MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D'INTERESSI NAZIONALTRASVERSALE
Il caso Mastrapasqua ha portato alla superficie l'Iceberg peraltro ben noto dei boiardi di Stato, sempre esistiti e che Prima e Seconda Repubblica non hanno mai scalfito ma anzi ben foraggiato.
Solo un fazioso ormai fuori controllo come Gad Lerner poteva arrivare a dire che Mastrapasqua è figlio del Berlusconismo, tanto è palese che questo tipo di malaffare è trasversale e ben più antico dell'avvento del Cavaliere in politica.
Ne abbiamo già parlato riportando le giuste osservazioni di Massimo Teodori : http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/02/il-caso-mastropasqua-colpa-di.html
Oggi sull'argomento si esprime anche Sergio Romano rispondendo a due suoi lettori e allargando la coda di paglia di destra e soprattutto sinistra alla questione del Conflitto di interessi.
Perché sbandierata tanto contro il Cavaliere, non si è mai adottata una norma seria e severa in questo tema ? Prodi e dintorni hanno pur governato per 7 anni e il governo Dini era sostentuo dal centrosinistra. Insomma quasi 9 anni di governi di sinistra centro e nulla ? Forse che gli intrecci amicali, clientelari a perfino parentali sono talmente tanti in tutta la società italiana che sarebbe pressoché impossibile applicare una norma siffatta, qualora vedesse la luce del sole ?
Opportuna anche la chiosa dellìex ambasciatore che ricorda come i processi non siano roba da rete e che essere garantisti con gli "amici" e "giustizialisti" con gli altri non è una bella pratica.
Buona Lettura
IL CASO MASTRAPASQUA E IL CONFLITTO D’INTERESSI
- " Forse era dovuto dal galateo istituzionale ma ho trovato
francamente fuori luogo il ringraziamento di Giovannini e addirittura la
definizione di «una decisione saggia» da parte di Letta nei confronti
di Mastrapasqua per le sue dimissioni, tardive. Erano un atto dovuto e
meglio sarebbe stato tacere da parte di «autorevoli» esponenti del
governo, se non altro per rispetto ai milioni di lavoratori/aziende che
con i loro contributi alimentano le casse Inps. Lei che ne pensa? "
- "La vicenda Mastrapasqua, che tiene banco in questi giorni, credo sia
illuminante sul livello di degrado, politico e sociale, che sta
attraversando il nostro Paese. A prescindere dalle implicazioni
giudiziarie che potrebbe avere e sulle quali ovviamente non mi posso
pronunciare, le chiedo come sia stato possibile accorgersi solo ora che
il presidente di un fondamentale Ente pubblico non possa ricoprire altri
incarichi, dal momento che solo ora Letta afferma che c’è un vuoto
normativo al riguardo che sta cercando di colmare. La vicenda parrebbe
assumere risvolti ancora più inquietanti se, come sembra, Mastrapasqua
avesse falsificato esami per laurearsi. Mi chiedo come facciano i nostri
governanti, non solo quelli attuali, a nominare i responsabili degli
Enti pubblici."
Cari lettori, approfitto delle vostre lettere per due considerazioni.
Il caso Mastrapasqua spiega meglio di qualsiasi altro argomento perché
il centrosinistra, quando era al potere, non abbia varato una legge sul
conflitto d’interessi, e perché quella approvata durante il governo di
centrodestra sia incompleta e inefficace. Se il problema fosse stato
affrontato seriamente, il legislatore avrebbe constatato che il
conflitto è diffuso nella società nazionale ed è l’inevitabile
conseguenza di una cultura familistica e corporativa. Si parlava molto
di Berlusconi perché il suo caso aveva una forte rilevanza politica. Ma
si dimenticavano gli infiniti casi di conflitto e incompatibilità di cui
gli italiani sono personalmente testimoni o protagonisti. La vicenda di
Antonio Mastrapasqua è esemplare. Se è vero, come è stato scritto, che
l’ex presidente dell’Inps aveva incarichi in una ventina di aziende e
istituzioni, quante persone erano in varia misura, direttamente o
indirettamente, complici di questa anomalia? Perché il fenomeno non è
stato pubblicamente denunciato da coloro che gli sedevano accanto nei
consigli d’amministrazione? È azzardato pensare che molti non avessero
alcun desiderio di contestare una prassi a cui intendevano conformarsi?
Quante aziende e istituzioni si sono valse della collaborazione di
Mastrapasqua proprio perché garantiva una molteplicità di relazioni,
amicizie, entrature? Sostituire Mastrapasqua con una persona più attenta
e prudente non basterà a curare un male che ha progressivamente
contagiato una buona parte del Paese. Seconda considerazione. Il
processo mediatico a Mastrapasqua e la sua immediata condanna a furor di
popolo non mi sono piaciuti. Per due ragioni. In primo luogo perché
l’eccessiva concentrazione su un caso singolo finisce per oscurare
l’esistenza del problema generale. In secondo luogo, perché crederò alla
sua colpevolezza, nonostante molti legittimi sospetti, soltanto quando
sarà stata documentata e certificata da una sentenza. Temo che una parte
della società italiana sia contemporaneamente colpevolista e
garantista, a seconda delle sue simpatie e antipatie. Se il caso sembra
confermare la tesi populista secondo cui il «popolo» è buono e gli
«altri» cattivi, i processi si celebrano sui blog e la condanna viene
pronunciata sull’istante. Di questa giustizia «popolare» il Paese non ha
bisogno.
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