lunedì 11 agosto 2014

BISOGNA CAPIRE COSA E' UMANO E COSA DISUMANO. E DIFENDERE CON LA FORZA IL PRIMO

 
Un gruppo religioso, gli Yazidi, viene perseguitato con crudeltà : si parla di fosse comuni, dove a volte la gente viene sepolta ancora viva... I cristiani devono lasciare Mosul, città del nord iracheno, ora in mano ai fanatici dell'ISIS, a meno che non si convertano o paghino una tassa appositamente prevista per i non credenti ( è un uso antico, che gli ebrei conoscono molto bene, ramenghi per millenni per le corti del mondo cristiano e musulmano) . 
Alla luce di queste cose, l'arcivescovo caldeo di Mosul ha dichiarato :

" Per favore, cercate di capirci. I vostri principi liberali e democratici qui non valgono nulla. Occorre che ripensiate alla nostra realtà in Medio Oriente perché state accogliendo nei vostri Paesi un numero sempre crescente di musulmani. Anche voi siete a rischio. Dovete prendere decisioni forti e coraggiose, a costo di contraddire i vostri principi. Voi pensate che gli uomini sono tutti uguali Ma non è vero. L’Islam non dice che gli uomini sono tutti uguali. I vostri valori non sono i loro valori. Se non lo capite in tempo, diventerete vittime del nemico che avete accolto in casa vostra».
  

Ecco, io temo che quest'uomo di fede abbia purtroppo ragione e che questo nostro modo un po' ottuso di leggere la realtà con le nostre regole, con i nostri pregiudizi, ci porterà male.

Oggi leggo un altro intervento notevole, stavolta da parte di un laico, Giuseppe Laras, Presidente della Cambridge Management Consulting Lab, che ripropone il problema dell'uso della forza come unico adatto, in certi frangenti storici, per la difesa degli uomini più deboli. 


L’uso della forza e la difesa dell’umano



C’è un filo comune che unisce la follia della persecuzione in Iraq dei cristiani a opera delle milizie dell’Isis, i nuovi recenti spregevoli attacchi antisemiti a Roma, i continui attentati su obbiettivi civili tramite razzi a opera di Hamas e i bambini palestinesi rimasti sotto le macerie di un palazzo abbattuto a Gaza. Questo filo si chiama incapacità di riconoscere che la Storia costantemente produce il male assoluto e che l’etica, la morale e lo ius non sempre sono capaci di frenarlo e contenerlo.
Di fronte a questo dato evidente, per difendersi e per difendere raccapriccianti morti innocenti, è opportuno usare la forza. Se infatti l’atto di fede è un atto individuale che può comportare anche il martirio, la comunità internazionale non deve e non può agire per atti di fede, ma per giustizia codificata da regole internazionali. Qui non si tratta più di capire cosa è giusto e cosa ingiusto, ma cosa è umano e cosa è disumano. Vir qui adest , è l’uomo che ti sta davanti, scriveva sant’Agostino anagrammando la domanda di Pilato: «Quid est veritas?», «Che cos’è la verità?» . Qui si tratta allora di difendere l’umanità, di sforzarsi di uscire dalle logiche utilitaristiche del mondo moderno per riconoscere — come dolorosamente e profondamente diceva Lévinas — il nostro volto in quello dell’altro. È accaduto troppe volte nella Storia che gli attendismi abbiano provocato drammi incalcolabili. La storia non procura accidenti per sensi di colpa ma per colpa di qualcuno. Che tutti hanno il diritto-dovere di fermare. Prima che sia troppo tardi.
Allora si svegli l’Europa capace di star dietro solo ai conti e che conta solo i morti. Si svegli l’Organizzazione delle Nazioni Unite perché è forse l’ultima occasione per dare il senso della propria esistenza. Non è più tempo di tattica. È tempo che i terroristi di Hamas siano disarmati, che ai Palestinesi sia riconosciuta una patria libera e democratica senza che i soldi dell’Onu finiscano a finanziare l’odio verso Israele nelle scuole palestinesi; che Israele sia tutelato come unica democrazia compiuta del Medio Oriente e che in Iraq si usi la forza non per fare la guerra ma per fermare degli assassini. Di questo si tratta: solo di assassini. Gli stipiti delle porte, racconta la Bibbia, furono segnati dall’Angelo del Signore per difendere il Popolo eletto in schiavitù. Oggi si segnano per discriminare ebrei e cristiani. Allah, Adonai, Gesù Cristo sono troppo grandi per questa storia.

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