sabato 23 novembre 2013

QUANDO SONO I PIRLA A SALVARE GLI EROI (O ALMENO CI PROVANO)


Questi ragazzi sono sicuramente animati da un generoso spirito ideale, e rischiano in proprio conducendo battaglie apparentemente impossibili ma che forse, ottenendo una buona risonanza mediatica, qualcosa invece scalfiscono. Almeno, mi piace pensarlo. Parlo di quelli di Greenpeace, e di movimenti similari. 
"Assaltare" le baleniere giapponesi per fermare il massacro delle balene o le piattaforme di Gazprom immagino abbiano questo intento (forse nel primo caso, almeno per quella volta, riescono anche a salvare la preda).
Dopodiché però capita che ci sia il momento di pagare, perché quando si ha a che fare con i russi, eh non è come organizzare gli occupy party in Occidente. E' quanto potrebbe accadere a Cristian D'Alessandro, uscito dopo due mesi di prigione, su cauzione pagata per il momento dalla nostra legazione diplomatica, e che rischia fino a sette anni di prigione. Se quelli della Farnesina non saranno bravi a convincere i colleghi russi a intervenire presso i loro tribunali e a far dimenticare la faccenda, potrebbe farseli veramente Cristian sette anni di galera (in Russia !). E' disposto ? E con lo stesso sorriso sfoggiato quando è stato liberato ?, grazie appunto all'intervento di gente che probabilmente lui considera in modo sprezzante dei grigi funzionari che però sono quelli cui magari dovrebbe dire grazie, oggi e di più, gli auguriamo, domani.
Dei "Pirla" che non sono gli eroi, però a volte li salvano, parla appunto Facci. 


Ecco il ritratto del "Greenpirla", l'eroe verde che rischia la Siberia

Il commento di Facci sulla vicenda di Cristian D'Alessandro, l'attivista di Greenpeace arrestato in Russia



Ecco il ritratto del Greenpirla, "eroe" verde che rischia la Siberia...

È così, il mondo si divide tra eroi e pirla. E tu, Cristian D’Alessandro, 31 anni da Napoli, sei un eroe: in nome della sacrosanta questione ambientale - detto senza la minima ironia - hai assaltato una piattaforma petrolifera della Gazprom, sul Baltico russo, e ti sei fatto arrestare assieme agli amici di Greenpeace. Due mesi di galera e poi, ai cronisti che ti attendevano all’uscita dal carcere, la tua frase eroica davanti alle telecamere: «Lo rifarei». Bravo, tu puoi, perché sei un eroe, gli altri invece non possono, perché sono dei pirla. Tra questi: l’intera Farnesina coi suoi 64 giorni di pressione ininterrotta sulla Russia, il ministro Emma Bonino con le sue telefonate all’omologo Sergej Lavrov, poi l’ambasciatore a Mosca, il console a San Pietroburgo, la legazione diplomatica che ha anticipato i 45mila euro della tua cauzione, il tuo avvocato, persino tua madre con le sue lettere al capo della diplomazia italiana, infine - quanti pirla, eh? - gli altri dieci scarcerati di Greenpeace che si sono ben guardati da sparare tronfiaggini come le tue, anche perché il processo deve ancora incominciare e il rischio è di beccarsi sette anni di galera: galera russa, perché quella è la Russia, amico eroe, non è la Ue, non è l’Italia, non è Napoli, forse non hai capito. Il Pianeta rischia di morire e ha bisogno di verdi eroi, tu rischi la Siberia e hai bisogno di grigi pirla. Fagli almeno una telefonata.

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