venerdì 7 novembre 2014

ESPRESSO E PANORAMA ADDIO ?

 
Non li cita espressamente, ma ipotizzo che Uomini & Business, il mensile curato da Giuseppe Turani, si riferisca  a Espresso e Panorama, quando parla "di due fra i più importanti settimanali italiani" che starebbero per chiudere le loro edizioni cartacee. Crisi nota dell'Editoria ( ha chiuso l'Unità, e recentemente ha cessato le pubblicazioni anche Europa, il quotidiano ufficiale del nuovo PD) e della raccolta pubblicitaria, starebbero portando alla storica e non fausta decisione.
Dovrebbero proseguire le pubblicazioni on line, che anzi potrebbero essere potenziate.
Vedremo. 
In passato, sono stato lettore di entrambe le riviste, acquistando prima l'una poi l'altra, qualche raro periodo entrambe. I settimanali li avevo conosciuti ed apprezzati in verità tramite altra testata, EPOCA, che in casa comprava mio padre, famosa per i suoi reportage fotografici, e sulla quale scriveva il primo giornalista da me grandemente ammirato : Augusto Guerriero, in arte Ricciardetto. Si occupava di politica estera (di qui la mia perdurante curiosità per questo campo, che mi è valso qualche immeritato ma gradito complimento da parte del mio amico Riccardo Cattarini), ma in realtà era uomo coltissimo e tormentato, che scrisse, tra l'altro, due bei libri esistenziali : "Inquietum est cor nostrum" e "Quaesivi et non inveni".
La lettura dell'Espresso e Panorama (a quel tempo addirittura più "sinistra" del settimanale scalfariano) era il mio tributo alla volontà di sentire anche "l'altra campana", intento proseguito poi con l'acquisto pluriventennale di Repubblica, cessato poco dopo l'avvento dell'insopportabile approdo di Ezio Mauro e la sua genia di collaboratori.
Al di la della matrice ideologica ( nel tempo mutata per Panorama), mi dispiace che chiudano, segno ulteriore della fine dei tempi in cui sono cresciuto.



Settimanali/ si chiude

Entrambi gli editori di due fra i più importanti settimanali italiani stanno esaminando la possibilità di chiudere le loro edizioni cartacee e di conservare (potenziandole) quelle online. In realtà, una decisione sarebbe già stata presa. Il problema consiste nel fatto che nessuno dei due editori vuole fare la mossa per primo. Non vuole essere cioè quello che abbandona un campo presidiato per decenni. Ma non appena uno prenderà la decisione, l’altro seguirà a poche ore di distanza.
All’origine di questa crisi c’è una doppia questione: il calo delle vendite e il calo della pubblicità. In entrambi i casi abbiamo cali che sono dell’ordine del 40-50 per cento, e anche di più, come si rileva da un recente studio di Mediobanca sui bilanci dei grandi gruppi editoriali.
In queste condizioni tenere in vita i due settimanali è un atto di pura filantropia e uno spreco colossale di denaro. Anche perché non è prevedibile una ripresa a breve delle vendite (in calo in realtà da almeno dieci anni). E, nello stesso modo, non è prevedibile una ripresa entro tempi ragionevoli della pubblicità, visto che anche l’anno prossimo non si avrà una ripresa significativa dell’economia italiana.

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