lunedì 3 febbraio 2014

LETTA DIFENDE LA BIGNARDI. MA CHE C'ENTRA IL PASSATO DEL PADRE DELL'ON. DI BATTISTA ?



E' difficile quando si commentano fatti riguardanti le persone, specie note, tenere  a bada le antipatie. Intanto meglio confessarle subito. Non stimo affatto la presidente Boldrini, avviata a battere Fini come peggior presidente della Camera dei deputati di mia memoria (non lo credevo possibile). Oltretutto, al di là della questione principale, e cioè che non ne condivido un'idea che è una, la trovo arrogante e odiosa nei modi.  Non mi stanno simpatici Fazio e la Bignardi, anche se quest'ultima a volte la trovo anche bravina, mentre il primo è insopportabilmente lecchino (coi suoi). 

Non amo certo i grillini, e basta digitare Grillo nel motore di ricerca del Blog per trovare decine di post critici.
Sono invece un dichiarato ammiratore di Adriano Sofri, non credo che sia stato il mandante dell'omicidio Calabresi ancorché alla fine di oltre una decina di processi (evviva il ragionevole dubbio !!) i giudici lo abbiano dichiarato colpevole in nome del popolo italiano. 
Tra le persone che parlano tanto per parlare vedo aggiungersi sempre più Enrico Letta (che del resto con lingua biforcuta disse, nell'ottobre 2011, che sarebbero bastate le dimissioni di Berlusconi perché lo Spread, arrivato oltre quota 500, calasse in pochi giorni di almeno 100 punti. Nella primavera inoltrata del 2012, e dopo 6 mesi di governo Monti, era  sempre lì, oltre quota 500. Ma che gli fregava a Letta di aver mentito ? la propaganda era servita) il quale trova il tempo, dall'estero, di stigmatizzare l'attacco alla Bignardi, al marito e forse anche al suocero.
Cosa è accaduto ? A quanto leggo, ma non ho trovato il video - vorrei vederlo - nell'intervistare Alessandro DI Battista, uno degli esponenti del M5S che molto si erano dati da fare nei giorni di caos in parlamento, la Daria  gli avrebbe chiesto notizie sul padre fascista. Che ci azzeccava se non per creare la provocatoria suggestione del grillini = neo squadristi ?
A questo punto è insorto Casalino, portavoce dei pentastellati, che polemizzando con la conduttrice le domanda - via web - come reagirebbe lei se in una intervista si insistesse sulla questione del suocero condannato come assassino di Calabresi. 
RIBADISCO, a lettere maiuscole per i poco vedenti, NON ho visto il video, e quindi non so come sia andata effettivamente l'intervista. E, RIPETO, sono un ammiratore di Adriano Sofri, che stimo.
Ciò posto, che c'entra il passato fascista del padre di Di Battista ? E ancor di più, perché insistere su questo argomento (nel caso effettivamente la conduttrice l'avesse fatto) ?
Non voglio fare del cerchiobottismo, e posso essere d'accordo con chi paventa, nell'era della rete, che le scazzottate in Parlamento - viste altre volte - possano oggi avere un effetto assai peggiore ed incentivante la violenza effettiva, che quella verbale da molto ha superato i livelli di guardia. Non voglio mettere sullo stesso piano azione e reazione, però nemmeno posso accettare lo strabismo doloso della Boldrini, diretta interessata, o di Letta, che difende la Bignardi e il marito senza una parola sulla provocazione della conduttrice (se, come riportano i giornali, questa c'è stata). Non si può equivocare sull'evidente scatto di nervi del questore Dambruoso, che alza palesemente le mani contro la Lupo. 
Insomma, se i cattivi sono "certi", io faccio fatica a vedere i buoni.
Ecco il servizio del Corriere della Sera sulla vicenda


Boldrini: «Pestaggio Mediatico, la Rete non sia violenta». Quattro senatori del M5S si dissociano

Letta: “Senza fine la corsa alla barbarie di Grillo”

Il portavoce Casalino attacca la Bignardi chiamando in causa Sofri. Il premier: «Solidarietà alla giornalista e al marito».

