martedì 8 luglio 2014

E ALLA FINE I TEDESCHI NAZIONALISTI LA SPUNTANO : GLI STRANIERI DOVRANNO PAGARE IL PEDAGGIO AUTOSTRADALE


L'osservazione tedesca a giustificare il pedaggio autostradale per i soli stranieri non fa una piega : i cittadini germanici pagano le tasse per mantenere le infrastrutture stradali, gli stranieri no, quindi è giusto che paghono per il loro uso.
Va bene, è giusto, ma perché insistiamo a parlare di Stati Uniti d'Europa se questa è e resta la mentalità di tutti dopo 60 e passa anni di cammino europeo ?  Tranne che nei salotti bene, dove fa figo dirsi europeisti, alla prova dei fatti i nazionalismi e le ragioni interne prevalgono sempre, come ben vediamo nelle più gravi questioni economiche e finanziarie (non parliamo poi della politica estera, dove la cacofonia UE è leggendaria). 
Quindi, se vogliamo scorrazzare per le autostrade teutoniche, famose per non imporre limiti di velocità, prepariamoci a mettere le mani in tasca.
Così è, anche se non vi pare.



Pedaggio stradale solo per Stranieri la Regola
tedesca non piace a Bruxelles 
«Con me non si farà mai», aveva assicurato Angela Merkel. Poi ha cambiato idea. Si è adeguata alle pressioni dei cristiano-sociali bavaresi, dando un’ennesima prova di quel realismo che la contraddistingue. Ma non è detto che la scommessa sul pedaggio stradale per gli stranieri, annunciato ieri dal ministro dei Trasporti tedesco Alexander Dobrindt, venga effettivamente vinta. La cancelliera si troverà contro non solo i Paesi confinanti della Germania, ma soprattutto l’Unione Europea, che ha fatto sapere la sua posizione — dopo qualche ondeggiamento del commissario Siim Kallas avvenuto durante il dibattito sulla proposta. «La non discriminazione — hanno detto a Bruxelles — è un principio di base della legislazione Ue».
Il problema, infatti, è che i tedeschi non pagheranno niente. Il costo del pedaggio su tutte le vie di comunicazione automobilistiche, non solo sulle autostrade, verrà loro detratto dalle tasse già esistenti. Solo gli stranieri dovranno sborsare una media di 88 euro all’anno. Un «lasciapassare» per dieci giorni costerà dieci euro, quello per due mesi verrà venduto a venti. Il governo di Berlino ha calcolato entrate per 2,5 miliardi di euro ogni quattro anni. «Vengono effettuati ogni anno 170 milioni di viaggi di vetture immatricolate all’estero sulle nostre strade. Questi automobilisti — ha spiegato Dobrindt — non partecipano in alcun modo al finanziamento delle nostre infrastrutture. Vogliamo che chiunque usa le nostre strade contribuisca alla loro manutenzione». Se tutto andrà come l’ex segretario generale della Csu spera, le nuove regole scatteranno il primo gennaio 2016.
E i socialdemocratici che cosa dicono? Pienamente soddisfatti per l’approvazione del salario minimo e dell’abbassamento dell’età pensionabile a 63 anni per chi ha una lunga anzianità di contributi (le loro priorità programmatiche), non hanno intenzione di mettersi di traverso. Quando in Germania si fa un accordo di governo, quanto è stato stabilito viene generalmente rispettato. È uno dei punti di forza del sistema politico tedesco. In questo caso, forse, bisognava pensarci prima. Guardando al di là delle proprie ruote.
Paolo Lepri

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