Ha ovviamente e purtroppo ragione Pierluigi Battista quando denuncia che il garantismo della Destra è sospetto. L'istanza di sicurezza, che spesso si spinge fino all'accettazione della riduzione (persino alla rinuncia, per alcuni maniaci) delle garanzie democratiche e delle libertà personali, viene sì dai ceti più semplici e popolari ma anche da quelli moderati e conservatori. Dopodiché, è accaduto che le rappresentanze politiche di quella parte hanno subito l'attacco della magistratura educatrice e moraleggiante (quella che attraverso il processo non giudica un singolo caso, ma rimodella la società ), mentre a sinistra si è vista la straordinaria opportunità di raggiungere una vittoria, sempre sfuggita, tramite la via giudiziaria.
Accadeva nei primi anni 90 del secolo scorso ed è continuato, anzi, lo scontro si è drammaticamente inasprito con l'ascesa di Silvio Berlusconi. Quest'ultimo, a differenza di altri, poteva contrapporre all'offensiva contro di lui mezzi inusitati per normali cittadini, ancorché si trattasse di leader politici : oltre al parziale scudo parlamentare - assai ridotto dopo la sciagurata riforma dell'art. 68 della Costituzione - Berlusconi poteva valersi di una investitura popolare ad personam di molti milioni di persone, della possibilità di una consistente controffensiva mediatica e di una ricchezza personale unica in Italia. Una guerra, quella tra lui e la magistratura militante, che ha congelato ogni istanza e possibilità riformatrice del sistema giudiziario, specie in campo penale, e le macerie sono visibili ad occhio nudo.
Oltre agli infiniti danni, anche l'anomalia ricordata prima : i giornali di destra che diventavano garantisti, in difesa del capo. Perché la cosa non fosse troppo sfacciata, era necessario che l'attacco alla magistratura giustizialista non riguardasse esclusivamente le vicessitudini personali del Cav., e quindi questi giornali si sono impegnati a pubblicare tutti i casi di malagiustizia che capitavano nel nostro paese : capirai, sono decine di migliaia. Un disastro per pm e giudici. Quella che loro lamentano come la ventennale delegittimazione di un potere dello stato (che tale non dovrebbe essere, che i poteri sono quelli derivanti dall'investitura popolare, diretta o indiretta, soggetti a scadenza, non acquisiti per concorso e immutabili fino alla pensione ) in realtà è stato lo scoperchiamento del vaso di pandora, con quotidiane pubblicazioni di casi di ingiuste detenzioni, calvari giudiziari durati anni con assoluzioni finali ma vite rovinate, gli abusi nell'esercizio delle proprie funzioni (le intercettazioni a strascico, la custodia cautelare come strumento di estorsione di confessioni e delazioni, le indagini nascoste per evitare il decorso dei termini e l'obbligo di avviso all'indagato...queste cosucce qui).
Queste denunce, che mi giurano un tempo fossero prerogativa della migliore sinistra progressista, poi divennero esclusiva dei soli radicali, e, nella aule giudiziarie, dei difensori penalisti ( ai civilisti il "giusto processo" non interessa : mica ce l'hanno il problema dell'"arbitro" amico della controparte ! ).
Ma senza il volano della informazione di parte berlusconiana, si sarebbe trattato di poca cosa, ancorché meritevole.
PERO', la natura è natura, e siccome certa destra geneticamente sente proprio lo slogan "Legge e Ordine " (magari con una bella forca sullo sfondo, come ai bei tempi dei processi nei saloon del far west), ogni tanto prende il sopravvento.
Battista cita, come esempio rivelatore, il caso di Sarkozy, che siccome "nemico" di Berlusconi, non ha diritto alla presunzione di non colpevolezza per le cose di cui accusato (mentre meglio era stato trattato Strauss Kahn, che aveva anche qualche contiguità libertina con il Cavaliere...).
Io avevo notato la stessa cosa irritandomi per il commento in prima pagina di Libero sul provvedimento di legge che vorrebbe escludere la custodia cautelare nei casi in cui la pena finale non sia superiore ai 3 anni.
