giovedì 28 agosto 2014

100 ANNI DOPO SARAJEVO E LA PRIMA GUERRA MONDIALE, ATTENTI ALLA CRISI UCRAINA



Appassionato di Storia (più del Diritto), quest'estate mi sono ripassato le vicende del 1914-1918, rileggendo cose vecchie e acquistando libri nuovi. Beh, non voglio farmi suggestionare, però questa cosa dell'Ucraina comincia ad essere molto seria. 
Le guerre a volte accadono anche per la convinzione che l'"altro", il "nemico", mollerà, non spingerà il suo monito fino alle estreme conseguenze. 
Per esempio nel 1914 gli Austriaci speravano probabilmente che alla fine la Russia non avrebbe mobilitato l'esercito per  difendere la Serbia (invasa per punizione dell'uccisione dell'arciduca Ferdinando ma soprattutto per mettere a posto una nazione che stava dando troppe noie con il suo panslavismo) e la Germania che l'Inghilterra non avrebbe reagito per lo sconfinamento in Belgio (per attaccare la Francia), che gli USA sarebbero rimasti neutrali come voleva la maggior parte degli americani e così via...
Insomma, gli imperi centrali avevano messo in conto un conflitto circoscritto, per arrestare il proprio declino (Austria), o per affermare la propria egemonia continentale (Germania), ma NON la guerra mondiale, che invece scoppiò, con un effetto domino incontrollabile. 
Ecco, Putin è convinto che, come in Georgia, l'Occidente strillerà ma alla fine abbozzerà. E magari avrà ragione. Però il governo di Kiev fa molti appelli alla UE, agli Stati Uniti e proprio alla Nato - vale a dire un'alleanza specificamente militare - per essere soccorsa nel caso si concretizzi una vera invasione russa a sostegno dei "fratelli" delle regioni dell'est ucraino. 
Dopo la Crimea ci sono state sanzioni ( pesanti per Mosca, ma anche per l'economia europea, specie tedesca e italiana, che esportano parecchio in Russia) ed altre ne vengono minacciate. Ma questo non credo fermerà Putin. Forse solo l'avvertimento, in stile kennediano all'epoca della crisi dei missili a Cuba, che un intervento militare russo vedrebbe la Nato intervenire potrebbe fermarlo. 
Forse.
O forse no. 
E come al solito si titolerà, come nel secolo scorso :  morire per Sarajevo? per Danzica ? per Kiev ?



Ucraina: “Mosca ci invade, l’Europa ci aiuti”. Renzi a Putin: “Un’escalation intollerabile”

La Nato diffonde le foto satellitari: «Un migliaio di militari russi hanno sconfinato», ma la Russia nega. Proseguono i combattimenti nell’Est. Sabato un vertice a Bruxelles

