lunedì 17 marzo 2014

TRA LA JUVE E LO SCUDETTO L'INCUBO DORANDO PETRI


Sarà  la professione di avvocato, dove spesso devi fare quello del diavolo, sarà la scaramanzia, di cui però non mi sento particolarmente afflitto; unico rito, non vedere le partite della Juve, ma in questo sono aiutato dal fatto che il calcio, specie quello italico, dove i campionissimi non esistono più da tempo (Ronaldo, Messi e Ibrahimovic, e anche Ribery, Robben, Iniesta...gente di questa fatta ), da tempo vederlo non mi diverte più.
Più probabilmente sono le cocenti delusioni del passato che di scudetti persi quando sembravano già vinti me ne sono capitati più di uno : 1) stagione 1975/1976, vinto dal Toro, che rimontò in tre domeniche consecutive i sei punti di vantaggio che la Juve vantava (all'epoca la vittoria valeva due punti e 6 punti valevano più degli 11 di oggi, dove il pareggio è, tranne negli scontri diretti,  una mezza sconfitta) 2) stagione 1999/2000, con il diluvio di Perugia all'ultima giornata, partita sospesa per 70 minuti (qualcuno mi trovi un precedente...), ma con la Juve capace di dilapidare un vantaggio di 9 punti ad un mese e mezzo dalla fine (qui ne mancano due). E non ci sono solo i ricordi brutti, le clamorose rimonte subite, ma anche quelle fatte, e quindi i sorpassi sul Milan sconfitto all'ultima giornata nella "fatal Verona" (anno 1972/73), sull'Inter di Ronaldo con la sconfitta all'Olimpico del 5 maggio 2002,  e che a 7 giornate dalla fine stava a + 6 sulla seconda. Volendo c'è anche Roma-Lecce 2-3 del 1986, con la Roma di Eriksson che aveva perfezionato una grande rimonta proprio sui bianconeri raggiunti a due giornate dalla fine. Alla penultima giornata la Juve, in grave difficoltà per il vantaggio sperperato, vinse però contro il Milan mentre i giallorossi, euforici per il traguardo ormai dato per raggiunto (tipico a Roma, dove l'euforia e la depressione si alternano in una psicotica montagna russa permanente) persero incredibilmente in casa contro il Lecce già retrocesso.
Tutto questo excursus storico per spiegare le preoccupazioni che spiegherò appresso.
La Juve ieri ha vinto a Genova, conservando il suo vantaggio di 11 punti, ammettendo che la Roma, com'è molto probabile ma non certo, vinca entrambi i suoi due recuperi contro il Parma (in gran spolvero la squadra di Donadoni) e l'Udinese, molto più facile. 
Siamo praticamente ai 3/4 del campionato, mancano due mesi e 10 partite, 30 punti in palio, e alla Juve ne bastano 20, anche 19 se non perde a Roma (che a quel punto si varrebbe della migliore classifica negli scontri diretti rispetto ai giallorossi). 
Il calendario non è impossibile, che la Juve si può aggiudicare lo scudetto "semplicemente" mantenendo la media inglese ( vittoria in casa e pareggio fuori, laddove oggi sta ad uno stratosferico + 18) , ma anche permettendosi di vincere "solo" 4 delle 5 partite casalinghe, contro Livorno, Bologna, Atalanta e Cagliari (mi sembra fattibile no ? ) e concedendosi un passo falso pareggiando con il brillante Parma, oggi forse la squadra più in forma del campionato, mentre in trasferta, se si vincesse con Catania e Sassuolo e si pareggiasse a Udine, si potrebbe perdere nelle due partitissime di Napoli e Roma.
