martedì 21 gennaio 2014

I DUBBI COSTITUZIONALI DELL'ITALICUM DEL DUO "RENZONI"



Non può non piacermi l'editoriale odierno di Michele Ainis che commenta la proposta presentata ieri da Renzi sulla legge elettorale. 
I suoi due dubbi sono quelli spiegati ieri, prima di leggere le osservazioni degli esperti, dal Camerlengo :
1) soglia troppo bassa e quindi premio troppo alto (35% e 18%) 2) liste che continuano ad essere bloccate.
Il primo aspetto è quello che mi sta più a cuore, in quanto, pur contrario al proporzionale puro - e quindi bene la soglia di sbarramento al 5% anche ai partiti che si coalizzano (Sel, di Vendola, con questo sistema, non entrerebbe in Parlamento  con i voti presi nel 2013, e così Fratelli D'Italia della Meloni e la Destra di Storace, e nemmeno la Lega ! ), forse un po' troppo l'8% per chi si presenta da solo - non mi piace il premio di maggioranza che sostituisce e supplisce i voti mancanti.nelle urne. Così come è giusto che se non raduni un numero di voti significativo in Parlamento non entri, allo stesso tempo, per la stessa penuria, NON GOVERNI, non da solo.  La soglia proposta da Renzi, costretto a questo dalla Consulta che a lui ( e al Cav, che infatti lo aveva fatto nascere) il Porcellum, che non ne aveva, andava BENISSIMO, avrebbe impedito che a febbraio il PD e Sel, con nemmeno il 30% dei voti avessero il 55% dei seggi alla Camera dei Deputati. Una mostruosità, che loro tra l'altro hanno cercato di sfruttare, con risultati alterni per colpa del Senato (e anche delle loro divisioni interne). Quindi un miglioramento c'è, ma sono d'accordo con Ainis che per prendersi il regalo della maggioranza SENZA averla conquistata nelle urne, ci voglia almeno il 40% dei voti (rammento sempre che TRUFFA venne definita la legge che prevedeva il premio che scattava al 50% !).
SI parla del sistema "tripolare", come se Grillo, con la sua particolarità, dovesse essere ormai un elemento acquisito del panorama politico italiano. Io non credo che sia così, ma soprattutto non credo che una legge sistemica come quella elettorale possa inseguire le contingenze del momento, che se no ogni volta dovremmo farne di nuove (in 20 anni questa è la terza, non c'è paese al mondo che abbia questa volatilità in materia). 
Bene invece che al ballottaggio si sia stabilito che chi vince si prenda al massimo il 53% dei seggi, visto che il secondo dovrà dividere la quota restante con le altre forze che avessero al primo turno superato le soglie di sbarramento.
2) Mi appassiona meno la questione delle preferenze, ma non posso non dare ragione ad Ainis quando rileva che sul punto la sentenza della Consulta sembra essere stata IGNORATA. Sul premio la soglia è stata messa, bisogna vedere se il 35% - con un premio del 18, più della metà ! - rispetti quel principio di rappresentanza che la Corte ha ritenuto violato dal Porcellum, però si tratta di valutazioni. Ma nel secondo caso, i giudici della Costituzione avevano esplicitamente detto che gli eletti sono decisi dagli elettori non da altri ( i capi di partito nella fattispecie) e qui non è così. Cosa farà il Presidente Napolitano se dovesse firmare una legge che disattende così palesemente il dettato della Corte ?
Da ultimo, Ainis ricorda, esattamente come avevamo scritto ieri, che la legge elettorale poi serve fino ad un certo punto alla governabilità se la Costituzione resta quella che è : punitiva nei confronti dell'esecutivo. 
Ciò osservato, vedremo se e come questa proposta arriverà effettivamente in porto, che gli scontenti sono tanti e mentre forse Berlusconi comanda in Forza Italia,  è tutto da vedere cosa accadrà nel PD. Intanto ieri Cuperlo si è stizzito e se ne è andato (ma lì ci stava anche la solita battuta provocatoria di Renzi), ma soprattutto in Parlamento i deputati della sinistra non sono per la maggioranza renziani e il voto è segreto...Siccome spaccature e scissioni non le vuole nessuno, Renzi per primo, magari qualcosina per strada muterà. Ma a quel punto bisognerà vedere cosa farà il Cavaliere, che ha detto sì al doppio turno - sia pure in seconda opzione - ma a fronte delle altre regole. Se queste cambiano, anche il suo assenso potrebbe mutare. 
Insomma, che ci siano grandi novità nel metodo (un plauso al Renzi che ricorda come non è lui a legittimare Berlusconi leader politico, ma il voto di milioni di elettori) non c'è dubbio. Sui risultati, c'è da attendere.