AFP
Scuola in fiamme in un sobborgo di Donetsk
 
Il rischio che la guerra civile nell’est Ucraina si trasformi in un conflitto militare diretto tra Kiev e Mosca resta alto: il governo ucraino, spalleggiato dagli Usa, ha denunciato oggi una vera e propria «invasione» di truppe russe oltre confine chiedendo un «consistente aiuto tecnico-militare» alla Ue dopo aver invocato ieri il soccorso della Nato. 
Il presidente ucraino Petro Poroshenko si è visto costretto a cancellare una visita in Turchia e a convocare d’urgenza il consiglio per la sicurezza e la difesa di fronte ad un «deterioramento rapido della situazione» dovuto all’ «ingresso di truppe russe». E ha chiesto anche la convocazione di un Consiglio europeo, mentre il premier Arseni Iatseniuk ha sollecitato una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu e sanzioni più efficaci contro Mosca, come il blocco delle transazioni bancarie. 
Le reazioni dell’Europa  
Kiev ha incassato subito la solidarietà di varie cancellerie europee, a partire dal premier italiano Matteo Renzi, che in una conversazione telefonica con il presidente russo Vladimir Putin ha espresso, in qualità di presidente di turno della Ue, grande preoccupazione per «l’intollerabile escalation» in Ucraina, sollecitando il ritorno al tavolo delle trattative. Gli ha fatto eco il presidente francese Francois Hollande, mentre il premier britannico David Cameron ha ventilato «nuove conseguenze» per Mosca. Ancora più esplicita la cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha evocato il possibile ricorso a nuove sanzioni.  
Mosca nega lo sconfinamento  
Le «violazioni russe in Ucraina» sono state discusse anche dall’Osce, dove tuttavia l’ambasciatore di Mosca, Andrei Kelin, ha confermato la linea del Cremlino negando la presenza di soldati russi, come ha ribadito in serata anche il ministero della Difesa di Mosca. Ma a rincarare le accuse ci hanno pensato Usa e Nato, mentre la Borsa di Mosca accusava il colpo con ingenti perdite. «Un crescente numero di soldati russi interviene direttamente nei combattimenti sul terreno ucraino» ha twittato l’ambasciatore degli Stati Uniti a Kiev, Geoffrey Pyatt, aggiungendo che «la Russia ha inviato nell’est del Paese i suoi più moderni sistemi di difesa aerea, compresi gli SA-22». 
Nato: oltre mille militari russi oltre confine  
Secondo un responsabile dell’Alleanza atlantica, si tratta di oltre mille militari russi, in particolare nella zona di Novoazovsk. La Nato ha diffuso anche nuove foto satellitari che mostrano forze armate russe impegnate in operazioni militari all’interno del territorio ucraino. Le immagini, scattate qualche giorno fa, fanno vedere lo sconfinamento di un convoglio di unità d’artiglieria pesante all’interno della campagna ucraina, nell’area di Krasnodon. 

Per l’ambasciatore ucraino presso la Ue, Konstiantyn Elisseiev, si tratta ormai di una «invasione russa non più dissimulata». Del resto anche il premier dell’autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharenko, ha fatto delle mezze ammissioni, confidando alla tv Rossia 24 che tra i circa 3-4 mila volontari russi vi sono militari in pensione e «soldati in servizio che vengono a combattere per la nostra libertà invece di andare al mare in vacanza». Linea che cerca di sposare quella del Cremlino, secondo cui al massimo ci sono volontari, non truppe ufficiali. Anche perché lo scorso giugno il Senato ha revocato l’autorizzazione ad un intervento militare, su richiesta dello stesso Putin.  
Militari scomparsi, in Russia la protesta delle famiglie  
Ma la versione comincia a mostrare le prime crepe anche in patria, dove i famigliari esigono informazioni su figli e mariti scomparsi dopo essere partiti per non meglio precisate esercitazioni e i media rivelano i misteriosi funerali di alcuni parà a Pskov. Funerali sui quali anche il Cremlino è stato costretto ad avviare accertamenti, invitando per ora alla prudenza. La tensione è però alle stelle, mentre Kiev annuncia di voler reintrodurre la leva militare obbligatoria appena abolita. E secondo Dmitri Trenin, considerato uno dei più autorevoli politologi russi, «l’escalation della guerra in Ucraina in un conflitto aperto è ora probabile per la prima volta, dopo il fallimento della proposta tedesca di un cessate il fuoco». 
Ancora morti tra i civili a Donetsk  
Sul terreno ci sono intanto da registrare gli 11 civili uccisi e i 22 feriti nelle ultime 24 ore nei bombardamenti a Donetsk, assediata da settimane dalle forze ucraine, e la conquista da parte delle «truppe russe» di Novoazovsk, cittadina strategica sul mare di Azov, dove si è aperto un terzo fronte di guerra. Poroshenko intanto si vede incalzato a Kiev dalle proteste di centinaia di nazionalisti che chiedono di mandare rinforzi e le dimissioni del ministro della Difesa, Valeri Heletei.

1 commento:

  1. RICCARDO CATTARINI

    Bravo Stefano, la tua competenza in politica estera come sempre sorprende; noi di confine pensiamo, talvolta non a torto, che sia argomento sul quale a Roma si capisce poco. Proprio vero: le guerre nascono così. Ti propongo, ormai prossima estate, una gita a Sarajevo. Loro ne hanno di cose da raccontare ...

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