 
 Di Battista durante l’intervista con Daria Bignardi Di Battista durante l’intervista con Daria Bignardi
«È una corsa verso la barbarie che pare senza fine». Anche il premier Enrico Letta si getta nella mischia delle polemiche che da alcuni giorni ruotano attorno al Movimento 5 Stelle. E lo fa contestando un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo da Rocco Casalino, ex «inquilino» del Grande Fratello e oggi portavoce dei pentastellati. Casalino se la prende con Daria Bignardi, conduttrice de Le invasioni barbariche, per l’intervista di venerdì sera ad Alessandro Di Battista e la accusa di avere indugiato troppo con le domande sul passato fascista del padre del deputato, un aspetto giudicato irrilevante, come se, per parallelo, ci si riferisse a lei o ai suoi figli insistendo sulle vicende che in passato hanno coinvolto Adriano Sofri, padre del marito Luca. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, da giorni a sua volta nel mirino dei grillini, è intervenuta sulla vicenda, parlando di «pestaggio mediatico» e sottolineando che «la rete è una grande opportunità, è uno spazio bellissimo che non può essere usato in questo modo violento». E pure dall’interno del Movimento la sortita ha creato qualche mal di pancia: «Se da una parte Internet deve essere libera, - scrivono i quattro senatori Luis Orellana, Lara Bignami, Monica Casaletto e Lorenzo Battista - è altrettanto vero che un certo tipo di messaggi, compresi alcuni post pubblicati sul blog di Grillo e le esternazioni dei responsabili della comunicazione M5S, possono innescare reazioni scomposte. L’attacco alla persona non rappresenta l’attacco alle idee!».
IL CASUS BELLI - Tornando alla Bignardi, per Casalino la Bignardi è dunque colpevole di avere fatto domande sulla passata appartenenza fascista del padre del deputato grillino. Per «redarguirla» l’ex gieffino chiama in causa il marito, Luca Sofri, e il padre di quest’ultimo, Adriano, ex leader di Lotta Continua, condannato quale mandante dell’omicidio del commissario Luigi Calabresi, avvenuto a Milano nel 1972. «Come sarebbe per te - scrive Casalino - se ti invitassi a una trasmissione tv e le domande fossero: come si sente tuo figlio a scuola ad avere il nonno mandante di un assassino? Come è l’ aver sposato il figlio di un assassino? E se insistessi su questa domanda come hai fatto tu per il padre ex fascista di Di Battista?». L’esponente del M5S evidenzia poi la coincidenza della presenza in trasmissione di Corrado Augias, intervenuto subito dopo Di Battista, che parlando dei grillini li ha definiti neofascisti. Un uno-due che per Casalino è la prova di una trappola premeditata nei confronti del parlamentare. Peraltro, puntualizza, che il padre di Di Battista, Vittorio, è «un ex fascista, ora vota M5S». Nel 2010, alla Zanzara, su Radio 24, l’uomo si dichiarava invece onorato di essere chiamato camerata e di partecipare alle manifestazioni in piazza «vestito da fascista» (Ascolta).
IL COMMENTO DI LETTA - Il parallelo con Sofri non è in ogni caso piaciuto a Letta. «È scandaloso, non posso non commentarlo, pur essendo concentrato qui» dice il premier da Doha, in Qatar, dove prosegue la sua visita ufficiale . «Ho letto sul blog di Grillo frasi folli verso una giornalista, Daria Bignardi e suo marito - sottolinea il capo del governo -. È una corsa verso la barbarie, intrapresa da Grillo che pare senza fine. Non ci può essere tolleranza verso questo modo di fare politica». Per Letta le frasi sul blog sono «ingiuriose, intollerabili e insopportabili».
L’INTERVISTA - Di Battista era comunque apparso a suo agio davanti alle telecamere e nonostante poi in rete ci siano state molte prese di posizione ironiche nei suoi confronti, aveva risposto senza problemi a tutte le domande. Anche a quella su un suo possibile ruolo di premier: il parlamentare ha detto che si sentirebbe tranquillamente all’altezza. Le domande sul padre non devono però essere piaciute allo staff comunicazione di Grillo che via blog ha pensato bene di ripagare la giornalista con la stessa moneta.
Di Battista in tv, il grillino tra sguardi e anatemi. E la rete si scatena
I «POTENZIALI STUPRATORI» - Nel frattempo non si è spenta l’eco delle polemiche innescate l’altro giorno dai commenti sessisti comparsi in calce di un altro post di Beppe Grillo, quello che rilanciava una video-beffa ai danni di Laura Boldrini. Commenti lasciati online per l’intera giornata di sabato e rimossi solo nel tardo pomeriggio. Intervenendo da Fabio Fazio, la stessa presidente della Camera aveva definito gli autori di quei commenti come «potenziali stupratori».
IL TWEET DI MESSORA - In mattinata a rilanciare la diatriba era stato Claudio Messora, responsabile comunicazione del M5S al Senato, che con un tweet aveva chiosato: «Cara Laura, volevo tranquillizzarti.. Anche se noi del blog di Grillo fossimo tutti potenziali stupratori, tu non corri nessun rischio!». Un commento giudicato da più parti velenoso e offensivo, al punto che lo stesso Messora ha poi fatto dietrofront: «Non era mia intenzione offendere Laura Boldrini. Se a causa di una mia battuta è accaduto, me ne scuso. Ora torniamo a parlare di contenuti».