"Bene, con due dubbi"
 

C’è differenza tra un illusionista e un prestigiatore? Sì che c’è: il primo ti fa credere a una realtà che non esiste, il secondo rende invisibile la realtà visibile, quella che avresti sotto gli occhi, se non t’abbagliasse il trucco del prestigiatore. E che cos’è la nuova legge elettorale, un’illusione o un gioco di prestigio? Davvero Renzi ha tirato fuori dal cappello il coniglio che la politica cerca da tre legislature? Per scoprirlo, non resta che guardare nel cappello. Fin qui ne avevamo osservato soltanto la réclame , con il sospetto che si trattasse di pubblicità ingannevole. Perché aleggiava la promessa d’azzerare i veto players , il potere d’interdizione dei piccoli partiti, ma con l’assenso dei piccoli partiti. Di non ripetere le malefatte del Porcellum , ripetendo tuttavia liste bloccate e premi inventati dal Porcellum . E infine una promessa di governi stabili; anche se per afferrare la Chimera non basta una buona legge elettorale, serve la riforma della Costituzione. Con due Camere gemelle però espresse da elettorati differenti, non ci riuscirebbe neppure mago Zurlì.
E allora interroghiamo il coniglietto su tre parole chiave, cominciando per l’appunto dalla domanda di governabilità. L’avrebbe forse saziata il sistema spagnolo, che non impedisce tuttavia la divisione della torta in tre fettone uguali, replicando il presente per tutti i secoli dei secoli. Ma l’Italicum va meglio, molto meglio. Un doppio turno «eventuale»: se prendi il 35% diventi maggioranza con il premio, altrimenti ballottaggio fra le due coalizioni più votate. Bravo il prestigiatore, bene, bis. Sia per essere riuscito a ipnotizzare Berlusconi, che del doppio turno non ne voleva sapere. Sia per la soglia di sbarramento (5%), un antidoto contro la frantumazione della squadra di governo. Sia perché al ballottaggio il premio te lo mettono in tasca gli elettori, non la legge.
Secondo: la rappresentatività del Parlamento. È il punto su cui batte e ribatte la Consulta, nella sentenza con cui ha arrostito il Porcellum . Significa che i congegni elettorali non possono causare effetti troppo distorsivi rispetto alle scelte dei votanti, come accadeva con un premio di maggioranza senza soglia. E il premio brevettato da Renzi? 18%, mica poco: fanno quattro volte i seggi della Lega, recati in dono a chi vince la lotteria delle elezioni. Crepi l’avarizia, ma in questo caso rischia di crepare pure la giustizia.
Terzo: la sovranità. Spetta al popolo votante, non certo al popolo votato. Da qui l’incostituzionalità delle pluricandidature, dove il plurieletto decideva l’eletto; ma su questo punto Renzi tace, e speriamo che non sia un silenzio-assenso. Da qui, soprattutto, l’incostituzionalità delle liste bloccate. Tuttavia la Consulta ha acceso il verde del semaforo quando i bloccati siano pochi, rendendosi così riconoscibili davanti agli elettori. Quanto pochi? Secondo la scuola pitagorica il numero perfetto è 3; qui invece sono quasi il doppio. Un po’ troppi per fissarne a mente i connotati.
C’è infatti un confine, una frontiera impercettibile, dove la quantità diventa qualità. Vale per il premio di maggioranza, perché il 40% dei consensi sarebbe di gran lunga più accettabile rispetto al 35%. E vale per le liste bloccate, che si sbloccherebbero aumentando i 120 collegi elettorali. In caso contrario, il prestigiatore rischia di trasformarsi in un illusionista. Ma gli sarà difficile illudere di nuovo la Consulta, oltre che gli italiani.

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