martedì 12 agosto 2014

ADDIO MIO CAPITANO

 L'attimo fuggente.png
Non sapevo che Robin Williams soffrisse di depressione, né tanto meno che avesse avuto problemi di alcol e droga. Non cambia il mio giudizio su di lui come grandissimo attore, magari spiega il suicidio, se questa verrà confermata come causa della sua morte. 
Come tutti l'ho amato nel ruolo del professore liberale dell' Attimo fuggente", ho riso per Mrs Doubtfire e sorriso per Patch Adams. L'ho apprezzato in altri film famosi come Goodmornig Vietnam e Genio Ribelle (dove vinse l'Oscar, dopo 4 nomination ) , e  (forse) meno, come Insomnia, Hook Capitan Uncino, La Leggenda del Santo Bevitore, Jack, Risvegli, Jacob il bugiardo,.
Francamente averlo visto recitare con bravura in ruoli sempre (quasi) positivi mi ha fatto pensare a lui come ad una persona la cui vita  dovesse corrispondere a quei personaggi. 
E in effetti alcune battute, che Alberto Infelise riporta nel suo ricordo pubblicato su La Stampa, confermano questo.
L'errore porbabilmente sta nel dimenticare che noi essere umani non siamo mai una cosa sola, non siamo tutti di un pezzo. I chiari e gli scuri si alternano, semmai facendo distinguere delle prevalenze.
Ecco, sicuramente (in realtà è che mi piace pensarla così) quella di Robin Williams era il sorriso.




Robin Williams, la grande risata

Scherzava su tutto, anche sulla sua salute. Travestito da chirurgo russo, terrorizzò Christopher Reeve rimasto tetraplegico, proponendogli terapie stravaganti in ospedale
Robin Williams vestito da cheerleaders per la squadra di football americano dei Denver Broncos

 

Era basso, corpulento, le spalle larghe quanto una porta ed estremamente peloso. Ed era, in pubblico, una delle persone più divertenti che Ork ci abbia mai mandato sulla terra. Quando il suo grande amico Christopher Reeve era in ospedale dopo la caduta da cavallo che lo lasciò tetraplegico, una delle prime visite che ricevette fu quella di un chirurgo russo che da sotto la mascherina lo terrorizzò proponendogli terapie stravaganti: quando quel chirurgo si abbassò la mascherina, Reeve scoprì che era lui, Robin Williams, e fece la prima risata della sua nuova, difficile vita.  

Scherzava anche sulla sua salute: operato a cuore aperto per la sostituzione di una valvola aortica nel 2009, raccontava che il chirurgo che aveva effettuato l’intervento, inorridito da quanto fosse peloso, aveva detto entrando in sala operatoria: “Chi ha portato qui questa scimmia di seconda mano?”. 

La lista di personaggi che ha interpretato al cinema è impressionante per la varietà di caratteri che è riuscito ad affrontare. Era un attore puro, quel tipo di essere umano che è un dono per tutti gli altri, di quelli che riesce a convincerti non di interpretare il professor Keating dell’Attimo Fuggente, o Mrs Doubtfire, o l’Adrian Cronauer di Good Morning Vietnam, ma di esserlo. 

Per farsi un regalo basta ora andare su Youtube e cercare i video dei suoi spettacoli nei teatri e nei cabaret (la sua fama e la sua grandezza di stand up comedian non è inferiore a quella di attore per il cinema) ma anche quelli delle sue interviste (quelle con David Letterman, Jay Leno o Ellen Degeneres) che erano piccoli spettacoli di pochi minuti migliori di intere cinematografie comiche. 

La storia della sua dipendenza da droghe e alcool è lunga quarant’anni. Raccontò di aver smesso almeno con le droghe alla nascita del primo figlio, Zachary: “Perché è brutto dire al tuo bambino ‘Scusa amore, papà deve andare a vomitare’”. Ha condiviso notti di musica ed eccessi con John Belushi e una di quelle notti fu l’ultima che vide Joliet Jake sulla terra.  

Era anche grande appassionato di sport: aveva più volte seguito il suo amico Lance Armstrong al Tour de France. I francesi tifavano contro il texano, e Williams lo raccontò ridendo del loro sciovinismo e imitandoli mentre snobbano il campione americano e insegnano ai loro figli a fumare nei locali pubblici. E’ stato uno dei più grandi attori di tutti i tempi: gli sia risparmiato il cliché del comico segretamente triste.

1 commento:

  1. ALESSANDRA STEFA'NO

    Un bellissimo ricordo. Grazie Stefano

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