venerdì 6 giugno 2014

IL MANIFESTO DEL FORCAIOLO EDITO DA MARCO TRAVAGLIO


Il delirio di Travaglio, che Facci prova a descrivere nell'articolo che segue, in effetti un po' spaventa e spiega, almeno in parte, perché tanti amici e conoscenti abbiamo deciso di votare Renzi e PD in funzione diga anti grillo ed ortotteri di complemento. 
A cena ieri sera con un amico caro, con cui su FB litigo spesso e volentieri, Cataldo Intrieri, e altri delle Camere Penali, ho riso di gusto al racconto di Valerio Spigarelli, tuttora apprezzato Presidente dell'UCPI ( a settembre ci saranno le elezioni per il suo successore) , che spiegava come, dopo aver fatto attiva propaganda per il voto utile in funzione anti grillo e la minaccia giustizialista da lui rappresentata, alla fine però non ce l'aveva fatta a depositare nell'urna la scheda vergata PD e quasi si scusava con Cataldo, altro solerte propugnatore del voto democrats, ache se quest'ultimo non solo in funzione "contro", che in generale ha fiducia in Renzi. 
Io, devo dire, non ho mai creduto veramente che Attila fosse alle porte (né che possa tornarci, nonostante che alla fine non è che il Movimento5Stelle sia sparito, i loro 5 milioni di voti e passa li hanno sempre presi). Forse sbaglio io, non credendo che ci possa essere un nuovo fascismo (anche negli '20 in molti non credettero che i fascisti potessero prendere il potere mentre altri, aiutandoli a farlo, pensarono che sarebbero poi stati capaci di impastoiarli e ricondotti in un alveo controllabile : si sbagliavano entrambi i gruppi). 
Certo, leggere le cose che scrive Travaglio, con le intercettazioni preventive, gli agenti provocatori, gli inquisiti trattati alla stregua di colpevoli (prescindendo, ad abundantiam, dalla natura del reato per il quale sono indagati, e quindi anche per quelli di natura colposa), un po' di impressione la fa, ben sapendo come l'uomo rappresenti il vangelo per tanta gente, che lo legge messianicamente. 
Eppure alla fine, quando si vota, per fortuna la verità è un'altra : sono tanti, troppi, ma, per fortuna, almeno a questi livelli di liberticidio e delirio da stato di polizia, lontani dalla maggioranza di noi italiani.
Insomma giustizialisti sì, ma proprio odiatori della libertà no. 
E questo un po' mi conforta.
Buona Lettura 


