Come penso molti, anche tra quelli che più di me seguono il calcio a vari livelli, non sapevo chi cacchio fosse 'sto Tavecchio fino a quando non è divenuto il principale candidato a prendere il posto di Abete come presidente della Federazione Gioco Calcio. Il fatto che si tratti di un signore di 71 anni, che da 30 sta in Federazione..., bè..., francamente, non mi sembra quel vento di "nuovo" che ci saremmo aspettati dopo due flop mondiali (ricodiamoci che anche nel 2010 non avevamo superato il girone eliminatorio).
Non depone nemmeno bene che il grande elettore di Tavecchio sia stato Lotito, uomo che francamente non è sopportato dai suoi stessi tifosi, che nel suo tergiversare con discutibili latinorum finisce spesso dietro i rivali della Roma.
Vero anche che l'alternativa, Demetrio Albertini, non sembrava splendida, visto che il giovanotto - ottimo calciatore e persona dall'aplomb estremamente sobrio - era comunque abbastanza legato ai quattro anni conclusosi col fallimento brasiliano.
In realtà l'impressione è che in questo arroccamento di tutte le varie forme organizzative della vita sociale, dove il cambiamento è solo nelle parole e mai nei fatti, il Calcio non abbia fatto eccezione, anzi.
Sicuramente non ha portato bene l'opposizione di Andrea Agnelli, che non ha il carisma e l'empatia del nonno, ma nemmeno lo stile sabaudo del padre.Quando parla è antipatico, per lo più, e i suoi 13 milioni di tifosi in Federazione e in Lega contano esattamente UNO. Passati i tempi in cui i voti si pesavano...
STavolta c'è da dire che la delusione del patron bianconero si gemella con quella del rivale giallorosso, ché anche Pallotta si è speso per sbarrare il passo a Tavecchio.
Inutilmente
Figc, Tavecchio nuovo presidente
Preziosi e Lotito, tensione con Agnelli
All’Hotel Hilton di Fiumicino nulle le prime due elezioni. L’ex sindaco di Ponte Lambro favorito nonostante la frase razzista su «Opti Pobà»
Carlo
Tavecchio, 71 anni, è il nuovo presidente della Figc. Eletto al terzo
scrutinio all’hotel Hilton di Fiumicino, l’ex numero uno dei Dilettanti
ha sconfitto l’altro candidato, il vicepresidente federale Demetrio
Albertini, riportando il 63,63% dei voti. La campagna elettorale è stata
segnata da pesanti polemiche dopo la frase razzista su “Opti Pobà che mangiava le banane”. Nessuna conferenza
stampa di insediamento, solo ringraziamenti alla platea che lo ha
votato, così Tavecchio assicura che «entro il 18 agosto mi presenterò
con la lista delle cose fatte, non ho avuto alcun approccio con il ct,
nessuna operazione di governance che va condivisa con il consiglio
federale”.
Lotito: «Vittoria del calcio»
Il
primo commento, a caldo, all’elezione di Tavecchio è stato però quello
del suo principale sostenitore, il presidente della Lazio: «Una
vittoria anche di Claudio Lotito? Non è una vittoria di una persona, ma
del calcio e della possibilità di rinnovarlo»
Due fumate bianche
Al
secondo scrutino Tavecchio aveva già sfiorato l’elezione ottenendo
312.68 (63,18%) voti, di cui 11 dalla Serie A, contro i 168.55 (34.07%)
di Demetrio Albertini (in aumento le schede bianche, 14,22%): il quorum
era fissato al 66%, quindi a 329,85 voti. Dal terzo scrutinio si
procederà con la maggioranza semplice dei voti (253,33).
La prima votazione aveva visto il numero uno dei Dilettanti ottenere 305,02 voti (pari al 60,20%) a fronte di un quorum fissato a 380, l’ex calciatore a quota 179,68 voti (35,46%). Le schede bianche equivalgono a 21,96 voti (4,33). Se il primo scrutinio prevede un quorum a tre quarti dei 506,66 voti validamente espressi, il secondo fissa la soglia Per quanto riguarda le schede della Serie A, 13 voti sono andati a Tavecchio (due in più delle aspettative, contando il fronte spaccato), solo 5 ad Albertini. Due le bianche.
La prima votazione aveva visto il numero uno dei Dilettanti ottenere 305,02 voti (pari al 60,20%) a fronte di un quorum fissato a 380, l’ex calciatore a quota 179,68 voti (35,46%). Le schede bianche equivalgono a 21,96 voti (4,33). Se il primo scrutinio prevede un quorum a tre quarti dei 506,66 voti validamente espressi, il secondo fissa la soglia Per quanto riguarda le schede della Serie A, 13 voti sono andati a Tavecchio (due in più delle aspettative, contando il fronte spaccato), solo 5 ad Albertini. Due le bianche.
