sabato 21 giugno 2014

CRITICHE DURISSIME, E GIUSTE, ALL'ITALIA DI PRANDELLI. SOLO UNA DOMANDA : FORSE TROPPO EUFORIA DOPO L'INGHILTERRA ?



Tutto giusto quello che leggo nello spietato articolo di Marco Ansaldo su La Stampa di oggi , che commenta in modo durissimo la sconfitta dell'Italia contro la Costa Rica.
Sulla carta, è una sconfitta ancora peggiore di altre storiche rimediate ai mondiali contro le due Coree, prima quella del nord (ma giocando in 10 e sciupando molte occasioni), poi quella del sud (squadra di casa e infatti aiutata dallo scandaloso arbitro Moreno). Solo che quelle due sconfitte  costarono l'eliminazione mentre quella di ieri non è ancora detto, che pareggiando contro l' Uruguay potremmo comunque passare il turno.  Condivido in particolare le osservazioni di Ansaldo sulla sopravvalutazione della vittoria contro l'Inghilterra. Non che in quella partita l'Italia non abbia meritato, e anche giocato a tratti bene (soprattutto sulla fascia destra, dove ieri, forse anche  grazie allo spostamento di Dermian a sinistra, è sceso il buio più totale), ma :
1) poteva prendere dei gol che avrebbero potuto cambiare il volto della gara : in almeno tre occasioni gli inglesi sono andati vicinissimi a segnare ( e infatti ieri l'assetto difensivo era stato modificato, con il ritorno di Chiellini al centro e l'esclusione del deludente Paletta)
2)  gli inglesi hanno confermato, contro l'Uruguay, di essere squadra modesta, senza nessun reparto forte, e senza campioni, che anche Rooney sembra in declino. Non a caso, dopo aver visto questa partita, su FB avevo twittato : forse tanto epica la vittoria sugli inglesi non è stata, rifacendomi al troppo euforico commento del CT Prandelli dopo aver battuto gli ex leoni britannici. 
Queste cose Ansaldo le scrive e io sono d'accordo con lui, però mi domando se le avesse dette anche DOPO la vittoria azzurra e PRIMA della sconfitta di ieri. Forse qualcosa sì, ma sono sicuro non con i toni corrosivi dell'articolo odierno.
Come sempre, per quanto mi ricordo, l'Italia si scioglie al sole. Quando la temperatura sale, i nostri non riescono a correre, vanno subito in asfissia. Nella prima partita non è successo perchè appunto era la prima ( quindi ancora col pieno di benzina) e poi si giocava diverse ore dopo, di sera. Ieri era l'una all'equatore ! Giustamente si osserva che il caldo c'è per tutti, però dei centro americani forse ci si adattano meglio. Sta che noi da subito abbiamo dimostrato di non avere gamba, la squadra faceva fatica sia a salire che a recuperare. Si possono discutere le scelte di Prandelli, e Ansaldo lo fa, e del resto nell'ultimo anno la Nazionale non aveva mai vinto, inanellando ben 7 pareggi. La Costa Rica non ha rubato assolutamente nulla. Hanno corso più di noi, difeso meglio, fatto un bel gol (appena prima Chiellini aveva commesso un fallo da rigore, non concesso), avuto un altro paio di occasioni. 
L'Italia ha avuto due occasioni con Balotelli, tutte e due sciupate dal nervoso attaccante, e anche noi possiamo lamentare un probabile rigore (peraltro meno evidente del primo). Poi STOP.
Francamente non sono ottimista, che avere due risultati su tre per il passaggio del turno è un vantaggio insidioso (ti può portare alla tentazione di una partita troppo prudente, e magari il gol lo prendi quando non hai più tempo per recuperare), e l'Uruguay, che non è squadra forte - come non lo siamo noi temo - ha però due signori attaccanti. 
Ultima annotazione : nel girone di ferro , dove si ritrovavano tre nomi del calcio mondiale, tutte vincitrici di almeno un titolo mondiale, il vaso di coccio arriva primo, dopo aver battuto meritatamente sia l'Uruguay (due titoli ) che ieri l'Italia (quattro).
Le eleminazioni di Spagna e INghilterra dicono anche un'altra cosa : è vero che la Premier e la Liga sono dei campionati spettacolari, però è anche vero che gran merito è legato ai campioni stranieri che li arricchiscono (esattamente com'era prima da noi ). 
Buona Lettura




