giovedì 24 aprile 2014

TEST DNA : E TU COSA FARESTI SE SCOPRISSI CHE NON SEI IL PADRE DI TUO FIGLIO ?

 
Qualche giorno fa, parlando di quando accaduto all'ospedale Sandro Pertini,con l'errore nell'innesto degli embrioni, e la madre che sta portando in grembo i gemelli biologicamente non suoi - invece di un'altra coppia  oggi individuata - una psicologa e docente dell'età dell'evoluzione alla Sapienza di Roma, rivelava che il dato dei figli cresciuti da genitori non propri - segnatamente il padre, causa adulterio - fosse alto, arrivando ad ipotizzare un francamente incredibile 30% ( a me sembrava già molto il dato del 10) di figli "impropri".
Oggi il Corriere della Sera pubblica un articolo che affronta il tema di genitori e figli che, tramite l'esame del DNA, scoprono non essere tali e le conseguenze.
Bè, giuridicamente mi pare evidente che il genitore ingannato abbia il diritto di disconoscere il figlio. E parimenti questo diritto lo ha il secondo, così come di ottenere il riconoscimento.da parte del padre naturale, ancorchè non abbia mai avuto rapporti con lui fino a quel momento.
Ma lasciando da parte l'aspetto legale,  si comprende bene come sia un momento terribile e doloroso quello in cui si fa una scoperta del genere. Avevo un amico - non siamo più tali, succede - cui capitò. Durante la separazione giudiziale, in cui lui si batteva per l'affidamento delle figlie - ancora non era regola legale quello congiunto - la moglie un giorno sbottò "fai tutta questa battaglia e una nemmeno è figlia tua! ".
Lui adorava le figlie e questo dubbio non se lo tenne. Fece segretamente il test, scoprendo in effetti che di una delle due non era il padre. 
Chiuse il referto, soffrì come un cane, e non disse MAI nulla alla bambina che aveva cresciuto e che continuava ad amare come figlia sua.
Anche la madre, pentita di quella terribile verità uscita in un momento di rabbia, disse poi nulla. 
E quella bambina, oggi donna, ha continuato a voler bene al suo unico papà. 


Il Corriere della Sera - Digital Edition

Padri e figli che si scoprono estranei Quando il Dna divide le famiglie
Errori nei test o adulteri svelati. 
Chi sceglie di disconoscere 
 

C’è chi si dispera, chi scappa e c’è Fabio che dopo dieci anni viene a sapere dell’errore della scienza capace di indurlo ad abbandonare suo figlio pensando di non essere il padre, quando invece lo era.
Si moltiplicano i casi di genitori che scoprono di non essere «naturali» grazie al test del Dna, la prova delle prove, la pistola fumante di un tradimento che mette a dura prova le certezze di una vita ponendo domande esistenziali e pratiche: che fare, sfasciare tutto? Disconoscere i figli? Ma si può? È successo a Como ma anche a Torino, a Roma, a Napoli.
A Torino, per esempio, c’è un padre che ha saputo di recente di aver cresciuto due figlie non sue, oggi adolescenti. La verità è emersa dal test genetico che ha voluto dopo la confidenza choc di un amico. L’altro, il padre naturale, è il padrino di battesimo di entrambe. Dopo i tormenti del cuore e della mente, l’uomo ha avviato la causa di separazione e ora vorrebbe chiedere il disconoscimento biologico delle figlie, «continuando però a essere il padre di entrambe, se loro lo vorranno». Prima di lui, nel 2008, fu il famoso neurochirurgo romano Giulio Maira, oggi settantenne, a procedere nello stesso senso chiedendo di non essere più il padre di sua figlia Francesca, cresciuta con lui e con sua moglie. Per farlo portò in giudizio l’esame del Dna che testimoniava la sua estraneità biologica. Nessun adulterio, però, nel caso di Maira. Lui ha sempre saputo di non essere il padre naturale di Francesca ma ha voluto rivelarlo solo quando lei era trentottenne. «Lo dovevo fare», telegrafò lui. «Quando mi sono vista recapitare una citazione per disconoscimento mi è mancato il respiro», replicò lei. I giudici però decisero di negargli la richiesta attribuendo un valore prevalente alla famiglia rispetto al legame biologico.
Fra i vip è più frequente il caso del disconoscimento al contrario, cioè da parte della prole. È successo ai fratelli Carlo e Margherita Revelli, figli naturali di Mara Luisa Bernardini e Carlo Caracciolo, l’editore scomparso nel 2008 che fino ad allora ha per tutti avuto una sola figlia: Jacaranda Caracciolo Falck. A raccontare la verità a Margherita sarebbe stata la madre, nel 2007, e Margherita lo confermò: «Lo faccio per i miei figli». Jacaranda reagì così: «Io non so se sono figli di mio padre. Non ha mai voluto fare il test del Dna per motivi che aveva in testa solo lui». I fratelli Revelli chiesero l’analisi genetica ma il magistrato rifiutò. C’è poi la vicenda dell’attore romano Fabio Camilli, figlio segreto di Domenico Modugno. Successe che un bel giorno, quando aveva 25 anni, Camilli scoprì da un amico di aver vissuto con un padre che non era il suo. «Mi disse che ero figlio di Domenico e che la famiglia lo sapeva perché era stato lui stesso a confessarlo». Da lì la crisi d’identità e la scoperta della relazione della madre con il cantante. Chiese e ottenne prima l’esame del Dna sulla salma riesumata del cantante, che dette esito positivo, e poi il disconoscimento della paternità di Romano Camilli che l’ha cresciuto.
Fra i meno noti, il caso di Alessandro Ciardiello, cardiologo napoletano, che nel 2001 ricevette una telefonata che non dimenticherà mai. «Era il mio avvocato che mi comunicava i risultati del test. I bambini non erano miei figli biologici. Fu un dolore inenarrabile. Temevo quel risultato ma la conferma fu terribile». Cosa fece? «Preferii chiedere il disconoscimento per rendere la vita più chiara, soprattutto a loro». Si allontanò da casa, di tanto in tanto li sentiva. «Un test non cancella l’amore. Loro sono comunque dentro di me».
Ampia è invece la galleria dei personaggi famosi che si sono ritrovati coinvolti in storie di paternità e Dna. Da Balotelli a Pippo Baudo a Maradona. Woody Allen ha invece aggirato il problema. L’ex moglie Mia Farrow sosteneva che il figlio Ronan non fosse suo, ma di Frank Sinatra. Papà Allen ha allargato le braccia: «Può anche essere». Vista la tolleranza, il test non aveva senso.
Andrea Pasqualetto

