mercoledì 6 agosto 2014

PIL ITALIANO DI NUOVO SOTTOZERO. RENZINO , FINITE LE BATTUTE ?


Le critiche quotidiane - o quasi - a Renzino hanno irritato alcuni amici del PD (ne ho diversi, alcuni anche cari) che invece di godersi le belle vacanze che si stanno facendo (beati loro ! ), adombrano (in realtà l'accusa è esplicita) di essere affetto da una ossessione antimatteo del tutto uguale a quella di cui io ho accusato per anni gli anti berlusconiani. In realtà sono loro affetti da una vena romantica che li porta ogni volta a posizioni irrazionali, nel bene e nel male.  Così come ieri esageravano nel sentire e descrivere il Cavaliere come il cancro malvagio che condannava il nostro "bel paese" (se non è "bello" è "meraviglioso", ma da questa retorica, anche un pizzico ruffiana, non si scappa) , oggi fanno lo stesso pensando a Renzi come all'ultima spiaggia.
In tutto questo, secondo me hanno avuto tempo anche per una bella infatuazione per Monti...
Sono stanco di ripetere, specie sul blog dove ci sono ormai credo decine di post che riportano gli stessi concetti, che non sono mai stato un fanatico di Berlusconi. In sei tornate elettorali che lo hanno visto in campo, l'ho votato una volta sola, nel 2008, e ho sempre spiegato che dopo l'esperienza del governo dell'Unione di Prodi, avrei votato anche la buonanima pur di  seppellire nel modo più definitivo quell'esperienza di sinistra. Ero perplesso e dubbioso sulle parole di rivoluzione liberale di Forza Italia nel 1994, da realizzare alleati della destra di AN e del secessionismo nordista di Bossi. E successivamente, nel quinquennio di governo berlusconiano (2001-2006, l'unico continuativo), vidi ben poco di liberale, molto piattume democristianese da prima repubblica. Però, in tutto questo, mi avvedevo anche di altre cose, che tralascio, perché elenco lungo, arrivando solo alla mia personale conclusione : Berlusconi non ha risolto alcun male dell'Italia, ma certo i difetti e i limiti di questa nazione non li ha creati lui ( e in quasi 20 anni, lo rammento sempre, la sinistra è stata a Palazzo Chigi tanto quanto, se non qualche mese in più, del centrodestra !). C'erano già, e lui non li ha combattuti. Dice che non gliene hanno dato modo...può darsi, ma allora si sarebbe dovuto dimettere, non galleggiare con l'evidente intento di conservare comunque una posizione che gli garantisse la migliore tutela di se stesso e delle proprie aziende. Capisco chi ci ha creduto ed è rimasto deluso. Io non ero tra i "credenti", anche se sarei ovviamente stato ben felice di questa benedetta ricoluzione liberale...
Passiamo a Renzi. Sono uno che nel 2011 lessi il suo libro "Fuori" e ne scrissi sul blog in termini assolutamente positivi. Ci sono i link, con la data. Nel 2012 l'ho sostenuto nelle primarie contro Bersani, raccogliendo anche le firme per la candidatura, e mi piacevano i discorsi, non solo suoi, delle prime Leopolda. 
E' rimasto poco di quel Renzi dal 2013 in poi, dall'indomani delle elezioni che sancirono il fiasco di Bersani. Da vero animale politico qual è, Renzino ha sentito l'odore del sangue : era arrivato il suo momento, "ora o mai più", e ha iniziato la sua offensiva per palazzo Chigi, passando per il controllo del PD. E' stato bravo, cinico, fino al banditismo ( leggi defenestrazione di Letta ) ed è arrivato dove voleva.
Adesso sono cinque mesi che è lì, e quello che dice e che fa mi convince poco e punto. 
E lo scrivo, avendo un blog che, sono contento, viene letto da centinaia di amici ogni giorno. 
Dopodiché, siccome appunto non sono un ossessionato, intanto me ne frego dei vari gossip che in rete e sui giornali di destra compaiono sul toscano ( le case in affitto pagate dagli amici ricchi, le presunti liti in famiglia, il debole che avrebbe per la sua ministra preferita e ste cazzate qui), laddove anche i cosiddetti giornali seri NULLA hanno risparmiato della vita privata di Berlusconi (dalla lettera sul Corriere di Veronica LArio, al caso Noemi, con le ossessive 10 domande di Repubblica, per non parlare del bunga bunga).
Le critiche a Renzi sono per quello che dice (soprattutto, visto che parla tanto e ancor più è intervistato) e fa (pochino) come Premier. E la stessa cosa feci con Letta e ancor di più con l'unto del colle, lo scomparso Mario Monti, che per quasi un anno e mezzo folle di minus habens presero per il salvatore della patria.
Non lo era e non lo è Renzi. 
Dopodiché non penso che l'Italia debba essere salvata da questo giovanotto, non credo che farà disastri, che sia il MALE da combattere. Penso che, da liberale, non vedrò le mie idee portate avanti da questo ambizioso democristiano approdato alla guida della sinistra, come è naturale peraltro che sia. 
 E di questo spero di convincere quegli amici, che hanno le mie stesse convinzioni, e che, come me (ma io mi sono allertato prima...) hanno creduto al Renzi Liberal (senza e, ma pazienza, andrebbe bene lo stesso, di questi tempi ! ) che semplicemente non c'è. 
O almeno, non si vede. 
Adesso arrivano i dati dell'Istat che confermano quello che era nell'aria : l'Italia è tornata in recessione, dopo che nel 2013 si era quantomeno tornati ad eliminare il segno meno dall'indice indicativo del PIL. 
Colpa di Renzi ? Sarei scemo a pensarlo e dirlo. Sta lì da 5 mesi ! 
Però sicuramente è un fatto che in quasi tre anni di governi di emergenza, con governi tecnici e semi tecnici, con Berlusconi il maledetto finalmente lontano dalla poltrona di comando (??? comando ? quanto si comdanda a Palazzo Chigi ??) , l'Italia NON ha fatto praticamente nulla di quanto raccomandato nella famosa lettera dell'agosto 2011 inviata dalla BCE al gverno italiano. NULLA, se non l'accelerazione della riforma previdenziale - già in atto - e che adesso tra l'altro si vorrebbe anche un po' smontare...
La crisi non c'è solo per noi, ma altri paesi, gli altri Piigs, stanno facendo meglio. Con governanti più coraggiosi di quelli che finora abbiamo avuto noi.
No cari amici piddini, un quasi mezzo secolo passato ad assecondare la mia passione per la storia mi rende poco romantico e piuttosto scettico, che non sono qualità. In compenso non mi fanno accecare dalla infatuazioni partigiane, che lascio volentieri a voi.

