mercoledì 3 settembre 2014

LA GIUSTIZIA E QUEL SENSO DI NAUSEA CHE NON PASSA



Per tutto agosto non ho scritto nulla, o quasi, sulla Giustizia, nonostante si profilasse il parto della famosa riforma e si approssimi il congresso dell'Unione Camere Penali, per eleggere il successore di Valerio Spigarelli. Mi sono preso una vacanza, per curare lo stomaco.
Sì, perché in Italia le cose che sei costretto ad osservare troppo da vicino ti provocano inevitabilmente un travaso di bile.  Parlare di economia per esempio già è un po' meglio, non essendo io un imprenditore (comprendo invece la nausea di questi ultimi, e se fossi uno di loro, e avendone la possibilità, da mo' che avrei "delocalizzato" !! senza stare a sentire le scemenze finto patriottiche di un Diego Della Valle), mentre si riprecipita nell'inferno a proposito di tasse (siamo tutti contribuenti vessati). 
Per quanto riguarda le camere penali, una convinzione me la sono fatta : Spigarelli, con il suo difficile carattere, lo rimpiangeremo amaramente, che nessuno dei due candidati alla presidenza gli si avvicina per carisma e combattività. 
Anche per questo non andrò a Venezia : non mi appassiona quanto sto vedendo e leggendo. 
Quanto alla riforma, a parte i soliti slogan (chi sbaglia deve pagare...Evviva ! ; i tempi del processo civile dimezzati...Hurrà ! Tutto questo come ?? ), non mi è chiaro il sistema che verrà, e del resto, visto che siamo a livello di decreto legge da convertire, di deleghe e roba così, ci vorrà tempo per vedere il neonato, ché qui siamo all'ecografia.
Lo scetticismo devo dire mi pervade, e devo contare fino a 1000, e finalmente tacere, quando leggo di "bambino e acqua sporca" degli amici renziani.  Poi certo, mi sovvengono le parole di Angelo Panebianco, il quale esorta a cogliere positivamente ogni piccolo passo in meglio, a non farsi prendere dalla delusione della "riforma mancata", come giustamente scrivono i radicali e quelli de "Il Garantista".  Forse se il PD avesse avuto il coraggio di sfidare ANM ed MD, e avesse sostenuto i referendum dei radicali, avrebbero avuto un mandato popolare con il quale essere più coraggiosi. 
Ma così non è stato.
Per questo condivido l'appunto di Filippo Facci, avvertendo una comunione di stati d'animo, più che di sottoscrizione della sostanza in sé.



L'appunto

Facci: "La giustizia reale è un tritacarne"


Facci:  "La giustizia reale è un tritacarne"

Incaponirsi sulla responsabilità civile dei giudici, di questo passo, finirà per allontanare dalla verità: cioè che il problema non è tanto e solo sanzionare gli errori più macroscopici dei magistrati (che potrebbero anche fottersene: gli basta un'assicurazione da 150 euro annui) ma è evitare l'incredibile quantità di sciatterie quotidiane che sono il vero cancro del nostro sistema, qualcosa che in Italia è impunibile per definizione. Si parla, cioè, dei detenuti dimenticati in carcere, delle ingiuste detenzioni che peraltro ci costano milioni di euro, delle decisioni arbitrarie e senza motivazione, delle indagini mai fatte, dei rinvii a giudizio d'ufficio, dei tempi dilatati per pigrizia o per ferie, delle tante sentenze da cui si arguisce che non c'era nessuna ragione di procedere, né di arrestare, sequestrare, intercettare, rovinare la vita altrui o bloccare una carriera o un'attività. La giustizia reale (non in tutti i casi, comunque in troppi) è fatta di queste cose, di bizantine vessazioni che s'infoltiscono come il pelo che magistrati e avvocati hanno già sullo stomaco dopo un paio d'anni a palazzo di giustizia. Un cittadino che vi entra, a palazzo di giustizia, non ha il problema di poter denunciare il suo giudice: ha il problema del giudice, cioè di sapere se è una persona corretta e coscienziosa, anche perché sa benissimo che il magistrato buono e quello cattivo hanno fatto la stessa carriera: gli bastò vincere un concorso qualche decina d'anni prima.

5 commenti:

  1. SABRINA LUCANTONI

    Accipicchia!.... Molta roba su cui riflettere senza peli sulla lingua

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  2. WENNER GATTA

    Io purtroppo ho già superato lo stato di nausea: vomito

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  3. CATALDO INTRIERI

    Un ( assai) inacidito di stomaco Camerlengo sulla riforma della giustizia e sulla successione di Spigarelli nell' unione camere penali. Lui e Facci hanno ragione, ma i pessimi giudici si possono sanzionare ed il cittadino pricedere senza ridicoli filtri protettivi. Il nodo sara' cosa si intendera' per colpa grave. Le ipotesi di Facci lo sono. Intanto un passo avanti si e' fatto. Prima manco questo

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    1. MASSIMILIANO TESTORE

      Mah... il Camerlengo da un po' non mi trova in linea...

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    2. CATALDO

      Stefano e' un commentatore spassionato ed indipendente, per cui, come diciamo da ste parti " a chi tocca nn s'ingrugna". Detto questo e' bene precisare che la magistratura e' anche lo specchio dell'avvocatura che si trova di fronte. Come dicono i magistrati più intelligenti un giudice sarà stimolato a migliorare da un bravo avvocato. Sentenze sciatte sono spesso il frutto di difese inadeguate. Coi suoi difetti l' Unione e' una spinta importante a formare e privilegiare avvocati competenti ed indipendenti. Da sempre e' così, e lo sarà anche dopo, e lo sa anche il nostro amico intimo da anni di uno dei "grandi vecchi ". dell'Unione. Valerio ha svolto un ottimo lavoro, non e' detto che chi gli succederà non farà di meglio.

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