5 commenti:

  1. ANNA MONTINARO CONTI

    W il tuo ex amico, un galantuomo.

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  2. ALESSANDRO PUGLIOLI

    Be' se sapessi anche chi è il vero padre potrei farmi rimborsare "le spese di gestione" .. nel frattempo potrebbe però essere nato un l' affetto per il cucciolo, .. e allora quel figlo, che io ho allevato, sempre mio sarebbe! La moglie?? Poraccia!! Può capitare a chiunque!!! (dico tutto questo non per fare "l'omo comprensivo", ma perché, alla mia età, si comincia a ragionare così!!!

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  3. CATERINA SIMON

    Io lo trovo spaventoso.... che significa che disconosci "biologicamente"i figli? E a quale conclusione dovrebbero arrivare questi figli? Che anni di affetto e di tenerezza reciproca arrivino a perdere qualunque valore di fronte alla rivelazione che non si è figli biologici? Io sono grata a miei figli per l'enorme quantità di affetto che costantemente mi dimostrano, rendono la mia vita più bella, più ricca di emozione,è il loro affetto che tira fuori la parte migliore di me. Come potrebbe lo scoprire, per esempio, che sono stati scambiati alla nascita cambiare tutto cio'?

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    1. Cate, tu ragioni da donna, da chi il figlio lo ha portato in grembo. I padri non hanno questa esperienza viscerale, e per secoli l'accudimento fisico, la crescita dei figli è stato appannaggio pressoché esclusivo delle donne, con i padri occupati a garantire il mantenimento economico, a vario livello a seconda del reddito. E' per questo motivo che per 30 anni, ma anche da prima, era prassi assoluta che in caso di separazione i minori venissero affidatri esclusivamente alle madri, vedendol i padri, per lo più, un pomeriggio a settimana e a we alternati, restando il loro compito quello dei "pagatori". Questo è avvenuto, e ancora avviene, anche se le percentuali non sono più bulgare, e l'affidamento congiunto è la regola legale dal 2006, anche perché per molti uomini "i figli sono delle madri" ancora oggi.

      Insomma, non è cos' frequente, tra padri e figli, il vissuto che descrivi tu. Nel caso citato del mio amico (ex), invece era così, lui era estremamente attaccato alle figlie, e si comportò come ho scritto. Non esitò, ma soffrì. TANTO. Quindi non mi scandalizza che uomini meno coinvolti nella crescita dei figli, e dove la certezza della paternità, della discendenza, anche dell'eredità futura, sono forti, non hanno esitazioni a disconoscere il figlio che si rivela non biologicamente proprio. E la legge gliene dà diritto.

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  4. Confesso, sarebbe un trauma. Chi potrebbe negarlo? Ritengo però - e l'ho scritto per un giornale dopo la vicenda del Pertini - che la biologia sia sopravvalutata. Come dico ai miei studenti dell'università: "Ipotizziamo che una ragazza si scopra incinta e sia abbandonata perciò dal ragazzo, che si spaventa della cosa. La donna incontra unuomo che le vuole bene, che cura il figlio come anche proprio, lo cresce, lo educa. Chi è dei due il padre?" Aggiungevo che San Giuseppe - sapesse o no la cosa - fu un buon padre "sociale" e che Gesù - che invece la sapeva - fu per lui un buon figlio. P.S. L'articolo poi non è uscito, credo che il direttore non abbia gradito l'osservazione :-)

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