mercoledì 9 luglio 2014

"IL MARACANAZO A CONFRONTO ERA HOLLYWOOD"....


Non si può non dare spazio alla vera notizia del giorno, vale a dire l'incredibile e umiliante sconfitta subita dai brasiliani ad opera della Germania : 7-1 e il gol della bandiera è arrivato al 90...
Scolari e i giocatori in campo non si scolleranno mai di dossa questa partita, così come il portiere di Brasile - Uruguay, finale del 1950 persa per 2-1 dai padroni di casa, non fu mai perdonato per una presunta papera che era costata la coppa del mondo. Ancora negli anni '80, raccontava lo sfortunato Barbosa, una madre mi indicò al figlio decendogli "quello è il signore che ha fatto piangere tutto il Brasile".  Ecco, stavolta i colpevoli sono tutti quelli scesi in campo, oltre all'antipatico Scolari, i cui trucchi (l'invenzione della FIFA nemica per compattare squadra e nazione e spingere il cuore oltre l'ostacolo) per camuffare una squadra mediocre non sono serviti quando la Selecao si è trovata di fronte una squadra senza alcun complesso reverenziale. 
Come ha scritto bene Marco Ansaldo su La Stampa (ero indeciso se postare il suo pezzo o quello di Luca Valdisseri, del Corriere, poi ho optato per il "largo ai giovani"...) questo Brasile aveva una stella e due campioni (Neymar, Thiago Silva e David Luiz ) , tutti gli altri giocatori buoni , alcuni ormai al canto del cigno, come Julio Cesar, Maicon e credo anche Marcelo, altri mediocri, con particolare riferimento alle punte. 
Nel 1950 ci furono decine di suicidi, e furono proclamati tre giorni di lutto nazionale. La premiazione dell'Uruguay non ci fu, e Jules Rimet dovette consegnare da solo, quasi di soppiatto, la coppa al capitano uruguagio.
Per fortuna stavolta non si hanno notizie di drammi del genere, per quanto sicuramente anche questa sconfitta ha fatto piangere tanti brasiliani (allo stadio si sono viste persone affrante) rimarrà indelebile nell'albo nero della nazione e non solo alla pagina "calcio".
Se avessero perso dignitosamente, con un gol di scarto per dire, sarebbe stato diverso, ché si sarebbe invocata l'assenza di Thiago Silva e soprattutto di Neymar. Ma così...7-1, che scuse vuoi accampare ? La realtà , che si era già vista, è che questo era una delle selecao più deboli mai viste ad un mondiale, tenuta in piedi dal pubblico e dai tre menzionati. Al momento più importante, due non c'erano, e quella che sarebbe stata comunque una probabile sconfitta si è trasformata in storica disfatta. 




CATASTROFE BRASILE




Una Germania devastante segna 5 gol in mezz’ora e conquista la finale di Rio
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI BELO HORIZONTE — Il Maracanazo, in confronto, era Hollywood. Non è una partita, è una carneficina. La Germania vola in finale umiliando il Brasile, segnando cinque gol nel primo tempo, tutti di piatto, come si fa sulla spiaggia, e arrivando a sette in una ripresa che si è giocata solo perché così vuole il regolamento. Nel baseball l’avrebbero interrotta, nella boxe sarebbe stato k.o. tecnico.
Una lezione di football nella terra del pallone. Un passivo che non si era mai visto in una semifinale e che porta con sé, ultimo colpo, il record di gol mondiali (16) che Miro Klose strappa a Ronaldo. Il Brasile non aveva mai subito sette gol nella sua storia. Il peggio era stato uno 0-6 contro l’Uruguay, nel 1920.
Troppo organizzata la Germania, esempio di quel «calcio totale» che negli Anni 70 aveva la maglia arancione dell’Olanda: una squadra intera che difende e attacca, tanti bravi giocatori ma nessuna stella che si mette al di sopra del gruppo, un movimento calcistico sano che organizza un bel campionato e supporta la nazionale. Il contrario di quanto avviene in Italia dove, al posto del nuovo che avanza, va sempre di moda il vecchio che arretra.
Il Brasile si è liquefatto nell’attesa, nel rimpianto e nella ricerca animista di un segnale divino che compensasse le assenze di Neymar e Thiago Silva, il leader dell’attacco (457 minuti, 4 gol, un assist, 21 azioni pericolose nell’area di rigore avversaria) e il ministro della difesa (480 minuti, un gol, 31 palle recuperate, 84,1% di passaggi completati). Felipao Scolari non diventerà, dopo Vittorio Pozzo nel 1934 e 1938, il secondo c.t. a vincere due edizioni del Mondiale. Si tiene la Coppa del Mondo 2002, quella conquistata a Yokohama, proprio contro la Germania, ma allora aveva Ronaldo (doppietta) ed era più competitivo pure lui. Ieri ha allenato come un dilettante, confondendo la presunzione con il coraggio. Anziché schierare tre mediani, per proteggere la difesa priva di Thiago Silva, ha perseverato nel 4-2-3-1 e sostituito Neymar con Bernard. Il Brasile, così, ha scambiato 54 presenze in nazionale e 34 gol con 13 presenze e un solo gol segnato, in amichevole contro l’Honduras.
Löw non ha sbagliato nulla, a partire dal 4-1-4-1, con Schweinsteiger davanti alla difesa per marcare Oscar. La Germania ha unito la fisicità a una tecnica molto superiore all’avversario: i tedeschi non sono stati panzer, ma calciatori completi.
La partita, praticamente, dura 11 minuti. Corner battuto da Kroos, David Luiz e Dante fanno confusione e si perdono Müller, che appoggia in rete di piatto destro. Per il numero 13 tedesco è il gol numero 22 in nazionale, il 5° al Mondiale, il 35° in stagione. Poi arriva la grandine: Klose al 23’, Kroos al 24’ e al 26’, Khedira al 29’. Gol come a calcetto, passandosi la palla in area di rigore anche tre volte. Dieci tiri, nove nello specchio della porta: l’Italia di Prandelli ci avrebbe campato per tre Mondiali, la Germania li fa in 45’.
La coppia di centrocampisti centrali — Fernandinho e Luiz Gustavo — vince la gara dei peggiori tra i brasiliani, in mezzo a tanta concorrenza. Müller e Kroos sembrano Cruijff e Neeskens. La ripresa pare un funerale. Neuer tira giù la saracinesca, anche se i compagni sembrano intenzionati a lasciare al Brasile almeno il punto della bandiera. Il gol arriva al 90’ e il portierone si arrabbia pure con Boateng, che marca male Oscar. Schürrle, entrato dalla panchina, nel frattempo aveva insaccato il 6-0 e il 7-0. Oggi potrà essere argomento di discussione se sia più umiliante vedere l’avversario che si ferma o subire la mattanza. Scolari chiede scusa al popolo brasiliano, ma non ritiene di avere un debito «perché ho lavorato e cercato di fare il massimo». Toni Kroos, man of the match per la Fifa, festeggia con moderazione: «Gara fantastica, sul 5-0 non ci credevamo neppure noi. Ma non siamo ancora campioni del mondo: questo era il sentimento nello spogliatoio». C’è ancora un passo da fare. L’ultimo.

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