lunedì 21 aprile 2014

I SEGNI DI RENZI CHE CI SONO, MA DI OGNI GENERE

 
Un caro amico, Riccardo, presenta ai miei occhi assai più pregi che vizi. Tra questi ultimi, rari come detto, il suo fare propaganda per il PD. NON l' essere di quel partito, legittimo naturalmente e che di questi tempi poi guardo con curiosità alternata da scetticismo e speranza, bensì il suo dover parlare e scrivere nei toni e nelle forme tipiche di chi, cercando voti e consenso, ne può dire di qualsiasi.
Inevitabilmente finisco per "preferire" Massimiliano, pure militante dei democrats, che però ha un approccio più distaccato, da intellettuale che non si sporca le mani e le canta chiare per come le pensa.
Strategie diverse ? Modo diverso di concepire la politica ? Più da salotto il secondo e da marciapiede il primo ? Non saprei.
Quello che so, è che NON posso credere, proprio NON posso, che una persona come Riccardo pensi che Renzi stia rappresentando la "rivoluzione" di cui il suo segretario va cianciando.
Detto che tre mesi sono pochi, e quindi il Premier ha ben diritto a chiedere di essere giudicato sui fatti e che per questi ci vuole tempo, nemmeno però a prendersi per quel posto sbandierando il DEF per chissà quale conquista o "cambiamento di verso" !
Eh ma 80 euro in busta paga sono cose concrete ! A parte che si potrebbe discutere sul criterio di scelta adottato, privilegiando una categoria "amica" , dove il recondito pensiero della marchetta elettorale non è poi così malizioso, ma poi si può ricordare che in passato c'è chi fece di più e di meglio : l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, la social card, l'innalzamento del livello delle pensioni minime. Se ti fanno indebitare altro che si può !!
Il cambiare VERSO significa veramente riuscire a fare quelle cose che da decenni si sentono ma che poi nessuno fa : TAGLIARE la spesa pubblica, iniziando dagli sprechi ma anche riorganizzandola, eliminando il welfare gratis per tutti, facendo pagare , piuttosto che più tasse, le rette universitarie e le spese ospedaliere ai redditi cosiddetti "ricchi" che poi più spesso tali non sono, ma comunque superiori ai redditi generali dichiarati. Affrontare il nodo dell'evasione accertando l'effettivo diritto alle detrazioni ed esenzioni di chi, dichiarando redditi bassi, poi fruisce di una serie di privilegi e facilitazioni che sono giuste, per i veri bisognosi, scandalose ed inaccettabili per chi non solo evade ma poi è il primo a garantirsi l' accesso ai servizi pubblici. 
Se nel 1997 potevamo mandare avanti la baracca con 300 miliardi di meno (fonte CGIA di Mestre, ne abbiamo parlato nel link http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/04/renzi-non-trova-2-3-miliardi-su-una.html) forse qualcosa si può fare. 
Queste cose a Palazzo Chigi le sanno, che Del Rio va in tv e ammette tranquillamente che non è con gli 80 euro a dieci milioni (saranno di meno alla fine, parecchi di meno ) di dipendenti pubblici afferreremo la crescita, però è un "segnale". Così come un segnale è il Prof. Fiandaca candidato alle Europee nelle liste del PD. O ancora, il non aver paura di usare parole dure con quel sindacato ormai peggiore della Fiom che è l'associazione nazionale magistrati. Tutte cose buone per carità, tutti "segni". 
Però ce ne sono altri, come Fiandaca a Strasburgo - luogo dove notoriamente non è che si prendono grandi decisioni - e Gratteri tra i consulenti del Premier...  E se il decantato Orlando è ministro della Giustizia, non è un altro segno, ma l'intervento in zona Cesarini del Quirinale a ricordare all'inesperto sindaco che a via Arenula non era proprio il caso di mandare un PM.  E nella segreteria, al posto di responsabile della Giustizia, siede una incompetente assoluta mentre due avvocati bravi, seri, preparati e renziani della prima ora (quindi non i lacchè e i ruffiani che oggi popolano il carro) restano nel forum.
Parlo della Giustizia, che un po' è materia che conosco.
Per l'economia, lascio che  i miei dubbi siano meglio spiegati  da Davide Giacalone, un altro degli estimatori della Leopolda ( la PRIMA !!) e dei perplessi crescenti di oggi.
Buona Lettura