Pro Tavecchio
In
favore di Tavecchio si erano espressi Lega Serie B, Lega Pro e Serie D e
la maggioranza dei club di Serie A, anche se a Juventus e Roma,
oppositori della prima ora, si sono via via aggiunte altre società
(nelle ultime ore, però, il Cesena ha annunciato che «ci riallineeremo
con la posizione della Lega). Non abbastanza però - come già avevano fatto capire le indiscrezioni degli ultimi giorni - da far mancare all’ex sindaco democristiano di Ponte Lambro (Como) i voti necessari ad essere eletto.
Per il cambiamento
Albertini
era invece sostenuto da Assocalciatori e Assoallenatori (durissimo il
presidente di questi ultimi, Renzo Ulivieri: «Pensate che possa
risolvere i problemi qualcuno che ha avuto per tanti anni le chiavi di
questo sistema? Io ho qualche dubbio») e, a sorpresa, anche dall’Aia,
l’Associazione arbitri, che si era espressa attraverso il suo presidente
Marcello Nichi: «Questa - conclude Nicchi - è un’occasione per
ripartire tutti, ognuno nei propri ruoli e ambiti, e sono sicuro che il
successo del calcio italiano continuerà». Si tratta proprio delle tre
componenti tecniche cui Tavecchio ha rivolto un ultimo appello:
«L’impegno comune non può non riguardare le componenti tecniche e il
settore arbitrale».
Lotito e Marotta
Intanto
prima del sì definitivo a Tavecchio erano proseguite le schermaglie
verbali tra i dirigenti dei club di A schierati contro e pro Tavecchio.
«Il consiglio della Figc sarà frammentato e non sarà facile attuare
riforme nell’immediato» aveva detto l’ad della Juventus, Beppe Marotta.
Che aggiunge: «Al di là che siamo 7, 8 o 10 club contrari (all’elezione
di uno dei candidati Tavecchio e Albertini, ndr), ci sono due anime in
Lega e lascia perplessi l’attivismo di Lotito che fa da tutor al
candidato Tavecchio, una cosa impopolare e unica nella storia della
Federazione italiana. Sembra che ci siano interessi personali a
discapito dei collettivi». A stretto giro arrivava la replica di Lotito,
grande elettore di Tavecchio: «La Lega di Serie A spaccata? Che otto
società non lo voteranno lo dite voi. Lo vedremo nell’urna. Una rondine
non fa mai primavera». Poi aggiungeva: «È la prima volta che le quattro
leghe sono presenti in un programma condiviso e preparato da tutte le
componenti. Perdere un’occasione di questo genere sarebbe un delitto».
Liti tra Agnelli, Lotito e Preziosi
Di
Lotito parlava anche il presidente del Torino, Urbano Cairo (che si era
schierato contro Tavecchio), a proposito dell’ipotesi che il Club
Italia potesse essere affidato al presidente della Lazio: «Lotito al
Club Italia? Tutto ha un limite... È come se io o Berlusconi
diventassimo presidente della Rai. Se vuole un ruolo in federazione,
deve fare un passo indietro nella Lazio». E più tardi, dopo la prima
votazione, il numero uno biancoceleste è arrivato anche a un’accesa
discussione con il presidente bianconero Andrea Agnelli, che già aveva
discusso con quello del enoa Enrico Preziosi. Lo juventino ha chiesto
ai suoi omologhi di Lazio e Genoa: «Perché parlate di me? ». Piccata la
risposta di Preziosi: «Sei tu che non mi devi nominare».
Abete: «La Figc è trasparente, ha i vetri puliti»
Sereno
si era invece detto il presidente dimissionario Giancarlo Abete: «La
Figc è una casa di vetro, ogni tanto vanno lavati, ma dall’interno sono
tutti puliti anche se c’è chi tenta di sporcarli dall’esterno. I conti
sono in ordine, la Federazione non contribuisce al debito pubblico e il
mondo del calcio ha un credito forte nei confronti dello Stato e dello
sport. Toglierle soldi sfavorirà chi cerca di portare avanti gli
interessi generali e di contrastare quelli privatistici». Un altro ex
presidente federale, Franco Carraro, si schierava invece apertamente:
«Credo che Tavecchio, con le sue lacune, sia meglio di quanto non sia
Albertini. Non sono favorevole al commissariamento».
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