Di seguito, il resoconto de La Stampa sul pessimo risultato del secondo trimestre (e il primo non era certo andato bene). Renzi parla di mille giorni per invertire la rotta. Dopo 9 mesi aveva deciso che Letta era durato anche troppo...


Il Pil fa peggio del previsto, l’Italia in recessione. Nel secondo trimestre crescita negativa : - 0,2%. Renzi: adesso mille giorni per invertire la rotta

Sul dato pesa l’indebolimento dell’export. È la peggior flessione da 14 anni. Borsa a picco. Padoan rassicura: con un controllo attento delle spese non ci sarà una manovra correttiva
 
Gela le attese il dato sull’andamento del Prodotto interno lordo dell’Italia nel secondo trimestre. L’economia del nostro Paese torna in “recessione tecnica”. Secondo la stima dell’Istat diffusa oggi, infatti, il Pil italiano è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Nel primo trimestre dell’anno il Pil era diminuito su base congiunturale dello 0,1% mentre nel quarto trimestre 2013 si era registrato un aumento dello 0,1%. Due trimestri consecutivi di crescita negativa vengono definiti “recessione tecnica”.

RENZI: «CORAGGIO PER USCIRE DALLA CRISI»
«In queste ore i dati negativi sulla crescita non devono portarci alla solita difesa d’ufficio». Matteo Renzi in una lettera ai parlamentari della maggioranza commenta così il dato negativo dell’Istat. Ma il premier continua a dirsi fiducioso: «Nel 2012 abbiamo fatto meno 2,4%. Nel 2013 abbiamo fatto meno 1,6%. Nei primi sei mesi siamo a meno 0,3%. Dobbiamo invertire la rotta. Ma dipende solo da noi, dal nostro lavoro in Parlamento e nel Paese. I «MilleGiorni» sono la concreta possibilità di far ripartire la speranza e la crescita».

