sabato 12 aprile 2014

FINALMENTE LE CARTE DI CREDITO REVOLVING SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO DELLA GIUSTIZIA


Leggo con soddisfazione che a Trani si cerca di vedere meglio sui tassi di interesse applicati dai gestori delle carte di credito, che, nelle moderne revolving, possono veramente celare brutte sorprese. In questo caso imputata è l'American Express ma personalmente ho in corso un antipatico contenzioso con Barclays.
Intanto cosa sono le revolving. Sono quelle carte che ti consentono di fare acquisti rateali con la carta. Invece di prelevarti l'intero importo della spese effettuata, ne tolgono una parte mese per mese "così non te ne accorgi". Vero, e manco degli interessi che paghi ti accorgi !  In Brasile queste carte sono state alla base dell'esplosione dei consumi ma anche, pare, dell'indebitamento folle dei cittadini brasiliani e oggi questo è diventato un problema. Nel mio caso,  la vertenza è stata   determinata da un abbonamento via internet pagato mensilmente tramite questa carta. Ad un certo punto non utilizzai più il sito, e dopo parecchi mesi decisi di disattivare l'abbonamento, accorgendomi che in realtà le mie credenziali sull'account già non erano più attive, probabilmente per il lungo periodo di assenza. Poco male, pensai ingenuamente, vorrà dire che mi hanno già cancellato loro. Dalla lista degli utenti sì, ma da quella dei pagatori no, che intanto continuavano ad arrivare gli addebiti mensili, che Barclays puntualmente e inevitabilmente pagava. Scrissi dunque alla Società rappresentando la situazione e chiedendo di cessare i pagamenti. Nessuna risposta. Allora chiamai il numero verde dove un gentile centralinista mi disse che probabilmente era ancora presto, di aspettare ancora un mese. Cosa che feci (l'addebito non era rilevante, una ventina di euro). Trascorso il tempo indicatomi scrissi nuovamente alla Barclays, e non ricevendo nuovamente risposta, risolsi da me : diedi disposizione alla MIA banca di non pagare più Barclays.  A QUEL PUNTO il gestore della carta  si è fatto immediatamente vivo (erano passati intanto 4-5 mesi di addebiti dalla mia prima lettera ).  La Barclays mi fece presente che se io non fornivo una prova del recesso dall'abbonamento del sito in questione, loro erano tenuti a pagare. Io spiegai che non avevo un indirizzo anagrafico o elettronico del sito, che se loro potevano fornirmelo, visto che erano loro a pagare in prima istanza, io avrei provveduto (ovviamente non mi comunicarono nulla). Senza contare che mi suonava strano che la mia banca avesse immediatamente cessato i pagamenti a Barclays solo dietro mia semplice istruzione e loro non potessero fare lo stesso con quelli del sito in questione (semmai poi me la sarei vista io con gli stessi).  Naturalmente questa piega delle cose mi spinse a chiudere il contratto con il gestore della Carta, per cui provvidi a saldare quanto avevo in sospeso TRANNE gli addebiti decorrenti dalla mia prima comunicazione alla Barclays. Devo anche dire che quest'ultima, dalla data della SECONDA lettera dicono che la prima non gli è arrivata, ma io ho la ricevuta) poi cessò di fare ulteriori addebiti, il che peraltro SMENTISCE il loro assunto che avessero bisogno di altro (la mia disdetta al sito internet).  Insomma, oggi ancora mi scrivono per questi circa 90 euro che però sono diventati non so se 120 o 130 perché ogni mese mi applicano interessi sospetti. Io da subito ho scritto loro le mie contestazioni e che non perdessero tempo e provvedessero ad andare dal Giudice di Pace, che tanto da me quei soldi non li vedranno mai (ma sono certo che nemmeno il giudice darebbe loro ragione).
Loro continuano a mandarmi lettere. Peccato, perché la carta la fanno con gli alberi...uno spreco inutile.
Di seguito la notizia sul giudizio che vede alla sbarra l' American Express.





“Usura e truffe ai clienti”, a processo
cinque manager di America Express

Il gup di Trani dispone il rinvio a giudizio per i dirigenti del colosso statunitense
Nel mirino i prestiti realizzati con il rilascio di carte di credito di tipo revolving.
ANSA
Una donna mostra una carta di credito della American Express davanti alla sede della Banca d’Italia
Il processo contro American Express e i suoi funzionari, accusati di aver applicato interessi usurari e truffato i clienti con le revolving card, si terrà a Trani a partire dal 18 settembre. Il gup del tribunale di Trani, Francesco Messina, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio del pm Michele Ruggiero e disposto il processo per Daniele Di Febo e Melissa Peretti (dirigenti area prodotti carte ed area compliance di Amex), Giglio Del Borgo Giglio, Massimo Quarra e Francesco Fontana Francesco (responsabili dal 2005 ad oggi di Amex), tutti accusati di usura e truffa aggravate. I primi due saranno processati con il rito ordinario, gli ultimi tre con l’immediato. 

Gli avvocati degli imputati avevano eccepito l’incompetenza territoriale del tribunale di Trani e chiesto il trasferimento del processo a Roma, ritenuto il luogo in cui sarebbe consumato il reato di usura. Non dello stesso avviso è stato il gup Messina, secondo il quale l’usura si è consumata nel Nord Barese. La prima denuncia, arrivata sulla scrivania del pm Ruggiero, era di un finanziere di Molfetta: a fronte di un prestito di 2.600 euro, non avendo pagato una rata di 129,43 euro, il cliente si era visto recapitare una richiesta di 686,54 euro, in pratica superiore di oltre cinque volte alla rata non pagata e ad un tasso di interesse moratorio ben superiore a quello soglia previsto dalla legge antiusura fissato al 25,23% per il trimestre di riferimento. Quest’ultimo, secondo le perizie, avrebbe sfiorato il 250%. Nel processo, oltre ai vari clienti truffati, si sono costituite parti civili l’Adusbef nazionale e quella pugliese. Nell’ambito dell’inchiesta American Express scaturì un procedimento anche contro Silvio Berlusconi, intercettato (indirettamente) a fare pressioni su Agcom per bloccare la messa in onda della trasmissione di Michele Santoro, «Annozero».

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