Fare una nuova legge elettorale è importante (anche se non dà da mangiare...), specie ora che la Consulta ha tolto di mezzo il Porcellum che mai immaginavo avrebbe lasciato così tanti orfani ( in questo noi italiani siamo veramente privi del senso del ridicolo) e che ci ritroviamo un governo dalla salute assai precaria. Renzi assicura che per tutto il 2014 di elezioni non si parla, ma intanto nessuno gli crede quando lo dice, e poi bisogna vedere le reazioni della parte moderata della maggioranza all'"agenda renzina" . Ininfluente certo alla Camera (dove, proprio grazie al decapitato maialino il PD, con lo 0,37% in più si ritrova una bonus di 200 deputati...), il NCD di Alfano, ma anche il centro di Monti, Mauro e Casini, divisi ma magari uniti nel contrastare una ipoteca del PD sull'azione di governo, potrebbero alla fine mollare. Difficile, che hanno già dato ampia prova di apprezzare l'aria e l'arredo di Palazzo Chigi, però se la corda la si tira troppo, alla fine "la si spezza Matteo! ". Che poi, con ogni probabilità, è quello che vuole l'aspirante sostituto di Letta.
Insomma, meglio farla 'sta legge, che se no c'è il rischio di tornare a votare col proporzionale puro (tale è l'attuale sistema, decapitato del premio di maggioranza) .
Ciò premesso, e approfittando del bell'editoriale del solito Michele Ainis, che scrive di cose costituzionali e di diritto pubblico sul Corsera, mi concedo qualche riflessione anche alla luce dell'accordo di governo siglato in Germania tra CDU-CSU e SPD, approvato dal 76% dell'elettorato socialdemocratico.
Questi in tre mesi, che non sono pochi in assoluto ma rispetto a noi sono tempi da Bolt, sono riusciti a risolvere il problema di una tornata elettorale dove nessuno aveva ottenuto la maggioranza assoluta (anche se la Merkel l'aveva sfiorata) , stipulando un'intesa sul programma delle cose da fare e sottoponendola ( i socialdemocratici, dall'altra parte si vede non usa) agli elettori che l'hanno votata.
Roba da piangere per tutto il natale dall'invidia.
E lì c'è un sistema proporzionale puro, sostanzialmente, con il solo sbarramento del 5% per entrare in PArlamento (che i liberali NON hanno superato, rendendo quindi inevitabile la strada di una grande coalizione) .
Questo per dire che alla fine è la qualità delle persone che conta, e non le gabbie in cui si cerca di "correggerle".
Da quello che leggo, da noi si studia un sistema che "garantisca che la sera si sappia chi ha vinto e quello governa". Non c'è mica molto da studiare : basta dire che chi prende un voto in più a livello nazionale vince e si prende Palazzo Chigi. La Corte Costituzionale ha bocciato questa cosa, ma mica è detto che non si possa riproporla : basta cambiare qualche parola qua e là, abolire il Senato com'è adesso et voilà.
Ma così potrebbe governare anche un partito che ha preso solo il 20% dei voti ? Ebbé ? L'importante è che vinca !
Io ho scritto più volte di essere favorevole al maggioritario, perché ritengo giusto agevolare la governabilità, ma NON al punto di stravolgere fino all'annullamento il principio di rappresentanza (la vignetta a inizio post dice una verità segreta).
Che già Tocqueville aveva messo in guardia dai pericoli della dittatura della maggioranza, figuriamoci se a questa corrispondesse un quarto o peggio un quinto degli elettori...
Vedo che anche Ainis si fa sedurre dal doppio turno, ma come lo descrive lui già si intravede qualche miglioramento.
Il premio di maggioranza viene previsto ma una soglia del 40% e con uno sbarramento serio anche per i partiti che partecipano alla coalizione (per evitare l'armata brancaleone di Prodi 2006, per capirci). Se nessuno ottiene il 40%, allora vanno al ballottaggio i due primi partiti.
E' un compromesso accettabile, anche se faccio presente che l'unico paese al mondo che prevede la formula del doppio turno è la Francia, che adotta e lo bilancia col (semi)presidenzialismo.
"UNA PROPOSTA RAGIONEVOLE"
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