Cosa sacrosanta, ancorché dettagli importanti della legge siano mal costruiti, come mi pare ormai regola per i novelli legislatori, e quindi andrebbero corretti. Ma il problema per Belpietro, e sono certo anche Sallusti, sta nel fatto che ladri e scippatori, piccoli spacciatori, truffatori, possano NON andare in carcere FINCHE' non siano stati condannati.
Perché è solo questo che si vuole !! Mica che questa gente non venga punita se ha commesso dei reati, ma solo che finisca in carcere DOPO, e NON PRIMA, il processo.
E' l'ABC del garantismo, che ovviamente nelle procure non conoscono, e infatti sono avvelenati col principio sostenuto in questa legge (mal scritta) ma nemmeno nelle redazioni di certi giornali, garantisti solo per gli amici.
Un vizio maledetto di tanti, anche a Destra, come appunto ben ricorda il già vicedirettore del Corsera
Destra garantista
ma solo con gli amici
Il sarcasmo compiaciuto e fieramente manettaro sui guai giudiziari di Sarkozy dimostra con una prova definitiva che la destra italiana non sa nemmeno cosa sia il garantismo. È stato un grande equivoco. La sinistra si è fatta invadere dal morbo giustizialista quando ha capito che i nemici politici si potevano comodamente eliminare per via giudiziaria. Invece la destra è apparsa garantista solo perché si è trovata a essere bersaglio delle inchieste giudiziarie. Ma è stata ed è garantista solo con Berlusconi e chi fa parte della sua rete politico-amicale. Per il resto, come si vede dalla titolazione tonitruante del Giornale e di Libero sul caso dell’ex presidente francese, il grido di battaglia della destra italiana sembra una parodia del vecchio motto di Bracardi, peraltro assai spesso adottato anche dalla sinistra forcaiola: «in galeeera». Garanzie per noi, ma «in galeeera» tutti gli altri, da Sarkozy fino al poveraccio sbattuto in cella ad ingrossare la schiera degli anonimi detenuti in attesa di giudizio.
Poi, per carità, è comprensibile che una specie di contrappasso per il leader francese che si era permesso di ridacchiare con la Merkel su Berlusconi possa suscitare le ironie di chi non ha apprezzato quel gesto di sciocca grandeur da strapazzo. Ma se invochi il sacrosanto principio della presunzione di innocenza, poi non puoi gioire per il fermo di un ex presidente, trattandolo come un ladro ben prima non della sentenza, ma dell’inizio di un giusto processo. E se gridi all’accanimento giudiziario dopo che il tuo leader è stato assegnato ai servizi sociali causa condanna definitiva in Cassazione, non puoi chiedere partecipazione solidale se sei il primo a compiacerti della carcerazione preventiva di uno che ti sta (legittimamente) sulle scatole. E se in Italia non fai altro che denunciare il disegno politico che ha portato alla persecuzione giudiziaria di un leader capace di calamitare milioni di consensi, non è che in Francia un leader capace di calamitare milioni di consensi non può gridare al complotto politico ben prima che una sentenza ne accerti la consapevolezza al termine di un processo celebrato secondo le regole dello Stato di diritto. E se gridi all’attentato alla privacy connesso alla pubblicazione delle «tue» intercettazioni, non è che puoi godere delle intercettazioni che coinvolgono altri, solo perché la persona coinvolta non è di tuo gradimento.
Principi semplici, beninteso: non è che siano così difficili da afferrare. Se non li si afferra è perché l’abc del garantismo risulta estraneo ed ostico. Perché garantismo non è la difesa di un Capo da parte dei suoi infervorati seguaci, ma la difesa di tutti sulla base di principi che valgono erga omnes . La galera per tutti tranne che per il tuo Capo è invece un’altra cosa. È militanza, fedeltà, spirito di gruppo, ma non garantismo. E con una sinistra giustizialista e una destra pure, ma con una maschera garantista per le sue convenienze, non c’è da stare allegri.
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