Curioso di storie. Mi piace ascoltarle e commentarle, con chiunque lo vorrà fare con me.
domenica 19 gennaio 2014
ASOR ROSA : "IO DIVERSO ANTROPOLOGICAMENTE DA RENZI". IMMAGINO IL SOSPIRO DI SOLLIEVO DI MATTEO.
Asor Rosa rappresenta e sintetizza tutto quello che io detesto in una persona : arrogante, presuntuoso, fazioso, barone universitario, comunista.
Non necessariamente nell'ordine di biasimo.
Purtroppo ha molti emuli, ed è uno dei motivi che la facoltà di lettere di Roma è uno di quei posti che darei alle fiamme.
Quando le sue esternazioni, mai toccate dall'intelligenza, diventano eccessive anche per i suoi che glielo fanno garbatamente notare, s'inventa che le sue sono "provocazioni" volte a smuovere la palude.
Fu questa la giustificazione quando nel 2011, dopo il fallimento dei vari agguati parlamentari guidati da Fini per far cadere Berlusconi, il "nostro" se ne uscì invocando la dittatura delle elites intellettuali, con la sospensione del PArlamento e l'ordine garantito da Magistrati e Polizia....
Un delirio che giustamente ALdo Grasso, nel ritratto domenicale che dedica all'odioso personaggio, gli rinfaccia.
Il concetto di differenza "antropologica", adoperato per spiegare la diversità esistente tra l'intellighenzia di sinistra rispetto al popolo bue che votava male, viene rispolverato per Renzi.
Anche rispetto al nuovo leader del centrosinistra Asor Rosa si sente "antropologicamente diverso".
Immagino il sorriso di sollievo di Matteo...
"La passione del professore per le differenze antropologiche"
Anda e rianda, è tornato il prof Palindromo. Al venerato maestro prof Alberto Asor Rosa non piace Matteo Renzi e per ribadire il concetto, giorni fa, ha offerto sul manifesto una lenzuolata di motivazioni. Una, in particolare, colpisce: il dissenso politico con il sindaco di Firenze è così abissale da trasformarsi in «differenza antropologica». La differenza antropologica, terreno quanto mai scivoloso, è un vecchio pallino del vecchio professore. Anni fa, per ribadire la differenza culturale e antropologica con Berlusconi, invocava lo stato di emergenza per cacciarlo via: congelare le Camere, chiamare al governo Carabinieri, Polizia di Stato e magistratura. Un golpe delle élite , un golpe in chiave intellettuale. E sempre per marcare una distanza antropologica, anni dopo, invitava la sinistra e recuperare la superioritas , il senso di superiorità, l’orgoglio della propria identità.
Intanto il venerato maestro si era ritirato in campagna, nel borgo medievale di Monticchiello, e aveva scoperto la lotta ecologica. Ma «un eco-mostro» incombeva, deturpava il paesaggio e l’Arcadia, generava un «mutamento antropologico» e rischiava di attirare «centinaia e centinaia di turisti domenicali che turberanno irrimediabilmente la pace e la serenità dei luoghi». In alto i forconi!
E dire che il venerato barone, ordinario di Letteratura italiana alla Sapienza dal 1972 al 2003, era nato operaista e con il suo amico Mario Tronti aveva lottato per la liberazione della classe operaia, la «rude razza pagana» (da non confondersi con la «rude razza padana» di Bossi). Aveva scritto persino un libro molto interessante, Scrittori e popolo , contro la linea culturale incarnata dal Pci e contro il populismo.
A Roma, nel 1977, in pieno «movimento creativo», una mano scrisse sul muro della Sapienza una frase enigmatica: «Asor Rosa, sei palindromo». Fu Indro Montanelli a svelare l’arcano: «Asor Rosa è un palindromo. Lo si può leggere da sinistra o da destra, e vuol dire la stessa cosa, cioè niente». Il venerato prof Asor («il suo retrogrado/ è il più bel fiore», Montale) si difende dicendo che i suoi sono paradossi per scuotere le coscienze. Destinato ad andare a ritroso, dal paradosso alla parodia è assai breve il passo del prof Palindromo.
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