sabato 5 luglio 2014

CHIUNQUE SIEDA A PALAZZO CHIGI, LA RISPOSTA TEDESCA RESTA "NEIN". E IL SOTTOTITOLO E' "NON CI FIDIAMO DI VOI ITALIANI"


I tedeschi non si fidano di noi italiani. Qualcuno, illuso (forse l'aggettivo più giusto sarebbe un altro, ma ieri era il mio compleanno e mi sento buono) pensava che il problema fosse Berlusconi. In realtà è storia vecchia, risale quantomeno a quando ci disprezzavano perché non eravamo una nazione ma un'espressione geografica (frase attribuita a Metternich) e si è radicata in modo definitivo con i due "tradimenti" nelle guerre mondiali. Nella prima, passammo dall'essere alleati della triplice alleanza. con Germania e Austria, a schierarci con Francia e Inghilterra; nella seconda, l'8 settembre 1943 anche in Italia, in molti, la considerano la data della "vergogna". Ora, non interessa in questo particolare post stabilire le ragioni di questo pregiudizio, ma solo ricordare che obiettivamente esiste e riguarda molta parte della popolazione germanica, specie quella più matura di età. 
DOpodiché, venendo ai giorni nostri, sono due anni e mezzo che il vituperato cavaliere, padre di tutti i mali italiani, è lontano dalle leve del governo, e dopo questo tempo sentiamo Renzi dire le stesse identiche cose che dicevano i suoi predecessori : dobbiamo fare le riforme.
Lo si diceva anche prima, peraltro, e tra quelle pochissime fatte,  ci sono la riforma del titolo V della Costituzione  - tutto e solo merito della sinistra...- su cui vogliono rimettere mano, visto il disastro che si è rivelato, e quella dell Fornero in materia di lavoro, idem come sopra. 
Il che dovrebbe costituire un monito per i fan renziani : non è che basti riformare, dipende anche da come lo si fa !
In realtà i cosiddetti conti in ordine li abbiamo realizzati (parzialmente), per quanto riguarda il deficit pubblico, grazie ad autentiche trasfusioni di sangue operate tramite una tassazione selvaggia. Nessuna spending review seria, nonostante vari commissari - anche bravi - vi si siano cimentati (Bonci, con MOnti, Cottarelli tuttora in carica ma in chiara disgrazia),  nessuna politica di crescita adeguata. 
Se non siamo in default, lo dobbiamo a Mario Draghi, che con la sua politica monetaria ha garantito finora il rinnovo costante del debito pubblico (che comunque NON scende, anzi, causa indebolimento del PIL, cresce) a tassi accettabili (ma pur sempre con un costo improduttivo di 80 miliardi l'anno !!).
Da molte parti si sostiene che senza la possibilità di indebitarci ulteriormente. favorendo così investimenti produttivi, le cose non potranno migliorare mai.
In questo senso, sia Monti, che Letta e ora Renzi, hanno bussato alla porta europea, incontrando l'ostilità di larghi e importanti settori della Germania.
Non si fidano di noi. "Dovremmo darvi dei soldi fidandoci sulla parola che poi farete le riforme che dite ? " Questa la domanda un po' sprezzante che si sente girare, ed è la stessa da 3 anni in qua, chiunque sieda a Palazzo Chigi.
Rispondere "io sono il 40,8%" rischia di farci scoprire la verstione teutonica di una espressione romana assai efficace " e sti ca....".

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