ANCHE IL TESORO IN CAMPO
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan esclude però la necessità di una manovra correttiva: «Per le famiglie soprattutto, ma anche per le imprese abbiamo abbattuto le tasse», spiega in un’intervista al Tg2. Con la legge di stabilità «renderemo permanente il bonus, quindi alle famiglie dico: dovete avere allo stesso tempo fiducia e spendere al meglio le risorse aggiuntive che vi vengono trasmesse». Il titolare del Tesoro quindi rassicura: «Dietro l’angolo non c’è una manovra. Il governo osserva attentamente l’andamento della finanza pubblica e con un controllo attento delle spese la manovra non c’è».

I NUMERI
Nel secondo trimestre, su base tendenziale, il Pil segna una flessione dello 0,3% con un variazione acquisita per il 2014 pari a -0,3%. «Il calo congiunturale - spiega l’Istat - è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: agricoltura, industria e servizi. Dal lato della domanda - prosegue l’Istat - il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale al lordo delle scorte risulta nullo mentre quello della componente estera netta è negativo». Il calo dello 0,2% è il peggiore da 14 anni a questa parte. Si tratta infatti del livello più basso dal secondo trimestre del 2000.

PESA L’EXPORT
Il ribasso del Prodotto interno lordo nel secondo trimestre sembra risentire dell’indebolimento della spinta da fuori confine. Dal lato della domanda, spiega infatti l’Istat, il contributo alla variazione congiunturale del Pil della componente nazionale, al lordo delle scorte, risulta nullo, mentre quello della componente estera netta è negativo. Le altre economie d’Europa risentono ugualmente dell’arretramento delle esportazioni come evidenziato i dati sugli ordini all’industria tedesca rilasciati questa mattina. La Germania mostra il peggior calo da oltre due anni e mezzo, complice un tonfo delle richieste dalla zona euro (gli ordini all’industria a giugno sono crollati del 3,2% su mese). Ora l’attenzione si sposta sui commenti ai dati odierni che potrebbero arrivare dalla conferenza stampa di Draghi di domani.

LA REAZIONE DEI MERCATI
Su Piazza Affari e a fine giornata il conto è amaro: la recessione tecnica costa quasi 13 miliardi di euro in capitalizzazione. Milano sprofonda (-3% subito dopo la diffusione dei dati e -2,7% a 19.509 punti al termine della seduta). Il dato scuote tanto che sul listino (tornato sul livelli di febbraio) è da subito una raffica di sospensioni mentre lo spread si allarga fino a toccare i 170 punti (in chiusura il differenziale tra btp e bund segna quota 170,7). Ma a preoccupare i mercati del Vecchio Continente è soprattutto il contesto geopolitico ed in particolare le tensioni tra Russia e Ucraina, sempre sull’orlo di una ulteriore escalation. A colpire è anche la brusca frenata per gli ordinativi alle fabbriche in Germania: il dato di giugno, mese su mese, segna un calo del 3,2% (il peggiore da oltre due anni e mezzo) mentre le stime degli analisti vedevano in media un rialzo dello 0,9 per cento. Numeri che scuotono anche l’Italia con le stime sul Prodotto Interno lordo che certificano proprio la debolezza della domanda da fuori confine.