Altro elemento positivo : la insidiosissima trasferta all'Olimpico, arriva alla penultima giornata, con la Juve magari già scudettata o che si presenterebbe, rispettando la non impossibile tabella di marcia di cui sopra, con almeno 4 punti di vantaggio e con il Cagliari in casa all'ultima giornata. Ovviamente, in tutto questo, la Roma dovrebbe vincere tutte e dodici le partite che le restano, compresa l'insidiosa trasferta a Firenze. 
Insomma classifica e calendario giustificano ampiamente l'inconsueto ottimismo di Conte che dichiara - di seguito l'intervista su La Stampa - che lo scudetto è della Juve al 51%.
C'è un solo elemento serio - scaramanzia a parte abbiamo detto - contro questo roseo quadro : la condizione della squadra. La Juve è SULLE GAMBE. E lo è da un mese e passa. Guardate le ultime   sei partite : Verona (2-2), Chievo (3-1), Torino (1-0), Milan (2-0), Viola (1-0) e Genoa (1-0). Solo quella col Chievo è stata vinta nettamente (meno di quando dica il risultato). Verona, un pareggio sciagurato ma per colpa nostra che dopo il 2-0 nel primo tempo non siamo rientrati in campo per disputare la ripresa. Ma questo calo nei secondi 45 minuti è ormai regola, e sembra un calo fisico preoccupante. In particolare Vidal e Pogba (non Asamoah e Lichteinsteiner...) sembrano sfasati e non incisivi come ci avevano abituato, specie il Guerriero.
All'inizio si era detto che queste gambe che non giravano fossero dovute al lavoro pesante fatto al ritorno dalle vacanze natalizie, la famosa" benzina in più" (sempre stato perplesso su 'sta cosa) da sfruttare in primavera. Se fosse così, dovremmo esserci...ma mi preoccupa che da un po' questa spiegazione è sparita dai taccuini degli intervistatori e invece si parla del peso delle gare ravvicinate, appesantito dal più oneroso giocare la coppa di giovedì. E questo invece preoccupa di più, ipotizzando, come sarebbe bello, di arrivare alla finale nello Juventus Stadium.
Di fatto, tornando alla disamina da cui eravamo partiti, la Juve nelle ultime 4 partite ha fatto 12 punti, andando ben oltre i propri meriti, che se ne avesse fatti 8 ( pareggiando con Milan e Genoa che sicuramente NON avevano meritato di perdere) Conte non avrebbe potuto lamentarsi con nessuno. Aggiungiamoci che senza fortuna (il rigore non visto contro il Torino e la traversa alla fine dell'incontro con la Fiorentina) anche le partite con Torino e Viola- peraltro giocate contro squadre che hanno demeritato più di noi, e la cui sconfitta quindi ci sta tutta -  potevano finire in un pari. Insomma, abbiamo fatto l'en plein laddove i punti potevano essere 8 se non addirittura 4 (con Eupalla, come Gianni Brera chiamava la dea del pallone, di traverso).
Si dirà giustamente che il calcio non si fa con i SE ed è sacrosanto. Però il gioco stentato della Juve, e la crisi fisica sono dei fatti altrettanto veri dei punti portati a casa. 
E allora concludo dicendo che sarei più tranquillo con qualche punto di meno, ma una squadra pimpante in più.
Probabilmente tutto questo Conte lo sa, e forse per questo, ipotizzando una eliminazione dall'Europa League dopo il passo falso dell'andata a Torino, non si straccia le vesti. Non è solo un mettere le mani avanti, piuttosto il timore che la squadra non regga il doppio impegno, rischiando di compromettere un traguardo sicuramente oggi più prestigioso della vittoria - pure importante - nell'Europa minore. Non sarebbe solo l'ennesimo scudetto, ma anche il terzo di fila, cosa che noi tifosi viventi non abbiamo mai vissuto, e la terza stella PER TUTTI, che l'altra è nella nostra narrazione, non in quella ufficiale. 
Evitiamo l'incubo di Dorando Petri please.




