commesso il fatto. Finita ? Due assoluzioni possono bastare ? Ma no ! E la procura di Bologna ricorre di nuovo in Cassazione. 
Ora, dovrebbe funzionare così, in teoria : quando la Cassazione cassa una sentenza, disponendo il nuovo processo, non entra (mah...) nel merito, che non è di sua competenza, ma segnala i vizi di legittimità (tra questi anche una motivazione illogica della decisione, ed è il grimaldello perché gli ermellini, quando gli va, entrino, eccome, nel concreto della causa) che hanno inficiato il giudizio che per questo deve essere ripetuto. Ovviamente la nuova Corte (DIVERSA ovviamente nei suoi componenti) dovrà attenersi alle linee guida tracciate dalla Cassazione, non ripetendo gli errori contestati ai loro colleghi. 
Bene, la Corte d'Appello di Bologna, si presuppone attenendosi a questi dettami procedurali, arriva alla stessa conclusione dell'altra : ASSOLTI. 
Finita ? No, perché in Procura sanno la verità, la LORO, e fino a quando non sarà dichiarata, insisteranno.
Felici ovviamente di essere in Italia, che in un diverso sistema sarebbe follia pensare di superare il principio della presunzione di non colpevolezza e il corollario che ne deriva, quello del "ragionevole dubbio", con DUE assoluzioni contro.
Nel leggere i resoconti di VARI giornali (che ovviamente lasciano il tempo che trovano, però almeno sono più fonti) come Libero, Il Resto del Carlino, Modena Today - non è colpa mia se quelli "importanti" se ne fregano della notizia, io i riscontri li ho cercati - sembra di vedere un altro caso simil Rignano Flaminio, con assistenti sociali e periti fuori controllo, psicosi collettiva, le parole - non si sa quanto spontanee - dei bambini prese come vangelo ( "I bambini non mentono" è la stolida credenza popolare...ma se è la prima cosa che imparano a fare !!?? per attirare attenzione, per distinguersi, per fantasia  ) che poi non reggono ai riscontri giudiziali. E quindi abbiamo cadaveri nel fiume mai trovati, bambini rapiti da scuola in giorni in cui le insegnanti confermano la loro presenza in classe, bambine violentate ma vergini. Cose così. 
Ma diciamo che questi siano solo le tesi innocentiste, e che veramente questi due coniugi abbiano fatto le mostruosità che la Procura continua ad addebitargli. Non teniamo conto delle denunce di organi come L'Osservatorio  della Famiglia e dell'Infanzia che hanno criticato aspramente sia i servizi sociali che gli uffici dei PM di Modena e Bologna. Restiamo solo sul fatto che, nonostante due assoluzioni, la procura possa ancora ricorrere.
Siamo sicuri che sia ricerca della giustizia, e non incapacità di accettare di avere torto, o di non avere gli elementi necessari per avere ragione ? Possibile mai che due corti d'appello siano state così stolte entrambe da non accorgersi dell'EVIDENZA delle prove dell'accusa ?
Perchè è QUESTO IL PUNTO, che pure nel nostro ordinamento non si riesce ad affermare, nonostante sia sancito dalla Costituzione e dalle norme : SE non c'è prova ragionevolmente certa (nei limiti umani ovvio, che Dio non sta nelle aule di Tribunale, per sua fortuna ) , si deve assolvere.  
Nel bel libro QUOTA 33, scitto proprio da una PM, un procuratore spiega con chiarezza al suo interlocutore che non procederà penalmente  NON per fargli un favore (ricompensato, non ha dubbi ) ma perché non ha prove SUFFICIENTI ! Ha indizi, verosimiglianze, ma non prove, NON BASTANTI per ua sentenza di colpevolezza. E quindi non agisce. PERCHE' QUESTO DICE LA LEGGE.
Non vale l'obiezione contraria, che pure tanti, alcuni anche intelligenti (non la maggioranza) mi fanno : ma se non sono innocenti ?
NON SONO gli imputati a dover dimostrare la loro innocenza, che è presunta, ma gli accusatori la colpevolezza ! E non basta il dubbio, anche serio, perché questo depone comunque a favore di chi è processato. Bisogna andare "oltre ogni ragionevole dubbio".
Ed è giusto che sia così, che i giudici sono uomini, fallibili. Ultimamente anche preoccupantemente spesso.

Tra i tanti post, scelgo per la notizia di cronaca, quello de Il Resto del Carlino, il più neutro.



Pedofilia, i coniugi Covezzi assolti un'altra volta

Lorena e Delfino Covezzi non abusarono dei figli che non vedono dal 1998



Modena, 2 maggio 2013 - Assolti per la seconda volta per non aver commesso il fatto. La Corte d'Appello di Bologna ha giudicato innocenti i coniugi di Massa Finalese Lorena Morselli e Delfino Covezzi: la coppia era accusata da quindici anni di abusi sessuali sui quattro figli che non vedono dal 1998, quando i servizi sociali li allontanarono dalla famiglia.
Condannati a 12 anni in primo grado in tribunale a Modena nel 2002, la sentenza fu ribaltata in Appello nel 2010 ma l'avvocato generale impugnò l'assoluzione. La Corte di Cassazione ordinò un nuovo processo di secondo grado, che si è concluso oggi con un'altra assoluzione.
La coppia ha un quinto figlio di 13 anni e da tempo Lorena Morselli vive con lui in Francia, proprio per evitare che gli venga tolto. Quando la sentenza di assoluzione diventerà definitiva (è improbabile un altro ricorso), la donna tornerà a Massa Finalese dove abita ancora il marito. La coppia è difesa dagli avvocati Pierfrancesco Rossi e Paolo Petrella, che hanno affrontato un processo biblico, che va avanti da undici anni: «Speriamo che questo sia l'ultimo atto», commentano.

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