Brutta Italia, trionfa la Costarica 0-1

Un gol di Ruiz decide la partita al 44’ del primo tempo. Balotelli spreca.
Brutta prova degli azzurri. Con l’Uruguay di Suarez basta un pari ma sarà dura
AP
Balotelli si dispera davanti al portiere della Costarica Navas
INVIATO A RECIFE
Un gol di Bryan Ruiz, centrocampista del Psv Eindhoven che non figura tra i primi duecento giocatori considerati per il Pallone d’Oro, ha allungato la serie di sconfitte impossibili di cui è cosparsa la storia italiana dei Mondiali. Anzi in una classifica ideale l’1-0 contro la Costarica supera le batoste del passato, perché quelle avevano qualche giustificazione, dall’infortunio di Bulgarelli e le tante occasioni sprecate a Middlesbrough contro la Corea del Nord fino agli errori dell’arbitro Moreno nel 2002 contro la Corea del Sud. Questa invece è stata tutta farina del sacco italiano. Dalla ricerca di un gioco troppo complesso e lontano dalla nostra cultura calcistica al rendimento orribile di chi è andato in campo. Non ci sono scuse. Non lo è neppure il caldo, cui i costaricani sono un po’ più abituati ma che Prandelli aveva previsto, investendo nella ricerca scientifica e tecnologica per trovare le armi adatte ad affrontarlo.

Gli azzurri escono dal confronto a pezzi e con le pezze. La sola cosa in cui hanno sovrastato gli avversari è nel numero di fuorigioco: 11 contro 3, un’enormità, e si va così spesso in fuorigioco quando la manovra è approssimativa, non si rispettano i tempi del passaggio e le punte vagano per conto loro. E’ esattamente il contrario dell’organizzazione sbandierata da Prandelli e alla quale ha piegato l’assetto della squadra con i cinque «centrocampisti di qualità» che non dovrebbero far toccare palla agli avversari.

Un gioco lento, sfibrante, che fu esaltato dalle statistiche a Manaus contro gli inglesi: chi se ne frega se collezioni il numero più alto di passaggi riusciti nella storia del mondo se muovi la palla da qui a lì, senza che succeda nulla. Eppure quelle cifre hanno abbagliato. Ecco il gioco nuovo. Sarebbe bastato che gli inglesi mettessero in porta una delle occasioni avute sullo 0-0 o nel finale per dare meno merito all’escamotage inventato da Prandelli a pochi giorni dal Mondiale. Ripetuto contro la Costarica, che ha uomini svegli, freschi e gioca veloce sprecando poco, il titic titoc azzurro ha prodotto una gigantesca palla gol sprecata da Balotelli nel primo tempo, un tiro del suddetto milanista forte ma centralissimo e una conclusione estemporanea di Darmian. Punto.

Alla difficoltà della manovra si sommano le inefficienze individuali. Prandelli vede in Thiago Motta un fenomeno del centrocampo ed è un’opinione tutta sua: restiamo dell’idea che se si doveva naturalizzare un brasiliano si poteva cercarne uno appena più veloce (cosa facilissima) e che cercasse i passaggi superiori ai cinque metri. Chiellini ha centrato la partita peggiore della carriera. Cassano fa parlare di sè come di un campione che sa cambiare una squadra e ci chiediamo quando sia successo in dodici anni e comunque ieri non ha azzeccato un passaggio.

I cambi di Cerci e di Insigne non hano prodotto nulla perché è raro che due esordienti raddrizzino ciò che non funziona. La difesa ha ballato, il centrocampo non ha creato, Balotelli ha sprecato quel poco che si poteva creare ed è uscito mentalmente dalla partita: ogni volta che il milanista fa sognare, bisogna svegliarsi quasi subito. Così ancora una volta, davanti alla possibilità di ottenere un grande beneficio azzeccando una partita non impossibile, l’Italia di Prandelli ha fallito. Era già successo in autunno, quando dopo aver battuto la Repubblica Ceca le sarebbe bastata una vittoria nelle ultime due partite di qualificazione per entrare da testa di serie nel Mondiale. Pareggiò sia con la Danimarca che in casa contro l’Armenia. Risultato: fu inserita nella seconda fascia, una delle ragioni per cui la Nazionale è finita in un gruppo poco agevole, persino quando nessuno considerava pericolosa la Costarica.

A Recife, gli azzurri potevano davvero mettersi sulla strada giusta battendo i centroamericanui: avrebbero vinto quasi certamente il girone, con la prospettiva di trovare una rivale semplice negli ottavi, forse l’Olanda nei quarti e in una parte del tabellone dove non ci sarebbe stata la Germania. Invece tutto è andato in fumo.

L’Italia adesso non deve perdere con l’Uruguay ed è già un’impresa perché i sudamericani hanno dimostrato quanto si trasformano se gioca Suarez. Ma anche dopo il passaggio del turno le possibilità di andare avanti sarebbero ridotte. Si profilano la Colombia negli ottavi, il Brasile nei quarti, la Germania in semifinale. Tutto il peggio possibile. D’accordo che non bisogna guardare troppo avanti perché se la squadra è quella che abbiamo visto a Recife il 25 giugno sarà sull’aereo di ritorno in Italia, come fece la Nazionale di Lippi dal Sudafrica e sembrerà che quattro anni di illusioni prandelliane siano passati senza migliorare niente, tuttavia un minimo di prospettiva bisogna concedergliela. Almeno per dare un senso alla nostra scomoda trasferta a Natal.

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