Del perché la prescrizione esista, ha scritto molto meglio di me la collega Maria Mercedes Pisani in un suo bell'intervento che ho riportato varie volte sul blog ( lo trovate anche sui link : http://ultimocamerlengo.blogspot.it/2013/01/la-prescrizione-roba-per-paesi-civili.html http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2013/05/perche-prescrizione-non-vuol-dire.html )
A coloro che non comprendono cosa significhi vivere per anni sotto la graticola del processo penale, che quasi una volta su due si conclude con il proscioglimento , auguro sempre, e col cuore, che capiti, al più presto, a loro di viverla una cosa del genere, e vedere quanto pesi economicamente e moralmente.
Siccome i processi sono troppo lunghi che si fa ? Si aumentano i tempi per la dichiarazione di prescrizione, in modo che almeno non finiscano nel nulla...
Detta così sembra lo scherzo di un demente, che per accorciare i tempi di qualcosa non sembra sano allungarne i tempi di celebrazione
E infatti la logica è un'altra : i tempi del processo si allungano (secondo la vulgata magistratuale) soprattutto a causa delle tattiche dilatorie delle difese che in tal modo tengono intanto fuori dalla galera l'assistito ( oddio, con l'abuso che c'è della custodia cautelare non tanto bene gli riesce questo gioco, ma insomma la regola astratta resta quella che le porte del carcere si aprano solo a condanna definitiva) , e poi possono cercare di impedirne la condanna facendo maturare la prescrizione.
Fila, se non fosse che : 1) studi statistici dell'Unione Camere Penali, mai smentiti concretamente dalla controparte interessata, dimostrano che i "cavilli" difensivi incidono per un 10% sulle ragioni dei rinvii delle udienze. Il resto è dato da errori di procedura delle cancellerie (ora del PM ora del Giudice) e dalla lunghezza dei rinvii stessi, causati dal carico di lavoro delle corti 2) i tempi attuali non sembrano affatto "brevi", che francamente non mi sembrano pochi, in un paese decente, dagli 8 (e sei mesi) agli 11 anni (!!!) per celebrare un processo per un reato serio (tenete conto che per quelli per i quali è previsto l'ergastolo, vale già la imprescrittibilità ).
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Già capisco di più quando c'è il problema che parte significativa del tempo si sia consumato senza che nessun processo sia nemmeno iniziato, per impotenza dell'autorità inquirente. Forse è lì che si dovrebbe studiare qualche soluzione correttiva.
Comunque, siamo solo alle prime schermaglie.
Giustizia, il progetto del governo
per allungare i tempi di prescrizione
Nuovi calcoli sugli anni.
E un periodo di sospensione dopo le condanne
A giorni sul sito internet del ministero di via Arenula dovrebbero comparire le «linee guida» della riforma orlandiana anche in relazione al punto 9; secondo indiscrezioni i contenuti riprenderanno le conclusioni della «commissione Fiorella», dal nome del professor Antonio Fiorella, ordinario di Diritto penale all’università La Sapienza, che ha guidato un gruppo di studio composto da giuristi, magistrati e avvocati insediato nel novembre 2012 dall’ex Guardasigilli Paola Severino. Le conclusioni raggiunte in quell’occasione proponevano una riforma abbastanza radicale dell’attuale legislazione, con due principali novità: il ritorno ai tempi della prescrizione graduati a seconda della gravità dei reati e la sospensione dei termini per periodo «limitati ma congrui» dopo le eventuali sentenze di condanna.
In pratica, secondo l’idea che dovrebbe essere ripresa dal ministro Orlando come base di discussione per la riforma, la prescrizione scatterà dopo cinque anni per i delitti puniti con la reclusione fino a cinque anni, sette quando la punibilità può arrivare fino a dieci anni di carcere, dieci per i delitti punibili fino a quindici anni di reclusione e quindici per quelli con pene più alte, fermo restando che per i reati che prevedono l’ergastolo resta la regola della imprescrittibilità.
Il problema principale, tuttavia, resta quello che la prescrizione decorre dal momento della commissione del reato, e per quelli che non vengono alla luce immediatamente (come ad esempio la corruzione, a volte scoperta a diversi anni di distanza dai fatti), resta poco tempo a disposizione per una procedura — inchiesta, rinvio a giudizio e processi di primo e secondo grado, fino alla Cassazione — che richiedono tempi lunghi. Di qui l’altra novità contenuta nella relazione finale della commissione Fiorella: l’interruzione del calcolo della prescrizione nelle diverse fasi in cui si articola il procedimento penale, dalle indagini preliminari in poi. Verrebbe così concesso, anche nella «ipotesi limite» di un reato emerso poco prima della scadenza concessa per il giudizio finale, «un tempo compreso almeno tra i due e i tre anni per consentire la conclusione delle fasi preliminari e/o il compiuto svolgimento del primo grado di giudizio».
Successivamente, le sentenze che confermassero l’ipotesi accusatoria farebbero scattare altri periodi (limitati) di interruzione della prescrizione. E’ «l’architrave della riforma» proposta dalla commissione, che tiene conto dei tempi medi di definizione dei giudizi nei diversi gradi. L’ipotesi di cui si discuterà prevede infatti la «sospensione della prescrizione per non più di due anni dopo il deposito della sentenza di condanna di primo grado, e una successiva sospensione per non più di un anno dopo il deposito della sentenza di condanna in grado d’appello».
In sostanza, quando un giudice conferma l’esistenza del reato e della responsabilità dell’imputato, gli orologi della giustizia si fermano per concedere il tempo di celebrare il successivo grado di giudizio, verificando che la decisione presa in quello precedente sia corretta. I tempi «fisiologici» del processo resterebbero gli stessi, ma per l’accusa ci sarebbe la necessità di fare presto per evitare la scadenza della sospensione, mentre per le difese si tenta di rendere non più conveniente il ricorso a tecniche dilatorie nel tentativo di raggiungere la prescrizione anziché l’assoluzione nel merito.
Le proposte della commissione si dilungano in molti altri dettagli, e su alcuni punti offrono delle ipotesi alternative. Si tratterebbe comunque di innovazioni per certi versi rivoluzionarie, e se davvero diventeranno la base della proposta di riforma ministeriale c’è da prevedere che il dibattito non sarà semplice né indolore. Sono prevedibili reazioni contrarie dall’opposizione di Forza Italia, ma sarà interessante conoscere la posizione di quel pezzo di centro-destra che un tempo stava con Berlusconi e oggi fa parte della maggioranza di governo. Inoltre sono immaginabili resistenze da parte degli avvocati, che potrebbero cominciare a farsi sentire subito dopo la pubblicazione delle «linee guida».
Giovanni Bianconi
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