giovedì 6 febbraio 2014

ORA ANCHE LA CORTE DEI CONTI DICHIARA GUERRE ALLE AGENZIE DI RATING. MA NON POTEVAMO ASPETTARE OBAMA ?


E' comparsa sui giornali la notiza che la nostra Corte dei Conti vorrebbe agire giudizialmente contro le agenzie di rating per danni pari a oltre 200 miliari (ma si potrebbe arrivare a 300, perchè no ? ) per la sottostima della solidità patrimoniale italica di cui i reprobi non valuterebbero il patrimonio artistico.
Insomma, sarà anche vero che abbiamo 2000 e passa miliardi di debito, ma se solo il Colosseo può essere stimato quanto ? 500 ? 1000 ? saremo ben solvibili no ?
Danilo Taino, giornalista dle Corriere della Sera, alla notizia si è messo a piangere per la disperazione.
Le agenzie di rating non sono infallibili, tutt'altro, e l'hanno ben dimostrato con la tripla A attribuita a Lehman's Brothers ancora alla vigilia del crac, ed è solo l'esempio più noto ed abusato.
Però se qualcuno dà loro retta o meno non avviene per legge, ma semplicemente perché i mercati e gli investitori gli hanno attribuito quel ruolo e continuano sostanzialmente a dargli credibilità (magari con qualche riserva in più di prima...). Che c'entrano le azioni legali ? Ma in Italia ormai è così, alcuni giudici pensano che spetti a loro raddrizzare il legno storto del capitalismo e della finanza e siccome ormai hanno fatto strame dell'impresa italiana provano a spostare l'asticella più in alto. Aveva già tentato un PM a Trani ma volete mettere la Corte dei Conti !?!
Pare che richiesto di un commento sull'iniziativa del massimo organo contabile italiano (chissà nel rapporto costo benefici se ci guadagniamo a tenere in piedi questa invenzione giuridica ? temo di no ) un responsabile di una delle agenzie, abbia detto "quand'anche, vedo improbabile l'esecuzione di una condanna".
Tradotto alla romana " ve li stamo pe' dà !".
Quindi , concludendo, se non ho capito male, la cosa ci farà scendere ancora di più nella considerazione internazionale, e nell'appeal degli investitori stranieri, che ai già tanti problemi che conosciamo - e conoscono ! - e cioè burocrazia asfissiante, legislazione del lavoro allucinata, tempi della giustizia giurassici, si aggiunge lo sconcerto per le iniziative di alcune categorie togate.
Ma poi dico, una cosetta simile l'ha fatta pure Obama, che ha denunciato Standard & Poor's con l'accusa di aver sopravvalutato volutamente i subprime. Il Presidente americano peraltro è stato più modesto, che lui si accontenterebbe di 5 miliardi di dollari.
Ecco, non era meglio aspettare di vedere che fine faceva la sua di azione prima di rischiare il ridicolo con la nostra ?


l debito Secondo il Financial Times

E la Corte dei conti chiede 234 miliardi a S&P

L’accusa dei magistrati all’agenzia: non considera il patrimonio artistico. Coinvolte anche Moody’s e Fitch

 
Una scena dal film «La dolce vita» (Ansa)Una scena dal film «La dolce vita» (Ansa)
Quanto valgono in termini di bilancio pubblico e di spread «La Divina Commedia», «La dolce vita» o La Cappella Sistina di Michelangelo? Quanto va considerato, nella ricchezza dell’Italia, l’immenso patrimonio storico, artistico e letterario accumulato in millenni? Secondo la Corte dei conti questa ricchezza va considerata eccome, quando si valuta l’affidabilità creditizia di un Paese. Cosa che invece le agenzie di rating non avrebbero fatto nel 2011, quando sull’onda dei timori per la tenuta dei debiti sovrani nei Paesi periferici dell’Eurozona declassarono pesantemente, e in più momenti, il giudizio sull’Italia a un passo dal livello «spazzatura» (junk ).
Per i giudici contabili è stato un errore: anche per questo hanno citato il colosso Standard & Poor’s (rating sull’Italia «BBB»), per una cifra gigantesca, destinata a battere ogni record in termini di richieste di danni: 234 miliardi di euro. La notizia è stata anticipata ieri nella sua edizione online dal Financial Times , secondo il quale sono stati trascinati in giudizio anche le altre agenzie, Moody’s e Fitch. A mancare, nella valutazione degli analisti delle tre agenzie, fra le altre cose, anche la ricchezza immateriale dell’Italia fatta di opere d’arte, beni architettonici, letteratura, persino film (il FT cita proprio il capolavoro di Federico Fellini nel titolo dell’articolo). L’agenzia statunitense ha confermato la notizia della causa, definendola «non seria e senza merito». Anche un portavoce di Moody’s ha definito «priva di merito» la mossa della Corte, mentre Fitch ha fatto sapere che collaborerà nel processo:
«Capiamo le preoccupazioni del tribunale, ma crediamo di avere operato sempre in maniera corretta e nel pieno rispetto della legge». Maggiori dettagli sulla mossa giudiziaria della Corte dei conti dovrebbero essere resi noti dalla Procura il prossimo 19 febbraio. E già si preannuncia uno scontro durissimo: secondo il FT i legali delle agenzie si prepareranno a contestare la legittimità dell’azione, visto che si tratta di un tribunale che valuta la responsabilità dei dipendenti pubblici e non anche di una entità esterna come un’agenzia di rating, anche se le sue azioni influenzano direttamente l’attività dello Stato attraverso l’attribuzione di un merito di credito che è uno degli elementi che incidono sul costo del debito pubblico. In Italia il taglio del rating e il conseguente innalzamento dello spread, sottolinea il FT , portarono prima alla caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011 e a una serie di misure economiche di emergenza da parte dell’esecutivo di Mario Monti.
Si tratta della seconda azione giudiziaria dello Stato italiano contro le agenzie di rating: l’anno scorso il pm di Trani, Michele Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio di nove tra dirigenti e funzionari di S&P e di Fitch (archiviata la sola posizione di Moody’s) per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata in quanto «attraverso artifici a carattere informativo fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari un’informazione distorta in merito all’affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di rilancio economico adottate dal governo italiano, per disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore». L’udienza preliminare riprenderà il 18 febbraio con la decisione del gup Angela Schiralli sulle associazioni dei consumatori come parti civili.

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