Conte: “Ora a Firenze da sfavoriti,
ma il primo obiettivo è lo scudetto”

L’ironia del tecnico: «In Europa League tutti ci hanno già dato per eliminati»
INVIATO A GENOVA
Antonio Conte archivia in fretta la vittoria con il Genoa, e ancora nella pancia di Marassi risente il «rumore dei nemici». Che l’aspettano, lui e la Juve, giovedì a Firenze, per il ritorno degli ottavi di Europa League: «Stringeremo i denti e andremo avanti - attacca il tecnico bianconero - da sfavoriti, consci che è già stata festeggiata la nostra eliminazione, visto l’effetto mediatico». 
E intanto, dopo settimane di equilibrismo dialettico, dichiara il vero obiettivo: «Il campionato è la priorità assoluta - continua l’allenatore - il presidente e non solo lui ha questo desiderio, perché il terzo scudetto filato sarebbe storico». Gli interessa la gloria, e l’album della storia: «Si parlerà della Juve che ha vinto il primo scudetto da imbattuto, il secondo con quattro giornate di anticipo, e il terzo con qualche record. E poi c’è l’Europa League». Chissà come sarebbe contenti i tifosi, e un pezzo della società, a vedere altre squadre nella finale europea, allo Juventus Stadium. 
Nella notte genovese, Conte aveva fatto anche i complimenti ai suoi: «Solo una grande squadra, e composta da grandissimi uomini poteva vincere qui, contro un’ottima squadra e una situazione ambientale sfavorevole». Un altro passo verso lo scudetto, ma senza esagerare: «L’abbiamo vinto al 51 per cento», ha sorriso Conte, dopo aver dichiarato il 50 per cento di domenica. Per la Coppa, invece, ha percentuali minori: «A Firenze andiamo da sfavoriti, del resto in tanti ci hanno già dato per eliminati». 
Oggi la Juve si ritroverà a mezzogiorno, ma le notizie più attese saranno quelle mediche, per le condizioni di Andrea Barzagli, ko ai muscoli nel riscaldamento di ieri sera, e per quelle di Carlos Tevez, dolorante al tendine rotuleo. Con la Fiorentina l’attaccante dovrebbe esserci, il difensore molto probabilmente no.

4 commenti:

  1. La squadra, atleticamente parlando, non è la quella della ultime due stagioni. E' vero, il tasso tecnico è aumentato ed in virtù di ciò che si riesce a gestire, per quanto riguarda il campionato, l'ottimo vantaggioaccumulatosulle inseguitrice (il gol al 90° di Pirlo, nella partita con il Genoa, ne è la conferma). Conte sa di questo deficit atletico, ma che secondo me è anche mentale, per cui spinge quanto più più per chiudere il discorso scudetto. In Europa League sono riaffiorate tutte le "paure" che questa squadra ha da sempre avuto e che neanche Conte, forse perchè juventino puro, non è riuscito a scalfire (se fosse possibile ci vorrebbe un allenatore da impiegare in modo esclusivo per le coppe europee, un tipo alla Benitez per intenderci). Accennavo prima al discorso "mentale". Non scordiamoci che siamo alle porte dei Mondiali e molti "protagonisti" sono già con la testa in Brasile....un caro saluto al Camerlengo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ho ancora affrontato il tema da te opportunamente segnalato da tempo : la Juve contiana che perpetua la più antica tradizione bianconera, vale a dire forti in Italia e medi(ocri) fuori. Solo la Juve di Lippi seppe rompere questa maledizione. non solo vincendo una champions e una intercontinentale ma finendo altre TRE volte in finale (purtroppo sempre perse, ma rrivandoci) e in genere ben figurando. Con Capello si tornò indietro, nonostante lo squadrone stellare messo a disposizione di Don Fabio. La Juve contiana riprende la tradizione della squadra forte sul "Giro" e debole sulle classiche. Insomma, mediando il gergo ciclista, un "passista" di grande livello, ma debole in velocità e sulle salite. Conte ne fa una questione di giocatori, tu mi sembra che in questa critica coinvolgi l'allenatore. Certo è che sulle partite "dento o fuori" non brilliamo

      Elimina
  2. ANTONIO VISCONTI

    sei uno dei pochi juventini che tollero, capace di argomentare un discorso che vada oltre la teoria "dei rosicamenti" cara ai tifosi bianconeri. Non cì sarà nessun incubo Dorando Pietri (anche se spero di sbagliarmi), perchè se la juve è sulle gambe, le altre non stanno meglio...

    RispondiElimina
  3. MARIA LAMPITELLA

    Caro Stefano spero proprio che il tuo titolo rimanga un fatto scaramantico. Io sono decisamente ottimista sull'anelato terzo scudetto consecutivo, rifiutandomi di orientare il mio pensiero a quegli incredibili capovolgimenti di cui parli. E' vero la squadra è stanca e sfasata nel gioco collettivo, con qualche volata personale, per fortuna, come quella del duo Pirlo/Buffon. E qui soccorreranno gli acquisti che sono all'orizzonte, che mi persuadono e non poco. L'agone europeo di categoria inferiore davvero interessa poco, al Mister, alla squadra e penso anche ai tifosi come noi. Si punterà in alto, meglio la soddisfazione di una terza volata decisa nel campionato, che tu chiami con una bella soddisfazione "terza stella per tutti". Continuiamo così con meno arrancamenti !!! A proposito, sei un grande, "la psicotica montagna russa permanente" capitolina, è davvero una genialata

    RispondiElimina