Facci: Travaglio in delirio manettaro, vuole uno Stato di polizia grillino


Facci: Travaglio in delirio manettaro, vuole uno Stato di polizia grillino

Marco Travaglio ha finalmente scritto il Manifesto del forcaiolo, ossia un articolo che cerca di fiancheggiare la comprensibile rabbia legata ai vari scandali - Venezia, l’Expo - così da evidenziare i suoi autentici desideri in tema di giustizia. Darne conto è interessante, perché sintetizza che Paese diventeremmo se certe soluzioni venissero effettivamente adottate: una sorta di Germania Est, coi Cinque Stelle al posto della Stasi. Intanto va segnalato che il pentastelluto Mario Giarrusso ha proposto seriamente il ripristino della ghigliottina - lo ha detto alla Zanzara, su Radio24 - spiegando pure che gli arresti domiciliari andrebbero aboliti. Diceva sul serio.
Ma veniamo alle analisi e alle proposte di Travaglio.
1) Travaglio fornisce una disamina della seguente profondità: «Destra, sinistra e centro rubavano. Rubavano e rubano tutti, e insieme, sempre, regolarmente, scientificamente, indefessamente... Esiste soltanto una gigantesca, trasversale, post-ideologica associazione per delinquere che si avventa famelica su ogni occasione per rubare». Tutti. Insieme. Sempre. Quindi anche il governo delle larghe intese: «Continuano a rubare, secondo un sistema oliato e collaudato di larghe intese del furto che precede e spiega le larghe intese di governo». Il governo Pd-Ncd, dunque, serve a rispecchiare l’amicizia trasversale tra Frigerio e Greganti (Expo) o tra Galan e Orsoni (Expo). E Renzi? Ruba anche lui? No, «i suoi fedelissimi sono lì da troppo poco tempo. Ma rischia di diventare il belletto per mascherare un partito marcio». Renzi, quindi, è la copertura della gigantesca associazione per delinquere. Va rilevato che il Travaglio-pensiero - si fa per dire - è un’evoluzione recente: nel 2010, sul Fatto, elogiava il piddino Giorgio Orsoni (ora arrestato) definendolo «persona seria e normale».
2) Adesso però è cambiato tutto, e le garanzie democratiche e costituzionali andrebbero sospese. Lo scrive Travaglio, e tra le righe non si scorge alcun tono satirico: «L’art. 27 della Costituzione, quello della presunzione di non colpevolezza, diventa una barzelletta se si leggono le carte delle indagini... non c’è bisogno della Cassazione, e nemmeno della sentenza di primo grado, per capire che rubavano davvero». Basta Il Fatto Quotidiano che legga per noi le carte: carte infallibili scritte da pm infallibili, come dimostra la storia giudiziaria italiana. C’è da sentirsi tranquilli.
3) La terza proposta è di conseguenza: «Cacciare ogni inquisito dai governi locali e nazionali». È sufficiente essere inquisiti e non importa per che cosa: anche per atto dovuto, anche per una qualsiasi delle scemenze per le quali in Italia non esiste politico che non sia stato inquisito almeno una volta : o condannato, come Grillo, o come Travaglio. Del resto «a certi livelli non esistono innocenti, solo colpevoli non ancora presi», scrive il nostro. Bene. Si allarga il clima di fiducia.
4) Anche la quarta proposta è di conseguenza: «Radiare dai contratti pubblici tutte le imprese coinvolte in storie di tangenti». E siccome «in storie di tangenti» sono state coinvolte praticamente tutte le più importanti aziende italiane ed estere (comprese Eni, Finmeccanica, Fiat, Autostrade, Coop) i lavori della Salerno-Reggio Calabria saranno conclusi da Casaleggio via internet.
5) Ma è un falso problema, perché prima c’è altro da fare: «Cancellare le grandi opere inutili ancora in fase embrionale, dal Tav Torino-Lione al Terzo Valico». C’è uno scandalo a Venezia e allora rinunciamo alla Torino-Lione, che è in fase embrionale come può esserlo un ragazzino di 14 anni. Non è un discorso pretestuoso, no.
6) Ma restiamo allo stato di polizia che piacerebbe a Travaglio. Che cosa servirebbe? Questo: «Introdurre gli agenti provocatori per saggiare la correttezza dei pubblici amministratori... imporre a chi vuole concorrere ad appalti una dichiarazione in cui accettano di essere intercettati, a prescindere da ipotesi di reato». Viene il sospetto che Travaglio abbia visto American Hustle o, più indietro nel tempo, Le vite degli altri. E resta la curiosità di sapere che cosa accadrebbe nel nostro Paese se, oltre alle mazzette vere, ci fossero anche quelle false offerte da agenti provocatori e cioè corruttori: questo nello stesso Paese post-sovietico in cui chiunque partecipasse a un appalto (anche quello per la fontana del paesello) dovrebbe mettere a disposizione del maresciallo tutte le proprie conversazioni e dunque quelle dei suoi amici e familiari. Molto bello.
7) Il problema è che in galera c’è poca gente: occorre «piantarla con le svuotacarceri», costruire nuovi penitenziari e, nell’attesa, «riattare caserme dismesse per ospitare i delinquenti che devono stare dentro». È così semplice. E la scuola dell’amico Piercamillo Davigo, già ispiratore anche della battuta sui colpevoli non ancora scoperti: in Italia ci sono pochi detenuti in rapporto alla popolazione, diversamente dagli Stati Uniti. Ma segnaliamo un problema: Usa e Italia adottano sistemi diversi. Comunque tutto si può fare: ma bisognerebbe, anche qui, cambiare la Costituzione.
7) Nell’attesa, si possono «radere al suolo tutte le leggi contro la giustizia targate destra, centro e sinistra degli ultimi 20 anni». Tutte. Proprio tutte. Soprattutto quella che bruciò di più alla magistratura, cioè la riforma dell’articolo 513 che costrinse a cambiare la Costituzione nel 1999: si tornerebbe, cioè, a quando un accusatore poteva tranquillamente denunciare chicchessia, patteggiare una pena simbolica e quindi uscire dal processo senza neanche presentarsi in aula per confrontarsi con la persona che aveva accusato. Very Germania Est.
8) «Tutto il resto non è inutile: è complice».
9) Per qualche misteriosa ragione - scrive infine, cioè: in realtà lo scrive all’inizio - dopo lo scandalo di Venezia dovremmo tutti chiedere scusa a Beppe Grillo: «Milioni di persone perbene - elettori, giornalisti, intellettuali, eventuali politici e imprenditori - dovrebbero leggersi l’ordinanza dei giudici di Venezia e poi chiedere umilmente scusa a Beppe Grillo e ai suoi ragazzi». Perché? Travaglio non lo spiega, se non deplorando gli «anni e anni sprecati ad analizzare il suo linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo populismo, autoritarismo, giustizialismo... intanto destra e sinistra e centro rubavano». Tutti. Insieme. Sempre. Travaglio ne approfitta per correggere la rotta sull’alleanza grillesca con Nigel Farage: «L’abbiamo denunciata anche noi, ed era giusto farlo, ma in un paese normale: dunque non in Italia». Traduzione: c’è stato lo scandalo del Mose e allora Grillo potrebbe anche allearsi con Farage. Travaglio l’ha deciso mercoledì. Martedì aveva scritto il contrario.

 

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