4 commenti:

  1. LOLL

    Infatti certe frasi tipo le donne del PD sono in parlamento perchè fanno pomp..... oppure cosa fareste alla Boldrini? Dai, frasi tipiche dei fascistelli verso le donne. Poi un politico sa benissimo che i giornalisti fanno delle domande per fare audience e frasi che il grullino ammira suo padre fascistello non è il massimo, fa solo ridere. C'è stata la grillina maestrina lividosa che ha detto che il fascismo ha fatto tante cose buone. Come no, la guerra le leggi raziali, l'olio di ricino, suvvia siamo seri.

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    1. Non ti seguo. Il giornalista, ammesso che la Bignardi lo sia (credo di no, è una conduttrice di talk show)può fare provocazioni ma se insiste sulle stesse - SE la Bignardi lo ha fatto, come sostiene CAsalino, che io la trasmissione non l'ho vista - allora palesa partigianeria, preconcetto e nel caso della brava (mi sta antipatica ma penso che lo sia) Daria è facile pensare che questa sia la realtà. A quel punto, siccome non fai giornalismo ma politica, puoi aspettarti reazioni politiche, e il ricordo del passato di Sofri padre (che io stimo e ti dirò di più, credo innocente, nonostante la condanna definitiva) te lo puoi aspettare. Quanto al sillogismo sessismo = fascismo, mah... Io ricordo che di sessismo se n'è fatto tanto nei confronti delle deputate azzurre, e la frase di Branduardi non fu leggera (il Parlamento pieno di puttane...). Insomma, come ho scritto, i cattivi si vedono, ma sono i buoni che mancano.

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    2. LOLLI

      Se iniziamo il discorso sulle donne, non finiremo mai di incolpare una parte o l'altra, una cosa è certa che lo sciame di donne escort alla corte del berlusca o meglio ancora a libro paga è infinita, messo proprio apposta in evidenza dallo stesso capo di arcore, solo per una questione di maschilismo e di potere che giusto appunto era tipico dei fascistelli. Ricordiamoci che gli omosessuali nel periodo fascista era mandati al confine. Quindi un grillino che ammira il suo papà fascista non è il massimo. La Bignardi è una brava giornalista e deve fare domande scomode ai politici, i politici possono non andare dall'antipatica. Questo grillino la conosceva dai tempi del grande fratello, e non venga giù dalla pianta, solo che i grillini preferiscono il monologo che è più comodo.

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    3. Perdona se lo dico con franchezza, ma il tuo mi sembra un discorso un po' troppo partigiano. Dunque con le parlamentari azzurre il sessismo si può fare, e non è fascista, viceversa con le giovanotte del PD no, altrimenti si è fascisti. E già questo...Poi, storicamente, all'epoca fascista c'era un gran rispetto per la donna, vista nel ruolo sacro della madre dei figli dalla Patria. Retorica nazionalista, ma questo era. Quindi il binomio sessismo-fascismo non regge. C'è che i maschi, da sempre, e ben prima del fascismo, quando vogliono ingiuriare qualcuno, uomo o donna che sia, ricorrono con facilità agli insulti di matrice sessuale. Un grillino che ammira il suo papà NONOSTANTE abbia idee diverse dalle sue, perché lo reputa comunque una brava e onesta persona, mi sembra solo un buon figlio. Infine, la Bignardi - poi l'intervista l'ho vista - non si limita a fare la domanda, ma ci torna su, insiste, che sembra proprio voler far valere un peccato originale. Peraltro che lei ha in comune con Di Battista. ANche il papà della Bignardi era fascista (come del resto quasi tutti gli italiani nati negli anni 20 e 30).

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