domenica 2 novembre 2014

FIANDACA E LA "PROPENSIONE COMPULSIVA A IDENTIFICARE IL DIRITTO E LA GIUSTIZIA CON L'ACCUSA E LA CONDANNA"


Accennavo ieri ( http://ultimocamerlengo.blogspot.com/2014/11/i-sostenitori-della-trattativa-stato.html ) di aver acquistato il breve saggio a quattro mani di Salvatore Lupo e Giovanni Fiandaca, entrambi docenti universitari a Palermo, il primo di Storia Contemporanea, il secondo di Diritto Penale, dedicato alla querelle sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia negli anni 1992/1993 (appena vent'anni fa...).
Nel post ricordato ho accennato al pensiero dello storico, in un altro proverò a riassumere quello del celebre docente ed avvocato penale.
Qui però voglio solo riportare una riflessione del prof. Fiandaca che ritengo vada incisa nella pietra, e divulgata perché le genti italiche finiscano per fare entrare un po' di luce in menti ottenebrate dalla incultura, figlia spesso della paura, ma anche della predilezione per la vendetta e per la "Punizione" (degli altri, che con noi stessi e la nostra cerchia ristretta siamo ASSAI più indulgenti...). Sicuramente è qualcosa che voglio archiviare tra le "imperdibili", per averla a portata di mano, ché sicuramente avrò modo di citarla spesso, anche con amici "mediamente colti"...



La " propensione - quasi compulsiva - a identificare il diritto e la giustizia soltanto con l'accusa e la condanna, e a reagire con sospetto e indignazione di fronte ad eventuali archiviazioni o assoluzioni percepite come scandalose, ripropone una questione ben più generale : quella del livello di cultura ed educazione giuridica dei cittadini italiani (incluse le persone mediamente più colte) e della loro scarsa attitudine a comprendere ed interiorizzare il valore irrinunciabile, per uno Stato di Diritto, del garantismo penale"

5 commenti:

  1. CATERINA SIMON

    Il problema è che all'educazione giuridica dei cittadini si arriva anche attraverso un comportamento univoco e coerente da parte della magistratura giudicante, a cui alla fine il cittadino si adegua. Finora si è passati da sentenze scandalose quale la condanna per omicidio volontario ai manager della Thyssen, o i 6 anni di carcere agli scienziati della commissione grandi rischi per il terremoto dell'Aquila, all'assoluzione di tutti coloro che, in un modo o nell'altro, hanno concorso alla morte del povero Cucchi. Alla fine il sospetto è si sia voluto chiudere un occhio e coprire i responsabili resta ed è forte. Bada, faccio l'avvocato del diavolo, perchè per me questa frase del professor Fiandaca è straordinaria ed andrebbe divulgata e discussa in tutte le sedi a partire dai licei.

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  2. GIUSEPPE RICAGNI

    Sarà Stefano, ma se ti restituiscono un cadavere tumefatto, il deceduto è stata sotto la custodia della polizia, tutti i poliziotti vengono assolti, la spiegazione dello stato del cadavere quale può allora essere ?

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  3. Giuseppe secondo me se fiandaca leggesse il tuo commento estenderebbe la sua riflessione alle persone di cultura "alta"

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    1. Il punto, Stefano, è che il cittadino comune (fra cui il sottoscritto) non distingue fra le diverse parti della macchina che dovrebbe mantenere l'ordine in questo Paese, e fa bene a mio avviso a non farlo.
      Per cui, è possibile che nessuno degli imputati sia colpevole, ma dov'è l'azione per ricercare il vero colpevole ?

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    2. Giuseppe, scherzi a parte, il problema è questo. Accade un fatto criminoso, ed è bene che si trovi il colpevole e questo venga punito (magari senza accanimenti o torture). Ma appunto deve essere il COLPEVOLE, con umana, ragionevole certezza. Non è che si punisce sulla base della "possibilità", ancorché "probabile". Nel caso di Cucchi, che citi, il presidente della Corte d'Appello, che si spera conosca il processo che ha guidato (certo più di noi), immaginando le polemiche, è stato chiaro : non avevamo prove sufficienti, per questo abbiamo assolto. "E se fossero colpevoli ??" ulula la maggior parte del popolo. " E se effettivamente fossero innocenti ?", replica la minoranza. Bisogna fare una scelta su quale rischio si preferisce correre : meno peggio il colpevole fuori o l'innocente dentro ?. Le democrazie moderne tendono, almeno nelle loro costituzioni ( l'applicazione delle stesse poi è ondivaga), a preferire la prima soluzione.

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