GLI ANALISTI: SCENARIO INCERTO
Il dato sul Pil è stato «molto deludente» e «ben peggiore» delle attese, rileva Luca Mezzomo, responsabile Macro and fixed income research servizio studi Intesa Sanpaolo, secondo cui lo scenario futuro appare «molto incerto». «La variazione acquisita per il 2014 è ora di -0,3% e rende difficile anche confidare in una variazione media annua positiva per l’anno in corso -spiega Mezzomo - Mantenendo invariate le proiezioni per il terzo e il quarto trimestre allo 0,3% t/t, infatti, la media annua risulterebbe in calo di -0,1% rispetto al 2013. Riguardo al terzo trimestre, si parte con un trascinamento positivo dalla produzione industriale (+0,2%), questa volta più coerente con le indicazioni delle indagini di fiducia (ora compatibili con una crescita di 0,2-0,3%)». «Un modesto beneficio - sottolinea - potrebbe derivare dal deprezzamento del cambio, ma in parte compensato dall’aggravarsi di diversi focolai internazionali di crisi (Russia, Nord Africa). Inoltre, proprio le indagini congiunturali hanno mostrato segnali di cedimento negli ultimi mesi, il che - conclude - rende lo scenario futuro molto incerto».

LE POLEMICHE POLITICHE
I dati dell’Istat, che fotografano un’Italia in recessione con il peggior trimestre degli ultimi 14 anni, scatenano le opposizioni. Tutto un maramaldeggiare su gufi, professoroni e rosiconi. Incomincia il blog di Grillo, che mette accosta il premier al comandante Schettino. «Altro che crescita e ripresa. L’Italia è in piena recessione. Il vero gufo è Renzie», motteggia sarcastico il leader del M5S. Un tono appena più distaccato quello dei forzista Giovanni Toti, che si affida ad un tweet e scrive: «L’Italia cambia verso. In peggio. Paese in recessione. Dato del Pil peggiore da 14 anni. Sarà colpa dei gufi? Ma noi non stiamo tranquilli». E da Forza Italia sono in molti - si direbbe in maggior parte tra quelli che non amano l’intesa con il Pd - a sottolineare come tocchi a FI proporre scelte di politica economica alternative a quelle dell’esecutivo. In difesa di Renzi interviene il Pd, in tutte le sue anime. Gianni Cuperlo invita ad andare avanti con gli investimenti, tanto «i dati dell’Istat sono quelli che conoscevamo». Luigi Zanda coglie nell’impasse odierna un’ottimo motivo per proseguire sulla strada intrapresa, quella delle riforme. Ma intanto anche le notizie dal Senato - che vedono le riforme procedere spedite - sembrano luccicare meno di ieri.

4 commenti:

  1. Paolo Cavuto
    Stefano, la premessa su Renzi potevo anche saltarla; ti seguo da tempo e so che il tuo scetticismo attuale è figlio dei fatti e assolutamente non prevenuto. Per quanto riguarda il dato sul PIL, già le stime del governo Letta erano diventate barzelletta per i commentatori all'epoca ( si parlava di un + 1,5 %! !!) e la colpa non è certo del governo Renzi, ma almeno potrebbe risparmiarci la presa per i fondelli dicendo, come ha fatto giorni fà in un'intervista, che il PIL non incide sulla vita dei cittadini ( non ti ricorda la frase " i ristoranti sono pieni " di Berlusconi? ).
    Dal punto di vista tecnico, invece, mi incuriosisce un dato, di cui mi piacerebbe leggere qualche approfondimento tecnico che non ho ancora trovato: la "composizione" di questo ribasso; negli anni passati, la diminuzione annuale del pil era dovuta al crollo della domanda interna, mentreil saldo delle esportazioni è sempre rimasto positivo, seppure in rallentamento. Oggi leggo che le esportazioni sono in saldo negativo (a quanto sembra per motivi legati soprattutto ad una situazione europea) mentre la domanda interna ha smesso di diminuire; che ci si possa leggere un debolissimo segnale di fiducia? Mi perdo qualcosa?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Intanto mi fa piacere Paolo quanto scrivi come incipit. Quanto alla tua osservazione mi sembra assolutamente rilevante. Forse riesco ad ottenere una riflessione di Giacalone sul punto.

      Elimina
  2. Paolo Cavuto

    Buongiorno Stefano, ecco un approfondimento sul dato, fresco fresco! :)
    http://phastidio.net/2014/08/07/scorte-di-propaganda/?utm_source=dlvr.it&utm_medium=facebook

    RispondiElimina
  3. Paolo Cavuto

    Se non lo conosci già, ti consiglio di fare un giro su phastidio.net (blog di Mario Seminerio): molto interessante, anche se spesso troppo sarcastico..

    RispondiElimina