Ho letto tanti commenti sulla storica testimonianza del Capo dello Stato resa ai giudici di Palermo presso il Quirinale.
Giacalone, saggiamente, suggerisce che sarebbe meglio aspettare, visto che presto dovrebbero comparire le trascrizioni originali, anche in considerazione che il Presidente stesso ha auspicato tale soluzione.
I presenti però, gongolanti per l'opportunità di poter dire di essere stati protagonisti, in qualche modo, di questo "evento" della storia repubblicana ( pazienza se non si tratti di fatto fausto), non si sono trattenuti dal dare la loro versione dell'udienza. E così l'avvocato di Riina, nonostante i tanti "non ricordo" di Napolitano (curioso, un altro legale, di parte civile, ha dichiarato che il Presidente avrebbe risposto "su tutto"), si dichiara soddisfatto, e la stessa cosa dice il Procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi. Accusa e difesa soddisfatte entrambe ? Curioso.
Parlando dei PM, è evidente che questi signori ormai non temono imbarazzi nell'apparire per quello che (anche) sono : dei vanitosi esibizionisti. In cinque si sono presentati !
Avevano paura che qualcosa potesse sfuggire ai capi ? Oppure, come detto sopra, l'occasione era imperdibile e tutti volevano mostrare il vestito nuovo al Quirinale ?
Alla fine Teresi ha detto che è stata confermata la tesi che la Mafia ricattò lo Stato. Veramente non è questo in discussione, visto che sul banco degli accusati non ci sono solo i mafiosi, ma se ci furono uomini dello Stato che trattarono e cedettero al ricatto.
Personalmente, sono tra quelli convinti che stiamo parlando di cose che hanno valenza politica e, più ampliamente, storica, e non giudiziaria. Ma ormai, sappiamo che se uno dei nostri soldati all'estero muore durante la missione, in Italia c'è qualche sostituto che apre il fascicolo per omicidio...sai i talebani che paura !?!
Facci, uno dei maggiori avversari di Travaglio anche su questa querelle della "trattativa", commenta da par suo.
Buona Lettura
La Vispa Teresi
Sono giorni di risate grasse, questi: "Chissà che cosa scriverà", annotava ieri Marco Travaglio, "chi aveva teorizzato che la testimonianza di Napolitano era inutile". A parte il congiuntivo sbagliato, tutti i quotidiani hanno scritto proprio questo: che è stata inutile, o dannosa; hanno scritto che le "nuove" carte portate dai magistrati sono già state pubblicate una decina d'anni fa; che il proposito della mafia di ricattare lo Stato non solo era ovvio, ma fu evidenziato in due relazioni della Dia nel 1992-93 e comunque era stato scritto milioni di volte.
"Non è che la mafia con le bombe voleva chiedere il pizzo all'arcivescovado", ha detto Massimo Bordin alla rassegna stampa di Radio Radicale. L'unico che non l'aveva ancora capito era il procuratore Vittorio Teresi, che assieme agli altri magistrati, martedì, aveva la postura compiaciuta del siciliano a Roma: "Le dichiarazioni di Napolitano rappresentano un risultato notevole perché ha confermato l'assunto del processo, cioè che la mafia aveva provato a ricattare lo Stato". Ma davvero? Peccato che l'assunto del processo non fosse se la mafia volesse ricattare lo Stato - il che è pacifico - ma se lo Stato si sia piegato al ricatto.
Pare di no: anzi, a dirla tutta lo Stato ha poi demolito e arrestato l'intera mafia militarizzata: altrimenti non staremmo qui a occuparci di fatti risaputi di vent'anni fa, ma del presente mafioso, quello che il pool dei fighetti di Palermo ha lasciato nelle mani di magistrati che si occupano di mafia per davvero.
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