Che sia il martedì il giorno del garantismo in casa PD ? Si perché dopo la condanna in appello di Vasco Errani, governatore della regione Emilia-Romagna, non c'è uno, in quel partito, che non abbia speso parole di solidarietà e convinzione assoluta sull'innocenza del loro compagno.
Cosa che a me va benissimo, perché i giudici possono sbagliare (anzi, pare che accada la metà delle volte) e in questo caso, per come la penso io, figuratevi un po', questo processo non si doveva nemmeno fare, visto che Errani era stato assolto in primo grado. Siccome vogliono abolire l'appello, che iniziassero lor signori da quello contro le sentenze di assoluzione, considerato che la cosa fa piuttosto a pugni con il principio del ragionevole dubbio a favore dell'imputato.
Il problema, come sempre, è che queste parole di perplessità forte sull'operato dei magistrati vengono solo quando ad essere colpito è uno della propria parte. Accade su tutti i due fronti, che se leggete Libero.it, spara a palle incatenate contro il governatore emiliano.
Io ho preferito allora riportare la notizia di cronaca come riportata da La Stampa, più sobria.
Però, quando vengono no condannati ( in questo caso c'è ancora il ricorso in Cassazione, che chissà quanto in futuro sarà ancora strumento accessibile, col giro di vite invocato dalle toghe dorate ) ma semplicemente inquisiti "altri" che non piacciono, che non sono "amici", allora le dimissioni, i passi indietro sono fortemente auspicati, se non dovuti.
A dar retta a certa gente, Errani solo all'atto dell'avviso di garanzia si sarebbe dovuto dimettere, e questa è una palese assurdità, che però non dicono solo gli ortotteri di Grillo.
Possibile che questa gente non provi mai imbarazzo per queste tarantelle e giravolte continue ? E le persone sono veramente così sciocche da non accorgersene ?
No, non lo credo. La gente è solo "tifosa" e applica alla politica lo stesso criterio di ingiustizia che li guida nella fede calcistica.
Semplicemente, e tristemente, tutto qui.
“Terremerse”, Errani condannato
lascia la presidenza della Regione
Un anno al governatore accusato di falso ideologico: «Voglio tutelare
l’istituzione, ma rivendico la mia piena innocenza». Grillo: «Elezioni subito»
l’istituzione, ma rivendico la mia piena innocenza». Grillo: «Elezioni subito»
ANSA
Vasco Errani
IL PASSO INDIETRO
«È un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me - ha detto Errani in una dichiarazione scritta - Parlo della Regione, perché il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna. Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione - a me stesso - e non cambio ora. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza». «Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinché prevalga questa semplice verità - ha concluso Errani - Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità. Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perché con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva. A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro». Dopo la notizia delle dimissioni del presidente Vasco Errani, gli assessori si sono dati appuntamenti nella sede della Giunta. All’incontro sono presenti Carlo Lusenti, Patrizio Bianchi, Tiberio Rabboni e Paola Gazzolo. Un vertice «per vederci e parlare tra noi», al quale, a quanto si è appreso, non è presente il governatore dimissionario.
LE REAZIONI
I gruppi M5S di Camera e Senato sono intervenuti sulla vicenda, chiedendo il ritorno alle urne il prima possibile. «Di fronte alla condanna per falso ideologico del presidente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani, condannato nell’ambito del processo relativo al finanziamento da 1 milione di euro alla coop agricola Terremerse presieduta nel 2006 dal fratello Giovanni, non bastano le sue dimissioni da presidente della Regione. Errani - secondo i grillini - deve lasciare ogni incarico, incluso quello di Commissario per la ricostruzione post-terremoto, ruolo delicatissimo che non può essere ricoperto da un condannato. Al tempo stesso chiediamo le elezioni immediate per la Regione. Subito alle urne!». Sul fronte opposto, dalla segreteria regionale del Partito Democratico sono arrivate parole di solidarietà che invitano il governatore a non lasciare la guida della Regione. «Invitiamo Vasco Errani a riconsiderare le sue dimissioni da presidente della Regione Emilia Romagna - si legge in una nota -. Proprio le parole con cui ha motivato la sua decisione dimostrano il suo senso dello Stato e delle istituzioni. Tutto il Partito Democratico conferma la stima nei suoi confronti e nel lavoro svolto in questi anni al servizio dei cittadini e della regione». Solidarietà anche da molti compagni di partito - tra cui Matteo Orfini (presidente del Pd), Stefano Fassina e Alessandra Moretti - e pure da avversari politici, come l’ex governatore lombardo Roberto Formigoni (Ncd): «Esprimo solidarietà e vicinanza a Vasco Errani,presidente Emilia Romagna, sono convinto che i suoi comportamenti siano sempre stati corretti» .
LA VICENDA
Il processo che ha visto imputato il governatore emiliano è legato alla presunta truffa sul finanziamento da un milione alla coop agricola Terremerse, presieduta nel 2006 dal fratello di Errani, Giovanni. La procura generale aveva chiesto condanne di due anni per Errani, due anni e due mesi per i dirigenti regionali Filomena Terzini e Valtiero Mazzotti, accusati questi due di concorso nel falso e favoreggiamento e tutti e tre assolti in primo grado. Errani, per il quale la corte ha disposto la sospensione condizionale della pena, era finito indagato per una relazione che nel 2009 fu inviata alla Procura per dimostrare la regolarità dell’operato della Regione nella vicenda del finanziamento da un milione alla cooperativa agricola presieduta da Giovanni Errani (attualmente a processo in primo grado per truffa ai danni della stessa Regione). Per l’accusa Errani istigò i due dirigenti a scrivere il documento per coprire irregolarità. In primo grado Errani era stato assolto dal Gup perché il fatto non sussiste, Terzini e Mazzotti perché il fatto non costituisce reato.
Si perchè con Dell'Utri è successo diversamente? Hanno addirittura comprato una pagina del Corriere per manifestare solidarietà a un condannato per MAFIA
RispondiEliminaGentile Anonimo (mettere il proprio nome ? )
Eliminainvolontariamente, ché la pensiamo in modo opposto, lei fa riferimento ad una vicenda effettivamente utile, per confermare il mio punto di vista nel denunciare l'ipocrisia e lo strabismo di certe gente di sinistra (ma anche di destra, quando sono i loro ad andare per le pesti). Come lei, in tanti hanno biasimato l'iniziativa di familiari stretti di Dell'Utri che hanno voluto mostrare sostegno al proprio congiunto pubblicando sul giornale parole di stima di molte persone che lo hanno conosciuto.
Quella gente, gentile lettore, è CONVINTA che Dell'Utri è una persona per bene, perché loro l'hanno conosciuta così. E non sarà una sentenza a fare cambiar eloro idea. Così come moltissime persone sono convinte che Adriano SOfri non sia il mandante dell'omicidio Calabresi, e , parlando di reati molto meno gravi, tanti compagni di partito sono certi dell'inocenza di Errani. Io, che sono un convinto garantista, vorrei un atteggiamento meno ondivago e opportunista.