martedì 17 dicembre 2013

STUDIO INGLESE CONFERMA : PER QUELLI NATI DOPO GLI ANNI 60, FUTURO PEGGIORE DEI PADRI. PERO' SI PUò CONTARE SULL'EREDITA'...


Lo studio viene dall'Inghilterra ma il concetto era già diffusamente percepito da noialtri italici e da tempo.
Da un po' si dice che per la prima volta, in occidente, i figli hanno la seria prospettiva di regredire rispetto alla condizione dei padri. 
La cosa riguarderebbe già i 40-50enni di oggi...
Francamente, senza alcuna pretesa di smentire una ricerca scientifica che non ho certo dati matematici in mano, la profezia la vedo un po' anticipata, almeno per i 50enni, vale a dire quelli come me.
Non mi sembra che siamo più poveri dei nostri genitori, quelli nati negli anni 30-40, sicuramente abbiamo avuto una infanzia migliore e da adulti ci siamo tolti più sfizi. 
Io ho viaggiato più di mio papà, mi sono concesso con più frequenza cose anche piccole come cinema, teatro, cene fuori. 
Ecco, magari la realtà descritta vale di più per quelli nati fine anni 70,e adesso hanno poco meno di 40 anni, ma sicuramente per quelli DOPO. 
Peraltro, parliamo sempre di sensazioni, il problema riguarda l'età adulta, il passaggio divenuto ancora più difficile (perché anche ai miei tempi facile non era) dallo studio al lavoro. Perchè l'infanzia, da serena che fu la mia, è diventata DORATA. Sarà magari che i genitori non risparmiano come prima, ma quello che hanno i pargoli di oggi io me lo sognavo (e non stavo male, ripeto). 
Prima Lego e Barbie (o le Winks, o quelle che ci sono oggi)  a go go, poi (non tanto poi), Wii,  Play station, X box, quindi PC e Tablet. Max 11 anni tutti cellulari muniti. 
I problemi verranno DOPO, come detto. 
Fatte queste precisazioni, che non hanno, ne sono consapevole, alcuna autorevolezza,  la sostanza dello studio è non solo corretta, ma addirittura banale.
Il mondo del lavoro si è trasformato, e non mi sembra in meglio, le prospettive di guadagnare e risparmiare si sono ridotte e non parliamo del futuro previdenziale.
Però, ci spiegano gli inglesi, possiamo sempre EREDITARE.
Con un handicap : la vita si è allungata...
Ecco comunque la notizia come riportata dal Corriere.it





Uno studio dell’Institute for Fiscal Studies

I 40-50enni per la prima volta più poveri dei padri

Chi è nato negli anni ‘60 e ‘70 sarà più benestante della generazione precedente solo se potrà contare sull’eredità

 
MILANO - La possibilità di ereditare pare essere l’unico vantaggio che hanno rispetto ai nati negli anni ‘40 e ’50: sono quelli della generazione cosiddetta di riflusso, quella che nel ’68 era alle elementari o forse addirittura in culla, quella dei quaranta/cinquantenni attuali, quella che per la prima volta nella storia si trova più povera di chi li ha preceduti. Questi i risultati di uno studio condotto dall’Institute for Fiscal Studies britannico, che sancisce una verità già sospettata da tempo. E se si è sempre pensato che il mondo dovesse vivere un trend di continuo miglioramento generazionale, i dati dello studio britannico smontano definitivamente questa equazione illusoria, demolendo la convinzione che i figli debbano necessariamente stare meglio dei padri.
UNICA PROSPETTIVA, L’EREDITÀ – Certo nel loro caso, diversamente dal caso dei nonni o dei genitori, l’eredità rischia di essere in molti casi appetitosa, ben più di quella che spettò ai loro genitori che mediamente, figli di nazioni ancora contadine (soprattutto in Italia) o comunque povere, raramente ricevettero prime o seconde case, automobili e conti in banca. «Son della razza mia, il primo che ha studiato»: lo cantava Guccini, alludendo ai figli della guerra, ai primi che hanno avuto accesso all’università da generazioni, sdoganando l’istruzione elitaria e aprendo le porte di certi mestieri anche a chi non era nato privilegiato. Furono gli anni del benessere, anni in cui ci si comprava la lavatrice e il frigo e poi la casa e magari anche la seconda casa, a prezzo di sacrifici si intende, ma alla fine ci si riusciva. Ora gli attuali quaranta/cinquantenni sono in attesa di poter accedere ai beni di famiglia, considerato che il 70 per cento delle persone appartenenti a questo segmento anagrafico è in attesa di un’eredità, rispetto un magro 28 per cento dei nati negli anni ’40.
VOLEVANO TUTTO…E NON HANNO NULLA - I nati negli anni ’60 e ’70 invece non hanno accumulato quasi nulla: salari, quando ci sono, più contratti rispetto a quelli dei nati dieci anni prima (e non parliamo dei nati ancora prima), nessuna sicurezza, maggiori difficoltà ad acquistare una casa con i propri denari, prospettive di pensioni ben più ridotte. In compenso hanno l’aggravante di essere abituati bene e la difficoltà del famigerato passo indietro. È all’inizio del 1980 infatti, quando la generazione dei nati tra i ’60 e i ’70 vive il picco del proprio fermento giovanile, che si inizia ad assistere a un periodo di intense trasformazioni politiche, sociali e culturali, passando definitivamente all’era post-ideologica.
IL RIFLUSSO - I sociologi associano questa condizione all’immagine del riflusso che segue le onde del mare: dopo un periodo di rivoluzione e di interesse verso le grandi questioni, arriva l’attenzione verso se stessi, la realizzazione lavorativa, il benessere economico, le cose materiali. E ora proprio quelli che hanno guardato forse più di tutti al vil denaro si trovano a essere i più poveri. Intendiamoci, anche questa generazione -secondo l’analisi dell’Institute for Fiscal Studies - ha avuto le proprie soddisfazioni economiche e in età molto giovane ha visto stipendi di tutto rispetto. Ma la propensione al risparmio è stata nulla e la crisi dei regimi pensionistici sta mettendo a rischio anche le pensioni di cui hanno goduto i loro padri o anche solo i fratelli maggiori. Infine un aumento inesorabile del mercato immobiliare ha reso più difficile l’acquisto di una casa, con un crollo significativo tra gli esponenti della generazione ’60 e ’70 di proprietà immobiliari. Come fa notare il direttore dell’Institute for Fiscal Studies, Paul Johnson, il fatto che l’unica prospettiva di benessere per questa generazione sia l’eredità amplifica inevitabilmente le sperequazioni e accentua i privilegi. Al di là del fatto che dover aspettare che muoiano papà e mamma per stare meglio è un cosa molto triste.

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