Caduta libera

Essere ottimisti è una bella cosa. Cuor contento il ciel l’aiuta. Esemplare quel Tale che, caduto dai piani alti di un grattacielo, sentì l’amico gridargli: che fai? rispose: per ora piglio il fresco. Vero che a Palazzo Chigi il piano nobile è il primo, sicché anche a gettarsi non ci si fa troppo male, ma si saranno resi conto che le coperture, a volere essere generosi e a volere supporre che le banche non si mettano di traverso e facciano ricorso, ci sono fino alla fine dell’anno. E dopo? A un certo punto si smette di prendere il fresco e ci si spiaccica. C’è chi dice che Matteo Renzi non se ne curi, proteso solo a incassare i voti alle elezioni europee e amministrative. Può darsi. Sarebbe miope assai. Direi cieco. Ho l’impressione che qualcuno cominci a speculare sul grande botto dell’Europa. E questa volta non sono i mercati, ma alcuni governi.
L’atto più significativo della settimana non è il decreto di venerdì. Ragionevole che si punti il dito sui conti che in quello non tornano, ma sono spiccioli, rispetto al resto. Il passaggio chiave non è stato valutato con attenzione e ha accompagnato l’approvazione del documento d’economia e finanza: la lettera alla Commissione europea con cui si comunica che il 2015 non sarà l’anno del pareggio strutturale (meno, quindi, del pareggio fra entrate e uscite) di bilancio. Serve più tempo. In quella richiesta di proroga c’è la sostanza di un Def che dovrebbe essere triennale, e invece vale un terzo del tempo previsto. Non è stata capita fino in fondo perché al governo comunicano da gran professionisti, mentre gli altri si sono confusi le idee da soli, facendo supporre che sia un bene, per l’Italia, battere i pugni e chiedere di sforare i parametri europei. Ecco, si dice loro, non è quel che volevate?
Spostare il pareggio strutturale significa accettare che il debito pubblico cresca. Sia in valore assoluto che in percentuale sul prodotto interno lordo. Non solo è il contrario di quel che era stato detto, ovvero che avremmo rispettato tutti gli impegni presi, ma porta a due pesanti conseguenze: 1. ben più di quel che facciamo di deficit lo spendiamo in interessi sul debito, creando un deficit regressivo anziché sviluppista, e la dimensione di quella spesa dipende non da noi, ma dall’opera della Banca centrale europea; 2. se non centriamo il pareggio strutturale nell’anno precedente al fiscal compact è funambolico che nel successivo si riesca a rientrare di un ventesimo del debito pubblico eccedente il 60%. Discutendo degli 80 euro si prende il fresco, ma quello è il suolo, reso più duro dalla disoccupazione in aumento, lo spostarsi in avanti della relativa riforma e da una crescita bonsai.
C’è la tesi di Filippo Taddei: il fiscal compact non scatta perché l’Italia cresce meno di quel che dovrebbe. Ce ne siamo già occupati: bello, ma non regge. Non solo perché dovremmo fare i convalescenti cronici, ma perché allontanando il pareggio aggraviamo il male (alla faccia di tutti gli allocchi che volevano battessimo i pugni e che dovrebbero sbattere la testa). Cosa può accadere, da qua alla tagliola della diminuzione del debito (comunque da farsi, comunque necessaria), talché si possa fischiettare? Che il prodotto interno lordo torni a crescere del 3 o 4% non lo si vede neanche sotto l’effetto degli allucinogeni. Sicché mi viene il sospetto che qualcuno cominci a guardare con tenerezza le Le Pen, i Farange, i Grillo e compagnia antieuropea cantante. Se di voti ne prendessero tanti, se divenissero i secondi, o magari i primi partiti, andrebbero a scassare il Parlamento europeo, che tanto nessuno se ne accorge e se ne cura, ma suonerebbero la campana dell’ultimo giro per l’Ue fin qui conosciuta. Io non li voterò di certo, perché ne risulterebbe una peggiore, sbilenca, squilibrata, destinata a scrociarsi. Ma per chi campa alla giornata capisco il fascino: stai a vedere che la scapoliamo e i conti non devono tornare così il fretta. Pensierino che può essere fatto in italiano, ma anche in francese.
A quel punto liberi tutti. Si può dire che non si taglia la sanità, che invece va tagliata. E si può dire che mai nessuno diminuì le tasse o rimise i soldi in tasca agli italiani, come se non fossero mai esistite la cancellazione dell’Ici sulla prima casa, l’innalzamento delle pensioni minime e la social card. Si può tornare al dolce tran-tran, agli errori di sempre, ma con spirito nuovo e riformatore. Facendo finta di non sapere che se i conti pubblici sono in permanente squilibrio qualcuno il conto deve pagarlo. Ci prendemmo per le chiappe ieri e ci prendiamo per le chiappe oggi. Sperando che l’esercizio non prenda piede al punto da lasciar intendere che le suddette terga possano essere prese con facilità, dacché un Paese con le nostre ricchezze e con le nostre aziende esportatrici non può certo rassegnarsi a camminare costantemente strusciando le spalle al muro. Per prudenza.

6 commenti:

  1. MASSIMILIANO ANNETTA

    L'imputazione di "salottiero" mi mancava. Invoco il soccorso rosso(nero) e nomino difensori Cataldo Intrieri e Marco Fanti ps: se a qualcuno di voi venisse in mente di inserire nel collegio giudicante Stefano Pagliai lo ricuso son d'ora, che' e' portatore di insanabili pregiudizi nei miei confronti in tema

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    1. CATALDO INTRIERI

      Annamo a pattegia' che e' mejo

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    2. STEFANO PAGLIAI

      Il patteggio non ve l accolgo...pena non congrua e attenuanti non configurabili...ve conviene abbrevia'...

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    3. MARCO FANTI

      Il soccorso rossonero è sempre disponibile ma sai bene che non ne hai bisogno. L'amico Stefano Turchetti, le cui analisi sono spesso più acute degli articoli altrui che propone ai suoi lettori, non fa che stupirsi - e non a torto - di come una persona come te venga valorizzata dal suo partito meno di quanto sarebbe doveroso attendersi. Il salotto, nel tuo caso, è il classico “salotto buono” dove è inevitabile ritrovarsi per quelli come noi che condividono lo stesso modo di pensare la giustizia e tante altre cose.

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    4. Meno male, un po' di saggezza ( ah, grazie MArco per le belle parole )

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    5. MARCO

      Grazie a te per il prezioso lavoro che fai con il tuo blog, ormai appuntamento fisso.

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