giovedì 6 febbraio 2014

MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D'INTERESSI NAZIONALTRASVERSALE


Il caso Mastrapasqua ha portato alla superficie l'Iceberg peraltro ben noto dei boiardi di Stato, sempre esistiti e che Prima e Seconda Repubblica non hanno mai scalfito ma anzi ben foraggiato.
Solo un fazioso ormai fuori controllo come Gad Lerner poteva arrivare a dire che Mastrapasqua è figlio del Berlusconismo, tanto è palese che questo tipo di malaffare è trasversale e ben più antico dell'avvento del Cavaliere in politica. 
Ne abbiamo già parlato riportando le giuste osservazioni di Massimo Teodori : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/02/il-caso-mastropasqua-colpa-di.html
Oggi sull'argomento si esprime anche Sergio Romano rispondendo a due suoi lettori e allargando la coda di paglia di destra e soprattutto sinistra alla questione del Conflitto di interessi.
Perché sbandierata tanto contro il Cavaliere, non si è mai adottata una norma seria e severa in questo tema ? Prodi e dintorni hanno pur governato per 7 anni e il governo Dini era sostentuo dal centrosinistra. Insomma quasi 9 anni di governi di sinistra centro e nulla ? Forse che gli intrecci amicali, clientelari a perfino parentali sono talmente tanti in tutta la società italiana che sarebbe pressoché impossibile applicare una norma siffatta, qualora vedesse la luce del sole ?
Opportuna anche la chiosa dellìex ambasciatore che ricorda come i processi non siano roba da rete e che essere garantisti con gli "amici" e "giustizialisti" con gli altri non è una bella pratica. 
Buona Lettura


IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D’INTERESSI

  - " Forse era dovuto dal galateo istituzionale ma ho trovato francamente fuori luogo il ringraziamento di Giovannini e addirittura la definizione di «una decisione saggia» da parte di Letta nei confronti di Mastrapasqua per le sue dimissioni, tardive. Erano un atto dovuto e meglio sarebbe stato tacere da parte di «autorevoli» esponenti del governo, se non altro per rispetto ai milioni di lavoratori/aziende che con i loro contributi alimentano le casse Inps. Lei che ne pensa? "

- "La vicenda Mastrapasqua, che tiene banco in questi giorni, credo sia illuminante sul livello di degrado, politico e sociale, che sta attraversando il nostro Paese. A prescindere dalle implicazioni giudiziarie che potrebbe avere e sulle quali ovviamente non mi posso pronunciare, le chiedo come sia stato possibile accorgersi solo ora che il presidente di un fondamentale Ente pubblico non possa ricoprire altri incarichi, dal momento che solo ora Letta afferma che c’è un vuoto normativo al riguardo che sta cercando di colmare. La vicenda parrebbe assumere risvolti ancora più inquietanti se, come sembra, Mastrapasqua avesse falsificato esami per laurearsi. Mi chiedo come facciano i nostri governanti, non solo quelli attuali, a nominare i responsabili degli Enti pubblici."
 

  IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D’INTERESSI Cari lettori, approfitto delle vostre lettere per due considerazioni. Il caso Mastrapasqua spiega meglio di qualsiasi altro argomento perché il centrosinistra, quando era al potere, non abbia varato una legge sul conflitto d’interessi, e perché quella approvata durante il governo di centrodestra sia incompleta e inefficace. Se il problema fosse stato affrontato seriamente, il legislatore avrebbe constatato che il conflitto è diffuso nella società nazionale ed è l’inevitabile conseguenza di una cultura familistica e corporativa. Si parlava molto di Berlusconi perché il suo caso aveva una forte rilevanza politica. Ma si dimenticavano gli infiniti casi di conflitto e incompatibilità di cui gli italiani sono personalmente testimoni o protagonisti. La vicenda di Antonio Mastrapasqua è esemplare. Se è vero, come è stato scritto, che l’ex presidente dell’Inps aveva incarichi in una ventina di aziende e istituzioni, quante persone erano in varia misura, direttamente o indirettamente, complici di questa anomalia? Perché il fenomeno non è stato pubblicamente denunciato da coloro che gli sedevano accanto nei consigli d’amministrazione? È azzardato pensare che molti non avessero alcun desiderio di contestare una prassi a cui intendevano conformarsi? Quante aziende e istituzioni si sono valse della collaborazione di Mastrapasqua proprio perché garantiva una molteplicità di relazioni, amicizie, entrature? Sostituire Mastrapasqua con una persona più attenta e prudente non basterà a curare un male che ha progressivamente contagiato una buona parte del Paese. Seconda considerazione. Il processo mediatico a Mastrapasqua e la sua immediata condanna a furor di popolo non mi sono piaciuti. Per due ragioni. In primo luogo perché l’eccessiva concentrazione su un caso singolo finisce per oscurare l’esistenza del problema generale. In secondo luogo, perché crederò alla sua colpevolezza, nonostante molti legittimi sospetti, soltanto quando sarà stata documentata e certificata da una sentenza. Temo che una parte della società italiana sia contemporaneamente colpevolista e garantista, a seconda delle sue simpatie e antipatie. Se il caso sembra confermare la tesi populista secondo cui il «popolo» è buono e gli «altri» cattivi, i processi si celebrano sui blog e la condanna viene pronunciata sull’istante. Di questa giustizia «popolare» il Paese non ha bisogno.

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